Abituati a trovarsi sopra un palco nel lavoro, meno nella vita, ma a volte occorre richiamare l'attenzione ed è per questo che i dipendenti del Maggio Musicale Fiorentino si sono resi autori creativi e vivaci di Flash Mob e di campagne goliardiche (Foto a lato) mirate a farsi notare, a far valere le proprie ragioni in un momento storico che li vede in difficoltà all'interno di un microcosmo (leggesi 'Carrozzone' per i sostenitori della linea dello spreco sconsiderato) per lunghi anni ritenuto una elite sociale e lavorativa. Lo stato di crisi per il Maggio Musicale Fiorentino ha portato alla cassa integrazione 'a rotazione' per 374 lavoratori, da luglio a fine anno.
Francesca Colombo, la sovrintendente chiamata in soccorso di Firenze, adesso parla di un provvedimento ''voluto e firmato dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Firenze, dal Comune, da Confindustria, e dai sindacati, che prevede un massimo di 50 giorni per amministrativi, operai e tecnici e 14 giorni per orchestra e coro'', ma i sindacati sono regolarmente in piazza con i volantini in mano, non ci stanno a passare per parassiti in un "sistema mal gestito". Francesca Colombo è arrivata nel 2010, quando le perdite ammontavano ad 8 milioni di euro annui.
Da qui la necessità di una ristrutturazione che ha ridotto il gap di disavanzo a 3 milioni nel 2011 ed al pareggio nel conto previsionale 2012. Ridotto il contributo pubblico, aumentate le vendite dei biglietti e l'investimento dei privati anche attraverso le sponsorizzazioni nate da una fitta trama di collaborazioni internazionali. Premi e contratti integrativi, sei milioni di euro annui, anche questi sarebbero da tagliare, ma i dipendenti si sono messi di traverso. Esuberi.
Da 374 si deve arrivare a 330: sono unità, numeri, indici? Si tratta di 45 persone, che non sarebbero però nel corpo operativo sul palco, ma amministrativo. Forse gli stessi cui si riferisce Matteo Renzi quando dice: "Per anni si è assunto senza alcun criterio senza pensare che tutte quelle persone sarebbero state da pagare". Sul tema del rapporto di lavoro è intervenuto anche il ministro Ornaghi in visita a Firenze nei giorni scorsi ed ha sottolineato l'intenzione di arrivare alla soluzione del Contratto Nazionale di Lavoro, punto propedeutico di una ripresa del sistema Italia.
Poi c'è il Nuovo Teatro dell'Opera che per i coristi è un ottimo acquisto acustico, per gli orchestrali è un buon luogo dove esibirsi, idem per i ballerini, ma che al momento senza la macchina scenica, senza la piazza aperta su Firenze, senza tutto quel che ancora serve (''ma andava inaugurato entro i 150 anni'', ripete Renzi) è equiparabile ad un Auditorium dove potersi riunire per ascoltare ma non per godere di uno spettacolo all'altezza del Maggio. Ma la discussione non si ferma all'aspetto economico, con la Sovrintendente i temi di dibattito non manncano neppure nel sociale, o nella religiosità.
Tra i coristi del Maggio Musicale Fiorentino, istituzione in stato di agitazione a seguito dei tagli e delle difficoltà economiche attraversate nonostante i tentativi di 'salvataggio', c'è anche l'ex assessore comunale Claudio Fantoni, dimessosi dopo una accesa disputa con il sindaco Matteo Renzi sul Bilancio del capoluogo toscano, per il quale Fantoni deteneva la delega, ma non la paternità di tutte le scelte tanto da lasciarlo perplesso su alcuni aspetti, sulle spese e le coperture delle stesse in particolare. ''Buona parte dei miei colleghi dell'orchestra e del coro del Maggio musicale fiorentino in Duomo a suonare e cantare ma non solo'', ha scritto su facebook Fantoni citando la spiegazione data dalla sovrintendente Francesca Colombo: ''Il Maggio Musicale Fiorentino entra nella cattedrale di Firenze il giorno della festa del suo patrono, San Giovanni, con la qualità delle sue masse artistiche, che si uniscono con la musica di Wolfgang Amadeus Mozart alla liturgia della messa officiata dal Cardinale in un momento di alta spiritualità per tutti''.
''Negli anni, abbiamo suonato e cantato tante messe, si trattava di concerti e semplicemente di musica. Mai era successo, a mia memoria, che i musicisti del Maggio, un'istituzione sostanzialmente pubblica, fossero chiamati a prendere parte attiva in ragione del proprio rapporto di lavoro ad una funzione religiosa''. Fantoni ha parlato di "Per i lavoratori del Maggio è stato una sorta d'obbligo di adesione quantomeno fisica ad uno specifico culto. Potere esercitare il proprio culto, quindi andare a messa è certamente un diritto, anzi un diritto fondamentale che in nessun modo e con nessuno strumento deve essere negato o compromesso.
Creare le condizioni per cui ciò risulti nei fatti un obbligo professionale è invece una lesione del medesimo diritto che non giova a nessuno, credenti di tutte le religioni e non credenti''. Nelle difficoltà, l'italico richiamo suona più o meno "Non si sa a che santo votarsi", forse è per questo che nei corridoi del Maggio Musicale Fiorentino gira un santino piuttosto eloquente. AL