Il ministro Lorenzo Ornaghi arriva per la prima volta a Firenze da detentore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del Governo Monti ed incontra il sindaco Matteo Renzi. I dipendenti del Maggio entrano nel cortile dell'Anagrafe sotto le finestre del sindaco e mettono in scena un flash mob musicale intonando l'Inno di Mameli, il Va' Pensiero, alcuni brani tratti dalle opere di Verdi e Puccini sotto l'occhio curioso dei turisti e delle decine di finestre aperte che guardano all'interno del comune fiorentino. Il Ministro visita anche l'Opificio delle Pietre Dure e la Galleria degli Uffizi dove nelle ultime ore sono state inaugurate nuove sale, ma tema di discussione sono anche il Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze e la Battaglia di Anghiari sulla quale il primo cittadino di Firenze punta molto, in special modo dopo le (controbattute) analisi propedeutiche effettuate dall'equipe del professor Maurizio Seracini nel Salone dei Cinquecento lì dove, sotto l'opera di Giorgio Vasari, si celerebbe il genio incompiuto di Leonardo da Vinci. ''Non e' un sogno, ma una bella speranza'' il Nuovo Teatro dell'Opera di Firenze, ma ''le belle speranze vanno coltivate e se in un futuro non troppo lontano si potesse, in accordo con altri ministeri, dire che in Italia si devono fare due, tre grandi opere, certamente questa rientrerebbe tra le due, tre grandi opere'' da qui un rilancio del bene architettonico.
Per quanto riguarda invece le risorse umane del Maggio Musicale Fiorentino? "Ci stiamo occupando del nuovo contratto nazionale di lavoro - ha proseguito il ministro - una volta deciso quello si potrà entrare nello specifico delle singole realtà" Grandi Uffizi pronti nel 2016? "Credo che sia un dovere completare questa opera - ha detto Ornaghi - anche se sarà necessario uno sforzo economico. Credo che con tutte le parti in causa impegnate, ad iniziare dalle Soprintendenze, e seguendo anche un cronoprogramma del quale abbiamo parlato anche con il sindaco Renzi si potrà giugnere alla conclusione dell'opera" Battaglia di Anghiari? "Non decido io se la ricerca continua o meno - ha spiegato il ministro - c'è una proposta (Maurizio Seracini e National Gepographic), ci sono delle regole precise, ma dovreste sentire la Soprintendente che è la facente funzioni a nome dello Stato sul territorio e competente per materia, che ha a disposizione tutta la documentazione necessaria e può decidere di conseguenza.
Poi può arrivare una grandissima scoperta, oppure potrebbe non esserci nulla.. ma l'importante è che tutto venga svolto con un procedimento che sia ineccepibile scientificamente". Matteo Renzi aveva scritto al ministro e si è esposto direttamente per ottenere l'avanzamento della ricerca. Il ministro non è salito sul ponteggio allestito nel Salone dei Cinquecento "Non c'è stato il tempo" ha detto, e sulla richiesta scritta di Renzi "Ho risposto a lui come ho risposto a voi giornalisti: Non decido io". Coro ed Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino attendono il ministro Ornaghi davanti a Palazzo Vecchio occupando piazza della Signoria con strumenti, voci e palloncini neri sopra i quali i dipendenti dell'istituzione fiorentina hanno scritto il loro estremo saluto al Maggio destinato, dopo la cassa integrazione al definitivo tracollo. Un carrozzone? "Ci dispiace quando sentiamo questo - spiega Marco Salvatori di Fials - perché purtroppo noi siamo salutati ed abbracciati con rispetto in tutto il mondo e se siamo arrivati a questo è solo perché è mancata una degna programmazione.
Si continua a gettare polvere sotto al tappeto, stiamo affogando in un mare di polvere e le cassa integrazioni sono il fallimento di questa gestione, perché dopo dicembre, quando sarà stato spremuto tutto, non resterà più nulla". Di 'carrozzone' però si parla quando sindaco Renzi e Sovrintendente Francesca Colombo parlano di "Una istituzione in cui per anni si è assunto indiscriminatamente e si è speso senza rendersi conto che un giorno si sarebbe dovuto rispondere di tutte le assunzioni e le spese", una struttura che con la crisi in atto viene difficile immaginare di poter tenere in piedi se non fosse per la specializzazione, le qualità, la stima riconosciuta ovunque nel mondo all'operato degli artisti fiorentini.
Basti pensare alle vicende legate al terremoto del Giappone e l'attenzione del mondo sul complicato rientro in patria dei nostri. Torna d'attualità anche la richiesta di fondi per completare la grande opera fiorentina realizzata per il 150°. Una scatola vuota? "Se fosse solo per un discorso di acustica - prosegue Salvatori - saremmo contenti di trasferirci al Nuovo Teatro del Maggio, che al momento, senza i 50 milioni per la macchina scenica, è solo un Auditorium.
Però diciamoci la verità, tolto il discorso della struttura in se'.. ma cosa ci sarà dentro? Senza il core business non ci sarà veramente nulla e dunque sì, si tratta di una scatola vuota" di Antonio Lenoci