Rappresentano l’emblema della precarietà occupazionale in sanità: sono i circa 90 medici dell’emergenza sanitaria territoriale che svolgono l’attività di sostituti dei loro colleghi a tempo determinato. Quali prospettive per loro, ma anche per i medici del 118 a tempo determinato e indeterminato? Qual è il totale degli operatori interessati dai corsi di formazione all’attività di medicina d’emergenza messi in campo dalle Asl in questo 2012? E quanti sono stati, finora, questi corsi? Tutte questioni che il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl) sottopone al neoassessore al diritto alla salute Luigi Marroni attraverso un’interrogazione urgente a risposta scritta. Non è la prima volta che Mugnai solleva la questione dei medici che operano nella rete dell’emergenza-urgenza fin sui tavoli della giunta regionale.
Lo aveva già fatto, in passato, con altre due interrogazioni. Ma la situazione non si risolve, soprattutto per quanto riguarda i medici sostituti. Sulle loro sorti si era pronunciata, proprio rispondendo a un’interrogazione di Mugnai, l’ex assessore Daniela Scaramuccia: «La risposta – si chiarisce nel documento – non ha soddisfatto i quesiti posti». Per di più: «E’ arrivata l’11 maggio scorso e soltanto dieci giorni dopo, il 23 maggio, l’allora assessore rimetteva il suo mandato dimettendosi».
E allora, ecco che l’esponente del Pdl torna a chiedere risposte dalla Regione. Il settore, tra l’altro, è tra i più delicati: «L’emergenza sanitaria territoriale (EST) è un servizio garantito ai cittadini dal Sistema sanitario nazionale. Il medico del Servizio di Emergenza Sanitaria 118 – si legge nell’interrogazione – deve essere in grado di valutare scenari complessi e effettuare interventi di assistenza e di soccorso avanzato al fine di offrire una risposta sanitaria per stabilizzare e mantenere le funzioni vitali, nel rispetto dei principi etici, nel sistema integrato dell’Emergenza-Urgenza».
Proprio per questo «il medico deve essere preparato attraverso un corso obbligatorio che fa conseguire l’idoneità all’esercizio di emergenza sanitaria territoriale e sviluppa competenze specifiche nelle funzioni riferite alle aree Emergenza/Urgenza - Relazione e Comunicazione - Organizzazione e Management». In questo contesto si colloca l’arcipelago contrattuale dei medici del 118: «Il primo gruppo – ricorda Mugnai – è quello dei dirigenti medici dipendenti del SSR, cioè di quei medici, un tempo convenzionati, che sono passati alla dipendenza negli anni 2006-2008 e poi nel 2009-2010.
Il secondo gruppo è quello di quei medici che, non avendo i requisiti per il passaggio alla dipendenza (5 anni di convenzione), sono rimasti convenzionati ed hanno ottenuto la convenzione a tempo indeterminato. Il terzo gruppo è quello di sostituti convenzionati a tempo determinato impegnati nei pronto soccorso , nei punti di emergenza territoriale, sulle ambulanze, sulle auto mediche. Questo ultimo gruppo comprende circa 90 medici in tutta la Toscana, con un monte orario mensile di oltre 164 ore, con un contratto che viene rinnovato a scadenza».
Sono quelli peggio messi, anche se «molti medici, nonostante gli obblighi di formazione, il costante impegno sul territorio regionale e la dedizione al lavoro risultano ancora precari». Che fare? «Quali sono le prospettive dei medici dell’emergenza sanitaria territoriale convenzionati a tempo indeterminato e tempo determinato, ma in particolar modo dei medici sostituti dei tempi determinati (terzo gruppo) che si trovano in una condizione ancor più precaria»? «Qual è il dettaglio dei corsi di formazione indetti delle azienda sanitarie della Toscana nel 2012 per il conseguimento dell’idoneità all’esercizio di attività di emergenza sanitaria territoriale e quale il totale di operatori interessati»?