In merito alla probabilità di un centro islamico a Signa, la sezione comunale Le Signe della Lega Nord manda subito il proprio chiaro no. «Se la comunità islamica ha preso venti firme per aprire un proprio centro di preghiera - fanno sapere dal Carroccio -, noi ne prenderemo ventunomila per non aprirlo. Ci auguriamo che il sindaco non prenda in considerazione il progetto, altrimenti faremo una capillare raccolta firme e vedremo se poi il sindaco si rifiuterà di prendere in considerazione la nostra petizione.
Signa ha ben altri problemi e la cittadinanza non ha certo bisogno di un centro islamico. Un sindaco deve rispondere alle esigenze di vita sociale e comunitaria della propria comunità e la costruzione di luogo di culto non è certo ciò di cui i cittadini hanno bisogno, soprattutto se la comunità a richiederlo è quella islamica, la cui religione va contro la Costituzione italiana. Infatti, gli statuti musulmani (Corano e Dichiarazione Islamica dei Diritti dell'Uomo) contrastano apertamente con l'ordinamento giuridico italiano. È bene ricordare che, anche se l'articolo 19 della nostra Costituzione afferma che “tutti hanno diritto di professare la propria fede religiosa”, l'articolo 8 della stessa asserisce, tra le altre cose, che “le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano».
Domani, sabato 16 giugno, dalle ore 10 fino alle ore 13,30 in piazza dell’Isolotto presso il mercato, il Popolo della Libertà insieme ai Promotori della Libertà ed alla Giovane Italia allestiranno un gazebo per informare la popolazione della possibile realizzazione della grande moschea all’interno del Quartiere 4. Fra le localizzazioni indicate più volte sia la stampa locale che i soggetti politici di sinistra – pur senza una posizione ufficiale del Sindaco Renzi - ha indicato l’area ex Campolmi, storica fabbrica di produzione di concimi chimici prima di esser ceduta a vari artigiani ed infine, distrutta ed abbandonata a causa di un incendio. “Tutto deciso o in fase di attuazione – ricordano Tommaso Villa, Stefano Alessandri e Andreà Badò, rispettivamente consigliere regionale, comunale e circoscrizionale del PdL - senza un reale percorso partecipativo.
Qualcuno potrebbe obiettare a questa nostra affermazione ricordando il progetto voluto dalla comunità islamica e realizzato dalla Sociolab grazie al finanziamento di 75mila euro elargito dalla Regione Toscana. Ebbene – puntualizzano gli esponenti del PdL – il sedicente precorso partecipativo ha coinvolto solo 300 persone: meno dello 0,1% della popolazione fiorentina. Ma loro pretendono di chiamarla partecipazione”. “Il Pdl, da sempre per la libertà di culto, non accetta tuttavia scelte calate sulla città ed imposte nel giro di poco tempo, senza discuterne con i residenti delle zone interessate.
Chi agisce in silenzio senza coinvolgere realmente la cittadinanza – proseguono Villa, Alessandri e Badò - non trova il nostro silenzio-assenso, ma un muro. La democrazia partecipata, tanto sbandierata a sinistra, non funziona così. Per questo sabato mattina i cittadini del quartiere Isolotto - Legnaia potranno recarsi presso il nostro gazebo per avere maggiori informazioni su questo progetto. Sarà un’occasione per dire NO ad un'amministrazione locale che scappa dal confronto. Perché non è mai stato fatto un consiglio di quartiere aperto sul tema moschea? Perché il sindaco non si esprime in maniera netta? Legittimo pensare che i timori siano molti e diffusi.
Per questo il PdL, con la Giovane Italia, lancia da domani una mobilitazione costante sul territorio per chiedere un dibattito vero e che vedrà come prossimo appuntamento l’incontro di martedì 19 alle 21 al circolo MCL del Boschetto. Se tutto continuerà così senza svolte, noi non avremo altra scelta che attivarci per richiedere un referendum consultivo”, concludono i tre esponenti del PdL.