“La forza del governo tecnico? Sta anche nell'antipolitica, nel disamore di una parte dell'opinione pubblica risentita nei confronti del sistema politico e dei partiti di oggi”. Ad affermarlo è Enzo Cheli, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell'Associazione Eunomia, durante la tavola rotonda “La crisi della politica e il governo dei tecnici: dove va l'Italia?” con cui stamani a Palazzo Medici Riccardi a Firenze si è aperta la VII edizione di Eunomia Master, il corso di alta formazione politico istituzionale rivolto a 50 amministratori under 40 provenienti da tutta Italia.
Accanto a Cheli, erano presenti il vicesindaco di Firenze e direttore di Eunomia, Dario Nardella, il professore di Scienza politica alla LUISS 'Guido Carli' di Roma e presidente del Comitato Scientifico di Eunomia, Leonardo Morlino, e il “padrone di casa”, il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci. Secondo Cheli, se Monti trova sostegno anche in un diffuso sentimento antipolitico, la soluzione da ricercare per rigenerare i partiti è tutta politica.
“Si pensa che quando il sistema politico non funziona il rimedio sia nel cambiamento della macchina costituzionale, ma questa è una follia”, dice Cheli. Anzi, per il presidente di Eunomia, “l'Italia si sta salvando proprio grazie alla tenuta del nostro modello costituzionale e alla sua elasticità, che ha trovato nel Capo dello Stato un ‘motore di riserva’ intervenuto quando i partiti hanno smesso di decidere”. La rigenerazione dei partiti, per Cheli, passa dalla “legge elettorale”.
“Il nodo centrale è la correzione della legge elettorale, a partire dal premio di maggioranza. L'Italia in questo ha già sbagliato due volte. Ora deve compiere il passo decisivo”dice Cheli. Alla riforma della legge elettorale, si deve poi accompagnare un'immediata disciplina del sistema dei partiti, che riguardi – precisa Cheli - “la trasparenza, e i finanziamenti sia pubblici che privati”. Per Nardella la rigenerazione dei partiti “non può essere affidata a chi ne ha causato la drammatica parabola”.
“Serve – dice il direttore di Eunomia – un profondo ricambio della classe dirigente. Il turn over della politica è necessario ed è l'unica via per ritrovare il contatto con i cittadini. In questo senso la strada da percorrere è darsi una nuova legge elettorale”. “La classe politica partitica parlamentare può guadagnarsi un nuovo ruolo di controllo della politica che può riavvicinare i partiti ai cittadini”, sostiene Morlino. “Ma i partiti se ne accorgeranno? Intraprenderanno questa strada? E' tutto da vedere”, conclude il politologo. Ad aprire i lavori di Eunomia Master 2012, il saluto del presidente della Provincia Andrea Barducci.
“Ben vengano esperienze di alta formazione politica come Eunomia, un’eccellenza che crea una classe dirigente in grado di dare un contributo sia alle istituzioni che alle imprese, alle università e ai centri di sapere”. “Mai come adesso – che siamo governati da tecnici e professori – c’è bisogno di uomini e donne appassionate alla politica e svincolati dall’interesse verso una candidatura. C’è urgenza, non più rimandabile, che la politica torni a fornire programmi e idee, mettendo in campo l’interesse e la partecipazione della società.
Perché senza politica nessun futuro può essere radioso e brillante”. Il commento del Cardinale Giuseppe Betori. “In un mondo in cui c'è molto affanno, fa piacere interloquire con giovani così interessati e curiosi come quelli che ho incontrato a Eunomia Master: sono una bella scoperta. ”. Così il Cardinale Giuseppe Betori commenta la sua partecipazione al corso di alta formazione politico istituzionale, che si è aperto oggi a Villa Morghen a Settignano. Quella del Cardinale è stata la prima lezione della VII edizione di Eunomia Master, dedicata al tema “Multiculturalismo e territori”.
Accanto a lui in aula, a coordinare il suo intervento, il professore di Diritto costituzionale all'università di Firenze e membro del Comitato scientifico di Eunomia Andrea Simoncini. Tra i tanti temi affrontati dal Cardinale, anche l'attuale fase politica del Paese. “Sono in molti a pensare che stiamo vivendo una 'pausa' della politica. - afferma il Cardinale – Ma secondo me dobbiamo considerare che i tecnici chiamati a trovare soluzioni per uscire dalla crisi devono poi sottoporre le loro scelte al parere del Parlamento.
Quindi non credo che l'esecutivo tecnico sia un 'supplente' della politica”. Secondo il Cardinale al momento il Paese assiste “a un modo diverso di esercitare la politica, a un modo che ci può sembrare strano, abituati come eravamo allo scontro ideologico e ora costretti a rinsaldare le fila per fronteggiare la situazione economica assai difficile. Ma non credo che i partiti siano in ferie. A loro si impongo anche oggi scelte molto costose. Il vero problema sarà la gestione e il passaggio 'al dopo' e riuscire a non avere le contrapposizioni di ieri”. Ai giovani di Eunomia, il Cardinale ricorda le parole di Don Milani: “La politica è 'sortirne insieme'.
Cercare insieme una soluzione ai problemi, in nome del bene comune. Nelle nuove generazioni questo spirito non deve mancare”. Il Cardinale si è soffermato sul concetto di multiculturalismo: “Per la Chiesa la verità si impone per la forza della verità stessa. Gli umani siano liberi da coercizioni. Il multiculturalismo? La Chiesa ha smesso di parlare di tolleranza, sono gli individualisti ora a farlo. La Chiesa riconosce la libertà a tutti di cercare la verità, attraverso il dialogo, mai con la violenza”. Il Cardinale interviene anche sul tema della moschea a Firenze.
“Sia la comunità musulmana a dirci come vuole esprimersi, in modo compatibile con il bene comune della città. Ci sono voluti 1200 anni per costruire una cattedrale degna di tale nome. Se la comunità musulmana è arrivata a Firenze 10 o 15 anni fa, mi sembra che questo lasso di tempo giustifichi da sé il fatto che ancora non ci sia una moschea degna di questo nome. Ci sono dei tempi con cui le comunità si radicano sul territorio, si affermano e si esprimono”. Al termine della lezione, sollecitato dai giornalisti in merito a un articolo di oggi sull'Avvenire sul sistema bancario, il Cardinale commenta: “Il peso della crisi è un problema di tutti.
Le banche non possono tirarsi indietro”.