“Il Consiglio comunale è orgoglioso è compiaciuto di essere protagonista della cerimonia per la cittadinanza onoraria a Roberto Benigni”. Così il presidente Eugenio Giani che questa mattina ha aperto la seduta straordinaria dell’assemblea cittadina riunita oggi nel Salone dei Cinquecento dove Benigni è stato insignito ufficialmente dal sindaco Renzi della cittadinanza onoraria conferitagli dal Comune nel 1999. “Profondo è il nostro legame con Benigni – ha detto Giani- per la sua capacità di divulgare l’attualità del messaggio di Dante”.
Giani ha invitato tutti ad osservare uno dei pennelli del soffitto del Salone dove l’Alighieri appare nella sue funzioni politiche di priore (eletto il 15 giugno del 1300), mentre mostra al Gonfaloniere le carte del piano urbanistico della città insieme ad Arnolfo di Cambio “a testimonianza – ha spiegato Giani- dell’importanza che nelle vicende cittadine riuscì ad esercitare il Sommo poeta fino all’esilio”. Giani ha poi ricordato la citazione di Firenze nel XXVI canto dell’Inferno dove “si evince il tormentato rapporto dell’Alighieri con Firenze.
Benigni – ha concluso Dante- ha la grande capacità di mettere in contatto i contemporanei e le nuove generazioni con la straordinaria fecondità del pensiero di Dante. Oggi sentiamo con forza come Roberto Benigni venga percepito dai fiorentini come un personaggio straordinario della nostra epoca” Il ricordo di Valdo Spini: "Una sera andai a fare una conferenza su “L’alternativa socialista” alla Casa del popolo di San Donnino. Non mi sarei aspettato che finisse in una inquadratura del film di Giuseppe Bertolucci “Berlinguer ti voglio bene”, protagonista l’allora giovane Roberto Benigni.
Una scena del film, girata nella vicina Casa del popolo di Capalle, ne aveva ripreso il manifesto. Benigni, rappresentava in modo piacevolissimo quel modo di ragionare surrealistico proprio della nostra area territoriale. Perché Berlinguer “non dava il via”? Si arrampicavano lì, l’uno sull’altro, molti argomenti politici, fino a che uno degli astanti prorompeva nella frase: “Perché gl’ha da fare!”. Il che, come il tetto in un castello di carte, li faceva cadere tutti l’uno sull’altro.
Sono naturalmente tempi passati, ma ricordiamo la comicità di “pole la donna permettisi di pareggiare con l’omo? No!”. Politicizzazione e spontaneità. In “La vita è bella” Benigni, viene coinvolto in una lezione di scuola in cui scopre la gamba e dichiara di avere un “ginocchio ariano”. Al tempo delle leggi razziali, venivano fatti girare per le scuole professori che dovevano illustrare la superiorità della razza ariana e la pretesa inferiorità di quella ebraica. Teresa Mattei, studentessa del Liceo Michelangelo di Firenze disse che lei quelle bestialità non le poteva sentire e se ne andò di classe.
Fu espulsa da tutte le scuole del regno. Ma Piero Calamandrei, dimostrò che niente ostava legalmente alla sua partecipazione come privatista all’esame di maturità, cosa che avvenne e la Mattei poté iscriversi all’università" Questo l’intervento del capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli “Innanzitutto desidero esprimere la gioia e la soddisfazione per poter annoverare tra i cittadini di Firenze un grande artista quale Roberto Benigni. Non possiamo però nascondere la sensazione che attraverso questa cerimonia, il sindaco Renzi abbia messo in campo il tentativo di ‘contrappesare’ la figura di Beppe Grillo con un altro comico di enorme popolarità.
Lo stesso Grillo che gli ha ormai ‘scippato’ la figura di rottamatore della vecchia politica. Renzi avrebbe forse messo in atto così una strategia per recuperare il terreno perduto? L’augurio che ci facciamo, per una volta, è di sbagliarci, e che Renzi abbia il buon senso di non utilizzare la figura di Roberto Benigni a fini elettorali”. “Questo riconoscimento - ha sottolineato il sindaco Renzi - non è solo l’occasione di un graditissimo ritorno a casa di Roberto, ma ci fa capire che la cittadinanza e l’onore sono due concetti che stanno necessariamente insieme e ci aiuta a riflettere su cosa significa essere cittadini e su cosa significare vivere degni di onore”. “Quando a Dante Alighieri in esilio venne chiesto di tornare a casa, pagando una multa e riconoscendo in una pubblica cerimonia la propria colpa - ha continuato Renzi -, Dante, che sappiamo quanto amasse Firenze, disse di no perché non poteva accettare di riconoscere una colpa che non aveva commesso.
Non poteva cioè accettare che esistesse la cittadinanza senza l’onore, che l’onore venisse meno pur di essere cittadino. Dovremmo essere grati a Roberto perché ci ha insegnato a capire che Dante non è solo un patrimonio della scuola ma di tutti noi, ci ha insegnato che le domande del poeta sono vive e vere, non di qualche secolo fa”. “Essere cittadini - ha proseguito - vuol dire volere bene alla città, dove conta il singolo ma anche il ‘noi’, vuol dire saper riconoscere la nostra identità.
E l’onore, parola che ha la stessa radice di ‘onesto’, è un elemento centrale della nostra cittadinanza. Si è cittadini se si è degni di onore. Si è persone onorevoli se si gusta l’idea della cittadinanza”. “Roberto Benigni - ha concluso - ci ha educato a tirare fuori il meglio di noi. Per questo siamo grati al consiglio di allora e all’ex sindaco Mario Primicerio che vollero festeggiare il premio Oscar con questa cittadinanza. Chiediamo a Roberto di continuare a provocarci e a provocare nel senso positivo del termine - come avverrà dal 20 luglio con lo spettacolo a Santa Croce.
Chiediamo invece a noi stessi di vivere questa occasione non soltanto per abbracciare uno di noi ma anche per riflettere su come ognuno di noi può essere cittadino onorario della propria città” Questo l’intervento del vice presidente della Commissione cultura Mario Tenerani (PdL) “Questo è il testo che avremmo voluto leggere oggi nel Salone dei Cinquecento ma che per ragioni francamente a noi incomprensibili non ci è stato permesso di fare”. “Vi porgo, in qualità di vice presidente della commissione cultura, il saluto ed il ringraziamento del gruppo consiliare PdL per questa bellissima giornata.
Siamo orgogliosi di poter condividere un riconoscimento così prestigioso ad un maestro dell’arte e della cultura come Roberto Benigni. Nel 1999 il consiglio comunale di Firenze votò ad unanimità la cittadinanza onoraria a Roberto Benigni per “La vita e’ bella”, un autentico capolavoro del secolo scorso, un film che conquistò tre Oscar. Quell’opera era e resterà un inno alla vita che nasce da una tragedia immane. Un evento che mai più si dovrà riprodurre in nessuna forma. Quel film alla fine ci lascia una speranza, un invito a credere che la vita è bella.
Ecco noi ci ritroviamo nei valori assoluti ed incontrovertibili di quel film. La nostra società vive un momento di delicatezza estrema, economica ed umana; noi crediamo che quel film abbia indicato una volta di più la strada maestra; bisogna lavora tutti per costruire e non per distruggere; bisogna lavorare sulle idee e non sulla negazione delle medesime; bisogna lavorare sempre di più sull’accettazione del dialogo e non sull’edificazione di muri invalicabili. “La vita e’ bella” è un film che per i giovani deve avere la stessa valenza di un testo scolastico, su cui formarsi e capire fino in fondo le tragedie dell’umanità.
Poiché un senso della vita e’ lasciare qualcosa ai giovani, possiamo dire senza tema di smentita che Roberto Benigni con questo film e con molte altre fatiche culturali e’ diventato un modello da seguire. Il maestro ci ha spiegato una volta di più che la cultura non deve essere appannaggio di una elite bensì un mezzo di cui tutti possono fruire, ma soprattutto un metodo per annaffiare l’anima ogni giorno e per renderla migliore. Pensiamo soltanto alla straordinaria opera di divulgazione della Divina Commedia. Grazie a Roberto Benigni, Dante e’arrivato finalmente in tutte le piazze ed in tutte le case degli italiani.
Anche per questo siamo felici oggi di avere un fiorentino in più, orgogliosi che Roberto Benigni ci rappresenti in ogni parte del pianeta ricordando a tutti quale privilegio sia essere fiorentini”. Questo l’intervento dei consiglieri del Gruppo PdL “Il presidente Eugenio Giani recuperi immediatamente l’autorevolezza e torni a svolgere il ruolo di presidente dell’assemblea cittadina rendendo legittimazione al ruolo del consiglio comunale. Conosciamo Giani come attento conoscitore di norme e regolamenti, ed abbiamo apprezzato in lui la capacità di difendere il ruolo del consiglio valorizzando il lavoro dei consiglieri comunali, ma purtroppo negli ultimi periodi questa autorevolezza è venuta meno e il ruolo del consiglio pian piano si è svilito a semplice ruolo di passacarte o esecutore delle volontà del sindaco. Purtroppo è successo anche oggi durante la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria a Roberto Benigni, momento di festa per tutti soprattutto per il consiglio comunale che aveva votato la delibera nel lontano 1999. La conferenza dei capigruppo di ieri aveva dato mandato al presidente Giani di concordare con la giunta gli interventi che dovevano svolgersi oggi, stamani il presidente ha comunicato che in rappresentanza del consiglio sarebbero intervenuti il presidente stesso e il presidente e vice presidente della commissione cultura, Bieber e Tenerani. Abbiamo scoperto solo assistendo alla cerimonia che i due consiglieri non sono intervenuti, tutto ciò perché i consiglieri Spini e Giocoli hanno inscenato una bizza degna dell’asilo nido. Il presidente ha il dovere di far rispettare le regole e gli accordi presi, non di assecondare le bizze e la richiesta di visibilità. La bizza di Spini ci meraviglia, sia per l’uomo che conosciamo ma soprattutto per la sua lunga militanza nelle istituzioni, prima consigliere comunale, poi assessore a Firenze, parlamentare per 8 legislature e addirittura ministro, a quelle della consigliera Giocoli invece ci siamo abituati”. Spini : "Malcontento del PdL non deve essere rivolto a me" "Il malcontento del PdL non deve essere diretto nei miei confronti.
Io non ho mai, dico mai, chiesto che non fosse data la parola a qualcuno, ho solo affermato che se qualcuno parlava vi doveva essere equilibrio fra le forze politiche che compongono il Consiglio comunale. L’ho detto sia durante la riunione dei capigruppo che nel Salone dei Cinquecento"