Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione del gruppo Udc sulla prevenzione sismica, per la messa in sicurezza del territorio regionale. Il testo, illustrato dal capogruppo Giuseppe Del Carlo, impegna la Giunta su tre punti precisi: accelerare gli interventi diretti a realizzare un quadro conoscitivo più dettagliato sulla pericolosità sismica locale del proprio territorio; ricercare le risorse necessarie per effettuare e completare gli idonei interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici che hanno assoluta priorità; riprendere in esame la normativa relativa alla costruzione dei capannoni industriali, prevdendo, per quelli esistenti, le necessarie verifiche per la sicurezza. Marta Gazzarri (capogruppo Idv), annunciando il voto positivo, ha ricordato che sugli stessi argomenti il suo gruppo aveva rivolto un’interrogazione all’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini ricevendo risposte “positive e incoraggianti”. Vittorio Bugli (capogruppo Pd) ha definito la mozione “utile per rimettere al centro della discussione una tematica importante” e ha dichiarato la disponibilità “ad affrontare l’argomento nella commissione competente”. Come reagirebbe il territorio della provincia di Prato ad un terremoto simile a quello che ha colpito l'Emilia? E' questa la drammatica domanda a cui la Provincia e la Fondazione Prato Ricerche stanno per dare una risposta.
La Provincia, investendo in prevenzione, ha deciso di mappare il territorio approfondendo la classificazione nazionale sul rischio sismico e partendo proprio dalle aree che sono segnalate come più sensibili, la Val di Bisenzio e Montemurlo. “E' un momento in cui l'attenzione su questi temi è alta, ma in verità da tempo stavamo pensando di affidare uno studio approfondito – dicono il presidente della Provincia Lamberto Gestri e l'assessore Stefano Arrighini – Oltretutto ogni euro speso in prevenzione significa molti soldi risparmiati in ricostruzione.
In questo progetto la Provincia impegna circa 40 mila euro con l'obiettivo di dare un contributo serio ed efficace alla sicurezza del territorio e delle persone che ci vivono”. Lo studio, che sarà condotto dall’Istituto geofisico Toscano - Fondazione Prato Ricerche, mapperà il territorio attraverso microzone, nelle quali sarà studiato l'effetto dell'onda sismica con indagini strumentali e geologiche. “L'impatto di un'onda sismica dipende in gran parte dal terreno che attraversa – spiega il direttore della Fondazione Prato Ricerche Gilberto Saccorotti – I terreni più pericolosi sono quelli costituiti da sabbie e ghiaie, come le valli riempite dai detriti dei corsi d'acqua”.
Per questo motivo lo studio delle caratteristiche geologiche ha grande rilevanza nel calcolo del rischio. La ricerca partirà dalla Val di Bisenzio e da Montemurlo, le zone della provincia più vicine all'Appennino, dove hanno origine la stragrande maggioranza dei fenomeni che interessano il nostro territorio. Sarà operativo a settembre e darà i primi risultati già nella primavera 2013. Sarà condotto in sinergia con i Comuni interessati, che utilizzeranno i risultati come supporto alla pianificazione urbanistica locale, e monitorerà con particolare attenzione il rischio per gli edifici pubblici e per le zone industriali.
Sarà anche una guida utile per il cittadino, che potrà meglio valutare la situazione della propria abitazione o della propria azienda e decidere magari di fare a propria volta approfondimenti o interventi. Inoltre sarà un supporto per la programmazione dei piani di intervento della protezione civile. Il sistema operativo dell’Istituto geofisico toscano dispone di una rete di rilevamento di otto stazioni distribuite nella Toscana settentrionale. Gestisce anche due stazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
L’Istituto geofisico toscano, con il Museo di scienze planetarie, viene gestito dalla Fondazione Prato ricerche, di cui fanno parte la Provincia di Prato, l’Università di Firenze e la Fondazione pro verbo.