Per fronteggiare i profondi danni causati dal sisma in Emilia Romagna, il Consiglio dei Ministri ha deliberato questa mattina misure speciali, estendendo lo stato di emergenza, oltre che alla provincia di Modena, anche a quelle di Reggio Emilia e di Rovigo. Ai Sindaci dei Comuni colpiti dal sisma, il governo affida il ruolo di vicecommissari per la ricostruzione e prevede la deroga del Patto di Stabilità ed il rinvio dei versamenti fiscali e contributivi a settembre. Verrà inoltre applicato un aumento di due centesimi di accisa sulla benzina e saranno concessi contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate e per la messa in funzione dei servizi pubblici. Il comunicato da parte dell'Aduc: " A copertura degli interventi a sostegno dei terremotati il governo ha deciso l'aumento di 2 centesimi dell'accisa sui carburanti per autotrasporto cosi' come l'utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review.
Una decisione, quella sull'accisa dei carburanti, che lascia attoniti. Come se niente fosse successo in questi anni con l'introduzione delle cosiddette tasse di scopo. Alla memoria sovvengono quella per la guerra di Abissinia e per Suez, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Libano, ecc., che hanno aumentato l'accisa sulla benzina: al termine della guerra o dell'evento calamitoso sono sempre state inglobate nella fiscalita' generale. Se il Governo lo ha fatto perche' gli sembra il metodo piu' semplice per venire incontro alle spese che dovra' sostenere per la ricostruzione delle zone terremotate, pur se il fine e' nobile (come era altrettanto nobile anche in passato), sicuramente e' pessimo.
Probabilmente il Governo lo ha fatto perche' pochi oseranno, nell'attuale drammatico contesto in cui si contano ancora i morti emiliani, contestarlo in merito. Ma i governi esistono proprio per questo, cioe' per governare: la razionalizzazione delle spese e del prelievo pubblico e' il punto di partenza dell'arte di governo, arte che deve guardare al passato e anche al futuro, e non solo a tappare i buchi delle continue emergenze dell'oggi. Veramente non c'erano altri sistemi di finanziamento, magari scavando ancora meglio nello “spending review” su enti inutili, spese sanitarie fuori controllo, benefici delle varie caste, etc?". “Aumento dell’accisa per reperire fondi per il disastro in Emilia Romagna? Chiederei l’esenzione per la Toscana”.
Così ha detto il presidente Enrico Rossi a margine dell’inaugurazione della nuova maternità di Careggi, rispondendo a una domanda sul terremoto. “Mi sono assunto la responsabilità di aumentare l’accisa sui carburanti quando era necessario trovare fondi per il disastro in Lunigiana. Credo che i cittadini toscani dovrebbero essere esentati da un ulteriore sacrificio”.
Il presidente Rossi ha quindi riassunto brevemente quanto ha già fatto la Toscana con l’invio di una colonna di protezione civile e di tende per 330 posti letto e ha nuovamente ringraziato tutti i volontari per la loro opera in una situazione, ha riferito, “che già domenica scorsa, quando ho visitato il campo di San Possidonio, mi era sembrata gravissima”. «Se da un lato ritengo giuste alcune misure di "pronto intervento" del Governo a favore delle zone terremotate − ad esempio la deroga del Patto di stabilità per i Comuni coinvolti − dall'altro credo sia sbagliato cercare altre risorse attraverso l'ennesimo aumento del prezzo della benzina, che oramai, in Italia, a forza di rincari sulle accise, ha raggiunto il prezzo più alto d'Europa, fino a diventare una "tassa della disgrazia" che serve a coprire buchi di bilancio».
L'eurodeputato della Lega Nord, Claudio Morganti, commenta così alcune delle misure varate oggi dal Consiglio dei ministri, per reperire le risorse necessarie ad affrontare l'emergenza terremoto in Emilia Romagna, tra cui un aumento di due centesimi dell'accisa sulla benzina. «Sarebbe stato più responsabile non festeggiare la Festa della Repubblica e destinare questi risparmi alle aree colpite dal terremoto», ha aggiunto Morganti, sottolineando che «il nostro governo non ha avuto lo stesso buon senso che spinse Arnaldo Forlani ad annullare la parata del due giugno, dopo il disastroso terremoto in Friuli del 1976».
«Evidentemente -ha concluso l'eurodeputato del Carroccio- a Monti e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, piace di più veder sfilare i militari in colorite parate piuttosto che impiegarli per aiutare i terremotati. E così, mentre l'Emilia boccheggia, Roma festeggia». Per fronteggiare i profondi danni causati dal sisma in Emilia Romagna, il Consiglio dei Ministri ha deliberato questa mattina misure speciali, estendendo lo stato di emergenza, oltre che alla provincia di Modena, anche a quelle di Reggio Emilia e di Rovigo.
Ai Sindaci dei Comuni colpiti dal sisma, il governo affida il ruolo di vicecommissari per la ricostruzione e prevede la deroga del Patto di Stabilità ed il rinvio dei versamenti fiscali e contributivi a settembre. Verrà inoltre applicato un aumento di due centesimi di accisa sulla benzina e saranno concessi contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate e per la messa in funzione dei servizi pubblici. “E’ importante che il governo abbia provveduto al blocco dei pagamenti tributari per i comuni colpiti dal sisma – ha commentato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – e che abbia disposto la deroga al Patto di stabilità per le spese legate alla ricostruzione.
Questo consentirà ai cittadini e agli enti locali di riprendere un po’ di fiato e darà loro il tempo di riorganizzarsi. Mi sorge però spontanea una riflessione: forse c’è davvero bisogno di modificare il decreto predisposto dal governo sulla Protezione Civile, per ridare a quest’ultima gli strumenti, le risorse e le funzioni adeguate per intervenire in aiuto alla popolazione e alla messa in sicurezza degli edifici a rischio”.