Nella pianura padana, tra le province di Modena e Ferrara, le scosse di terremoto hanno continuato a manifestarsi per tutta la nottata. L'evento massimo registrato è di magnitudo 3.7 Ml e profondità 5 km. La scossa sismica di magnitudo 5.9 delle 4.03 di domenica ha interessato molte zone dell'Italia del Nord, con epicentro localizzato tra i comuni di Finale Emilia, Borgofranco sul Po e Felonica. Attualmente il dispositivo di soccorso complessivamente impegnato è di oltre 650 unità operative dei Vigili del Fuoco e 90 mezzi di soccorso. Ferrara è la provincia dove vi sono il maggior numero di vittime, cinque persone.
Una a Bondeno, tre a S. Agostino e una a Dosso di Cento. Danni strutturali a campanili,strutture pubbliche e private, sono stati rilevati nei Comuni di Casumaro, S. Carlo e nella frazione di Fondorello. A Modena sono stati organizzati interventi nei Comuni di Massa Finalese, Canaletto, Pavignane, Rivara, S.Felice, Medolla e S.Giacomo Roncole. Si evidenziano lesioni e crolli di strutture religiose, abitazioni private, strutture pubbliche ed edifici industriali. Sono piu di 3500 gli interventi effettuati e quelli ancora da evadere dalle squadre VF.
In provincia di Mantova si opera soprattutto nel Comune di Moglia, dove risultano i danni maggiori. Ulteriori interventi si registrano dei Comuni di Gonzaga, Pegognaga, Schivenoglia, Villa Poma, Poggio Rusco, Felonica, Sermide, Ostiglia, Pieve di Corano, Quincentole, Quistello, S.Giovanni Bosso. Danni a luoghi di culto, fabbricati civili, cornicioni e strutture industriali. Sono 140 i volontari della Colonna mobile della Protezione civile inviata dalla Regione Toscana nei luoghi del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna.
Sono arrivati nella notte e in questo momento stanno allestendo un campo di accoglienza a San Possidonio, vicino a Mirandola, in provincia di Modena (qui la mappa). Il campo, una volta a regime, sarà in grado di ospitare 250 sfollati, in 22 tende pneumatiche da 48 metri quadri l’una, in attesa che le loro abitazioni siano di nuovo agibili. La Colonna della Protezione civile toscana ha mobilitato a tal fine le seguenti risorse: 46 mezzi, 2 gruppi elettrogeni di grande potenza, 3 torri faro, 2 tende sociali da 288 e 144 metri quadri, 1 cucina da campo su container, 1 carrello cucina, 3 moduli bagno su container, 1 tensostruttura per sala mensa con tavoli e panche, 1 modulo dispensa. Il Servizio sismico della Regione Toscana ha inoltre già inviato 5 rilevatori danni in grado di stabilire l’agibilità delle abitazioni colpite dal sisma e altri 15 arriveranno nella zona domani.
La Provincia di Firenze in raccordo con la Provincia di Arezzo è partita con la colonna mobile regionale mettendo a disposizione uomini e mezzi per l'allestimento dell'area di ricovero destinata all'accoglienza dei cittadini sfollati del comune di Possidonio (MO). I volontari fanno parte del Comitato Operativo Regionale del Volontariato (CORV, costituito da Anpas Toscana, Misericordie toscane, Croce Rossa Italiana e dai Vigilanza Antincendi Boschivi – VAB) e del sistema di Protezione civile delle Province toscane che comprende anche altre associazioni di volontariato.
Anche la Fratellanza Militare di Firenze in prima linea per il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna nella notte tra sabto e domenica. Questa notte, cinque volontari sono partiti alla volta di Mirandola con un camion e un mezzo di protezione civile per fornire assistenza e primo soccorso. I militi saranno impegnati nella costruzione di un campo base che ospiterà 250/300 sfollati. "Abbiamo avuto una telefonata di preallerta ieri pomeriggio, mentre eravamo impegnati in un'esercitazione a Siena - racconta il presidente della Fratellanza Militare Filippo Allegri -.
Dopo una veloce organizzazione abbiamo predisposto la squadra di volontari e, una volta ricevuto l'ok, la colonna mobile è immediatamente partita alla volta di Mirandola". La Fratellanza Militare, in contatto costante con la Protezione Civile, come per il sisma che tre anni fa ha colpito L'Aquila, ha messo a disposizione uomini, professionalità e mezzi L'impegno degli Istituti di Credito Carisbo e Banca CR Firenze, le banche di Intesa Sanpaolo che operano nel territorio colpito dal sisma di questa notte, hanno preso una serie di provvedimenti a favore di famiglie ed operatori economici delle province di Ferrara, Modena e Bologna che hanno subito danni dal terremoto.
E’ stato innanzitutto stanziato un plafond di 50 milioni di euro per finanziamenti per il ripristino delle strutture danneggiate (abitazioni, negozi, uffici, laboratori artigianali, immobili ad uso produttivo). Carisbo e Banca CR Firenze concedono inoltre una moratoria fino a 12 mesi sulle rate dei mutui su immobili danneggiati dal sisma, sia ad uso abitativo che produttivo, mantenendo inalterate le condizioni. Le banche provvederanno infine a concedere linee di credito in conto corrente per finanziare le spese di emergenza, della durata massima di 12 mesi, trasformabili poi eventualmente in mutui a medio termine.
Per quest'ultima operazione le banche garantiscono un tempo di istruttoria contenuto entro 5 giorni lavorativi da quando viene presentata la richiesta completa di documentazione. “Carisbo e Banca CR Firenze si confermano banche del territorio – dichiarano congiuntamente Adriano Maestri e Luciano Nebbia, direttori regionali di Intesa Sanpaolo - e vogliono esprimere la loro concreta vicinanza alle famiglie e alle aziende che alle difficoltà create dalla presente congiuntura aggiungono i nuovi gravi problemi creati dal terremoto.” Fin da domani per i clienti delle filiali danneggiate dal sisma verrà subito garantita ogni forma di operatività nelle filiali più prossime a quelle eventualmente impossibilitate ad operare.
Carisbo e Banca CR Firenze, insieme alle altre banche del Gruppo Intesa Sanpaolo, sono a disposizione per ogni necessità e chiarimento presso le filiali sul territorio. «Ancora una volta la terra trema e le costruzioni crollano e uccidono persone. Quel che possiamo fare noi geologi è migliorare tutti i meccanismi di prevenzione. Come operatori della prevenzione non possiamo permetterci di abbandonarci alla costernazione ed allo sconforto lavoriamo insieme perché i prossimi eventi sismici, ovunque colpiranno, trovino popolazione e patrimonio edilizio ben preparato.
Credo che questo sia il miglior modo di onorare le vittime». Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, parla dell'unica soluzione contro i terremoti, la prevenzione. E esprime un messaggio di solidarietà. «L’Emilia Romagna ha un ottimo servizio geologico e non è certo carente di geologi, ma in questo tragico momento, i colleghi emiliani sappiano di poter contare anche sui colleghi toscani». Il sisma di domenica che ha provocato sette morti e distruzione tra Modena e Ferrara ha riportato alla ribalta tutto quello che c'è da fare quando si parla di terremoti.
«La Toscana è molto delicata da un punto di vista dei terremoti – ricorda Maria Teresa Fagioli – tanto che l’80% del territorio toscano è a rischio sismico. E su 287 Comuni, 196 hanno i propri territori, che ospitano il 70% degli edifici pubblici e privati dell’intera Regione, nelle fasce più pericolose». La Toscana è fatto molto in materia, ma un posso importante sarà fatto quando sarà estesa a tutto il territorio regionale a rischio la microzonazione sismica. «Il problema è che se è relativamente facile intervenire normativamente sulle nuove costruzioni, il nostro patrimonio edilizio storico è quello che è, spesso per quanto riguarda molti edifici pubblici, scuole comprese, in precario stato di manutenzione strutturale.
Le aree costruite dovranno essere valutate in maniera più dettagliata, edificio per edificio. Ricordiamoci sempre che il terremoto di per sé non uccide, sono le case che crollano addosso agli abitanti ad uccidere. Il lavoro di microzonazione è già stato inserito in alcuni strumenti urbanistici, ma c'è da risolvere il problema di quanto già costruito, verificarne l’affidabilità».