Finisce in parlamento e sulla scrivania del premier Monti, il caso della bretella fantasma Prato-Signa su cui la procura di Firenze ha un’inchiesta in corso: a far approdare la vicenda sui tavoli romani ci ha pensato il deputato toscano del Pdl Riccardo Migliori (Vicecoordinatore regionale vicario del Pdl in Toscana), che ha appena depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta direttamente a Mario Monti. Migliori punta a far chiarezza sui 29 milioni «spariti dalle casse pubbliche», si legge nel documento, e versati «dalla Regione Toscana alla società SIT come contributo in anticipo per la realizzazione della Bretella autostradale Signa-Prato di km 9,4 che doveva terminare nel 2010 e i cui lavori non sono mai iniziati».
Da Monti, infatti, il deputato toscano vuol sapere innanzitutto «se quei 29 milioni di euro spariti dalle casse pubbliche appartenessero alla Regione Toscana o fossero (e in quale proporzione) derivati dallo Stato». In seconda battuta, Migliori chiede «se corrispondono a verità le notizie secondo cui, nel novero dei primi tagli di 1 miliardo di spese pubbliche proposti dal Dott. Bondi su incarico del Presidente del Consiglio dei Ministri, siano ricomprese poste di bilancio inutilizzate dalla Regione Toscana soprattutto sul piano delle opere infrastrutturali». Prima però, nella premessa dell’interrogazione, ecco come Migliori ricostruisce la vicenda: «Il caso più clamoroso di cattiva amministrazione e sperpero di denaro pubblico degli ultimi anni – scrive l’esponente del Pdl – è certamente appannaggio della Regione Toscana capace addirittura di versare 29 milioni di euro alla S.I.T.
(Società Infrastrutture Toscana) nel 2006 come contribuito in anticipo per la realizzazione della Bretella autostradale Signa-Prato di Km 9,4 che dovevamo terminare nel 2010 ed i cui lavori non sono mai iniziati. La “Bretella fantasma” rappresenta un caso più unico che raro in Italia di “pagamento anticipato” da parte della P.A., generalmente restia a puntuali pagamenti per opere addirittura già realizzate. Su questo è in corso un’ inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Firenze».