«Le risorse recuperate dalle Assicurazioni Generali SpA vadano a favore della viabilità che interessa i comuni di Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Scandicci». È quanto emerge dalla nota della Lega Nord Toscana in risposta alla comunicazione del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sulla bretella “Lastra a Signa-Prato”. «La risposta di Rossi – chiosa il capogruppo del Carroccio in Regione, Antonio Gambetta Vianna – non soddisfa la Lega Nord e non fa chiarezza sulla tempistica per il proseguimento del progetto della bretella Lastra a Signa–Prato.
Mi sembra che questa sia una storia infinita. I cittadini toscani hanno speso 29 milioni di euro e non hanno visto niente di concreto. Addirittura, sembra che il progetto, pur essendo di proprietà della Regione, ancora non sia nella disponibilità della stessa, oltre a dover fare ancora valutazioni sulle condizioni di sostenibilità e a dover procedere con la Valutazione di Impatto Ambientale. Tempi biblici della burocrazia che blocca qualsiasi tipo di sviluppo. I toscani – prosegue il capogruppo del Carroccio – hanno già pagato sia in termini strettamente finanziari che come mancato sviluppo del territorio e della sua economia.
Ed un fatto allarmante è anche che tuttora c’è una parte della Regione, quella del sud, che sconta un importante gap infrastrutturale che blocca l’economia e lo sviluppo di intere province». Secondo il collega e commissario provinciale del Carroccio fiorentino, Gian Luca Lazzeri, «leggendo la comunicazione di Rossi sorge il sospetto che i finanziamenti a suo tempo stanziati per la bretella Lastra a Signa-Prato possano essere dirottati su altre aree. Non a caso si parla di 23 nuovi interventi programmati, tra cui alcuni sulla Fi-Pi-Li.
Noi – prosegue l’esponente leghista – vogliamo che quanto recuperato dalle Assicurazioni Generali SpA, che avevano garantito gli importi finora anticipati nonché le risorse ad oggi stanziate e non utilizzate, vadano a favore della viabilità che interessa i comuni di Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Scandicci. Siamo, inoltre, contrari all’ipotesi di una bretella a pedaggio come era nell’originario progetto, in quanto – conclude Lazzeri – colpirebbe prevalentemente i lavoratori pendolari». Questa la comunicazione del presidente Enrico Rossi “Abbiamo fatto un decreto ingiuntivo alle Assicurazioni, perché ci siano liquidati immediatamente i 28 milioni e 900mila euro che abbiamo dato e che ci spettano, visto che l’opera non è andata in porto e il contratto è stato rescisso”.
Così Enrico Rossi nella comunicazione urgente sulla Bretella Lastra a Signa – Prato, richiesta da tutti i consiglieri del Pdl e collegata a tre interrogazioni presentate sul punto rispettivamente da Udc, gruppo Misto e Idv. Il contributo regionale erogato fin dal 2006, per effetto della convenzione stipulata con Sit Spa e oggi rescissa, è infatti garantito con polizza assicurativa con Assicurazioni generali, stipulata nel dicembre 2006. La Regione, spiega il presidente, rivuole subito la somma erogata per l’opera non andata in porto; quindi affronterà la trattativa per l’acquisto del progetto affidato a Sit spa. Rossi ha infatti ribadito che l’opera, nella considerazione della Giunta, resta “non solo prioritaria ma necessaria”.
A conferma di ciò nella delibera 1030 del 2011 si sono già presi una serie di impegni, incluso il “recupero del progetto fatto da Sit Spa, una volta che sarà pagato” per una valutazione, nei due mesi successivi, su possibili riduzioni dell’intervento previsto e sulla sostenibilità dell’opera. L’impegno di Rossi è esplicito anche sul possibile inserimento della Bretella in “un project financing più ampio”, quale “quello complessivo sulla FiPiLi”. Una scelta che potrebbe recuperare fattibilità per un intervento “di pochi chilometri, appena 9,4, alla luce del calo di traffico dovuto alla crisi e atteso anche per 2012”. Il presidente della Giunta ha ricostruito davanti all’aula le tappe che hanno portato, infine, allo scioglimento del contratto con il concessionario individuato fin dal luglio 2006 dalla Regione, quando alla Società di Progetto “Società Infrastrutture Toscana S.p.a (S.I.T.)” fu affidata la concessione per la progettazione definitiva della Bretella a pedaggio, nonché la sua realizzazione e gestione, “la lievitazione dei costi” e, a corredo, della richiesta di “ulteriori finanziamenti alla Regione”.
“La forte lievitazione dei costi ha reso insostenibile l’impegno della Regione” ha spiegato il presidente ricordando come, dall’iniziale impegno per importo totale di investimento di 243.133.200,66 euro, con un contributo regionale di 28.900.000, si sia passati ai 320 milioni nel 2007 (sempre su progetto definitivo) fino alla previsione di un importo totale di investimento di 385.191 milioni nel 2009, una volta corredato il progetto delle varianti richieste per l’adeguamento alla nuova normativa in materia di VIA.
Successivamente, gli uffici della regione hanno effettuato una valutazione di congruità che ha portato ad individuare un impegno complessivo di 371milioni, tanto che marzo 2010 la Regione evidenzia a Sit la necessità di conoscere l’ammontare dello squilibrio e le misure di riequilibrio proposte. Nel dicembre successivo, Sit comunica la disponibilità a ridurre il costo dell’opera a 310 milioni, estrapolando dal progetto opere per circa 40milioni; ma richiede anche per il riequilibrio del piano economico e finanziario, un contributo aggiuntivo da parte della Regione di 90 milioni.
“Un impegno eccessivamente gravoso”, spiega Rossi, secondo il quale “ è stato saggio non procedere”, non solo alla luce della crisi e comunque dei limiti imposti dal patto di stabilità, ma anche perché avrebbe “cambiato la natura di partenza del project financing”. Di qui l’attivazione dell’articolo 24bis della convenzione che consente (alla Regione) di dichiarare la decadenza dalla concessione nel caso i cui, fino all’approvazione del progetto esecutivo, l’adempimento del contratto diventi eccessivamente oneroso per il concedente stesso, per fatti ad essa non imputabili. Quanto all’erogazione dei 28 milioni, avvenuta subito dopo la stipula della convenzione con Sit, Rossi ha ribadito che essa era necessaria “per mantenere l’equilibrio economico e finanziario” e per “consentire una più rapida progettazione dei lavori”. “La comunicazione di Rossi non ha aggiunto quasi nulla a ciò che abbiamo già letto sulla stampa.
Non si capisce perché, allora, non ha voluto rispondere alle sollecitazioni che avevamo posto nello scorso consiglio regionale”. Questo il giudizio di Paolo Marcheschi (Pdl) sulla comunicazione del presidente della Giunta, Enrico Rossi, sulla vicenda della bretella Lastra a Signa-Prato. Marcheschi ha aggiunto: “Non ci interessa la vicenda giudiziaria, a noi interessano le responsabilità della politica, che sono state molte. Si sono fatte scelte sbagliate e si è fallito l’obiettivo”.
Marcheschi ha spiegato che la bretella “era un’opera che doveva essere realizzata e siamo contenti quando Rossi afferma che resta una priorità, ma nel Prs la questione è liquidata in appena mezza riga”. Marcheschi si è detto preoccupato anche dalle difficoltà emerse “per recuperare i 28,9 milioni garantiti dalle Assicurazioni Generali” e senza i quali “appare difficile intravedere le condizioni per rilanciare quest’opera”. Fabrizio Mattei (Pd) ha definito positivo il quadro conoscitivo illustrato da Rossi.
“Ed è positivo”, ha aggiunto, “che l’opera resti strategica, perché è di assoluta importanza per l’area di Prato e di Signa e, più in generale, per la Toscana”. Mattei ha definito “lineare e trasparente” il percorso seguito dalla Giunta “anche se avrei voluto che l’opera fosse già stata realizzata”. Per questo, secondo Mattei, “è necessario che quest’opera non vada persa” e che si riparta per realizzarla. “Spero che tutto sia stato fatto con regolarità e correttezza, ma al di là di tutto, vicenda giudiziaria compresa, è preoccupante il ritardo per un’opera così essenziale, che interessa il 70% delle aziende che contribuiscono al Pil regionale, e il recupero dei 28,9 milioni depositati presso Generali”.
Questo il giudizio di Marco Carraresi (Udc), che ha giudicato positivamente la decisione della Giunta di “chiudere con il passato” ed è bene “ripartire con forza”. Carraresi ha aggiunto, inoltre, che le “responsabilità nell’iter politico-amministrativo del passato ci sono” e che è “necessario potenziare gli uffici regionali che seguono queste vicende”. Secondo Nicola Nascosti (Pdl), la viabilità della zona tra Signa e Lastra a Signa poteva essere risolta con progetti alternativi “ma si è scelto altrimenti e nella vicenda della bretella ci sono state evidenti inefficienze politiche, che hanno significato evidenti inefficienze economiche”.
Nascosti ha affermato che l’opposizione è favorevole alla bretella, “ma prendiamo le distanze dalla difesa d’ufficio svolta da Mattei nei confronti della Giunta”. Per il futuro preoccupa non solo il costo dell’opera, ma “anche le tariffe del pedaggio a carico dei cittadini e delle imprese”. E ha aggiunto: “Servono scelte coraggiose, perché collegare i destini della bretella a un project che riguarda la Firenze-Pisa-Livorno significa decretare che la bretella non si farà”. “Questa vicenda non è dissimile da molte altre che avvengono in Italia”, ha dichiarato Dario Locci (gruppo Misto).
“E’ un caso di costume nazionale e l’aspetto giudiziario non è irrilevante come qualcuno ha detto”. Secondo Locci è stato “saggio recedere dal contratto, ma questo non assolve la Regione e la Giunta dalle responsabilità politiche che ci sono e che hanno determinato il fallimento dell’opera”. Locci, infine, ha lamentato di non aver avuto risposte circa il fatto “se la Regione, come parte offesa, stia esercitando i poteri sollecitatori di indagine nei confronti della magistratura”. Paolo Bambagioni (Pd), parlando del dibattito in aula “come di un momento di grande amarezza personale”, ha ricordato che da sindaco ha sostenuto l’idea della bretella, “che resta un obiettivo da realizzare”.
Bambagioni ha sottolineato che in aula “c’è l’unanimità sulla necessità di realizzare la bretella, allora dobbiamo lavorare perché si realizzi, anche pagando di più, se questo è dovuto a un aggiornamento delle procedure di legge”. Bambagioni ha invitato la politica a riappropriarsi del proprio ruolo “perché non è accettabile che i dirigenti e i funzionari, ben pagati, non si assumano per intero le loro responsabilità e poi i politici devono assumersi le colpe di ciò che non si concretizza”.
Bambagioni, infine, ha dichiarato di essere contrario a legare il project della bretella a quello per la manutenzione della Firenze-Pisa-Livorno. Di “risposta articolata e condivisibile riguardo alla Regione come soggetto leso” ha parlato Marco Manneschi (Idv), che ha invitato l’aula a non sottovalutare “le difficoltà sempre più evidenti che emergono dal sistema imprenditoriale nell’affrontare la realizzazione delle opere pubbliche”. Manneschi ha giudicato in modo positivo anche la decisione “di lavorare per pretendere il rientro dei soldi versati alle Assicurazioni Generali.
Su questo”, ha concluso, “la Giunta vada avanti con decisione”. «Le ombre di natura giuridica saranno chiarite nelle sedi proprie, ma è certo che siamo di fronte ad una vicenda amministrativa disastrosa con responsabilità politiche gigantesche.» Questo il giudizio severo pronunciato in aula dal Presidente del Gruppo regionale PdL Alberto Magnolfi sulla nota vicenda della bretella “fantasma” Prato-Lastra a Signa, per la quale la Regione affidò nel 2006 alla Società Infrastrutture Toscane Spa (S.I.T.) la progettazione e realizzazione dell'opera, anticipando contestualmente il contributo regionale di circa 29 milioni di euro.
A distanza di sei anni i lavori non sono iniziati, il costo previsto in 243 milioni di euro è lievitato fino a 385 milioni, la Giunta regionale è stata costretta a sciogliersi dal vincolo contrattuale con la società concessionaria. «Tutta questa storia è segnata da una impostazione avventurosa; i risultati parlano da sé: un esborso ingentissimo, nessun risultato conseguito, prospettive di realizzazione rimandate alle calende greche. A questo si aggiunga – prosegue Magnolfi - che non sarà facile recuperare la somma frettolosamente erogata dalla Regione alla società concessionaria.
Risposte precise non ne sono venute ma l'unica strada in cui Rossi confida per il recupero è legata alla polizza fidejlussoria che garantisce la somma anticipata in caso di rottura del rapporto contrattuale con l'affidatario dei lavori. E' facile prevedere un contenzioso tutt'altro che banale, il cui esito molto probabilmente, anche nel caso più positivo, consentirà alla Regione un recupero parziale della somma anticipata, visto che la polizza espressamente prevede di decurtare le spese da riconoscersi al soggetto affidatario dei lavori.
Mai come in questo caso si può dire che per i cittadini pratesi e toscani al danno certo e rilevante si aggiunge la beffa di un obiettivo mancato dopo anni di promesse elettorali che hanno tradito la fiducia dei cittadini. Il Presidente Rossi nella sua debole e imbarazzata difesa d'ufficio ha rilanciato la bretella come un priorità per la sua Giunta. Ma la realtà delle previsioni di spesa prive di qualunque copertura finanziaria fanno pensare ad un sogno irrealizzabile piuttosto che a un progetto fattibile in termini ragionevoli. Un sogno – conclude Alberto Magnolfi - che per la maggioranza potrebbe rivelarsi un incubo.»