Firenze - 1.309 imprese, per 32.818 addetti ed un fatturato complessivo di oltre 8 miliardi di euro nel 2011. Questo il quadro delle imprese high-tech in Toscana disegnato dall’Osservatorio, giunto al suo terzo anno di analisi e presentato questa mattina da Unioncamere Toscana e dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il 62,3% delle aziende toscane ad alta tecnologia sono micro imprese (meno di 9 addetti), ma la maggior parte dell’occupazione (68%) e del fatturato (87,4%) è generata dalle medie e grandi aziende. A livello territoriale, il 33% delle aziende high-tech si concentra in provincia di Firenze, occupa il 32% degli addetti e produce il 30% del fatturato complessivo.
La provincia di Pisa è la seconda per numero di imprese e per numero di addetti. Rilevante inoltre anche il peso della provincia di Siena in termini di addetti (14%), grazie alla presenza di alcune grandi imprese del settore del life sciences. Particolarmente consistente, infine, il ruolo delle imprese della provincia di Arezzo (7% del totale delle imprese e 8% dell’occupazione) che influiscono per il 25% sul fatturato complessivo, qualificando il territorio aretino come la seconda provincia toscana per ricavi generati nei settori ad alta tecnologia. Le medio-grandi imprese high-tech toscane, ovvero le aziende con più di 50 addetti, sono l’8,4% del totale e si trovano prevalentemente nelle province di Siena (dove incidono per il 14,4%), Arezzo (12,2%) e Lucca (11,8%).
Il 21% appartiene al settore life sciences, stessa quota all’ICT, ed il 20% alla meccanica avanzata. A fianco di questi dati è stata realizzata una indagine su 1.564 imprese toscane, di cui 935 imprese ad alta tecnologia, distinte fra “high-tech gold” (60,8%) – con una elevata propensione all’innovazione ed un alto sviluppo di competenze (umane e finanziarie) in ricerca e sviluppo – e “high-tech silver” (39,1%), che mostrano una elevata propensione all’innovazione ma una relativamente bassa tendenza, rispetto alle precedenti, a sviluppare competenze in ricerca e sviluppo.
L’indagine ha rivelato come le imprese “gold” siano mediamente più piccole delle “silver”, ma occupino una quota più elevata di addetti impegnati in attività di ricerca e sviluppo e di addetti laureati in materie tecnico-scientifiche. L’occupazione dedita alla ricerca è prevalente nel settore ICT, seguito da meccanica avanzata, elettronica ed ottica, e gli addetti qualificati sono particolarmente presenti soprattutto nelle life sciences. Nel 2009-2011 l’occupazione delle imprese high-tech continua a crescere, passando da una relativa stabilità nel periodo 2009-2010 (+0,4%) al +1,7% del 2011, con performances migliori delle medio grandi imprese rispetto alle micro.
L’andamento del fatturato conferma le migliori performance delle aziende high-tech “gold”: +7,8% nel 2011 e una previsione di aumento del 3% per il 2012. Le imprese high-tech “gold”, inoltre, si distinguono per la consistenza di scambi commerciali con l’Europa e con i Paesi extra-europei, oltre che per gli ingenti investimenti in attività di ricerca e sviluppo Venendo ad una analisi per settori, quello delle life sciences emerge come l’ambito tecnologico toscano in cui è presente il maggior numero di addetti (circa 7.800) e di fatturato generato nell’anno 2011 (2,5 miliardi di euro) sebbene, per consistenza, si qualifichi come il terzo settore per numero di imprese ad alta tecnologia.
Il settore dell’ICT toscano è invece il primo settore per numero di unità locali, seguito dalla meccanica avanzata, sia per numero di addetti (circa 6.700) che per fatturato (1 miliardo di euro nel 2011). Anche la chimica si conferma poi come un settore particolarmente rilevante per la regione in termini di fatturato prodotto (2,1 miliardi di euro, preceduto solo dal fatturato prodotto dalle imprese del life sciences) e una dimensione media delle aziende in termini di addetti più elevata della media (40,5 addetti rispetto ai 25,1 registrati a livello complessivo). Relativamente alla propensione alla crescita, valutata attraverso un’analisi per cluster, si rileva come la maggior quota di imprese in crescita si registrino nel settore dell’energia-ambiente e del life science e, in generale, nel gruppo delle imprese high-tech “gold”, ovvero con maggiore propensione all’investimento umano e finanziario in attività di ricerca. Il punto di vista di Vasco Galgani - Presidente di Unioncamere Toscana: “Il monitoraggio delle imprese ad alta tecnologia sul territorio regionale appare oggi di fondamentale importanza: in un contesto in cui le PMI toscane hanno scontato nel 2011 un inevitabile peggioramento dei consuntivi relativi al 2010 e il 2012 si caratterizza per un crescente clima di incertezza e aspettative degli operatori economici in deciso peggioramento, le imprese ad alta tecnologia si differenziano segnalando trend confortanti. Nel 2011, infatti, l’80% delle imprese high-tech toscane non ha registrato riduzioni di fatturato e di queste ben il 28,9% ha chiuso l’anno con un fatturato in aumento, ed anche nel 2012 il bilancio del settore sembra destinato a restare nel complesso positivo. Le imprese high-tech evidenziano, soprattutto, una buona propensione alla crescita strutturale: il 44,3% prevede la realizzazione di investimenti per i prossimi tre anni, ed i livelli occupazionali sono in aumento soprattutto nella componente a maggiore qualificazione, vale a dire con riferimento agli addetti alla ricerca e sviluppo ed ai laureati in materie scientifiche e tecnologiche. Questi buoni risultati dell’alta tecnologia, basati sul marcato sviluppo delle competenze, sulla capacità di valorizzazione economica dei risultati delle attività di ricerca e su una buona propensione all’internazionalizzazione, forniscono elementi di riflessione per progettare nuove policy di intervento a favore del sistema imprenditoriale regionale. Occorre infatti – da un lato – favorire la creazione di nuova imprenditorialità ad elevato potenziale innovativo, e dall’altro consolidare il tessuto di imprese ad alta tecnologia ad oggi esistente, spesso composto da piccole e micro imprese, favorendo ad esempio la proiezione sui mercati internazionali e l’accesso a risorse finanziarie in grado di sostenere processi di sviluppo ad elevata intensità di capitale.”