Il prossimo 22 maggio, presso il Palazzo dei Congressi di Firenze, il Consorzio Vino Chianti sarà impegnato in un convegno-sfida sul credito: si affronterà, durante l’intera giornata di lavori, lo spinoso e stimolante argomento del credito al settore vitivinicolo, settore che ad oggi, nonostante il perdurare della crisi, sta cercando di risalire la china anche grazie ai moltissimi sforzi che, Consorzi come il Chianti, cercano di portare avanti giorno per giorno, grazie anche, ed è di fondamentale importanza ricordarlo, alla calorosa e numerosa presenza degli associati alle attività consortili. Si parla spesso di credito, si fanno molti convegni, se ne scrive, ma purtroppo ad oggi, di concreto, come afferma Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti: “C’è poco sostegno da parte degli istituti di credito, e le aziende, non sanno come più che strumenti utilizzare per andare avanti”. La giornata del 22 maggio nasce con la precisa volontà di proporre e discutere il concetto di sviluppo: è arrivato il momento in cui banche, istituzioni e imprese, devono assumersi le proprie responsabilità. Il Presidente dichiara: “Fino a qualche anno fa, il prezzo del Chianti era di circa 60/70 euro ad ettolitro; oggi, grazie anche all’impegno del consorzio nei confronti di queste problematiche, il prezzo può superare tranquillamente i 100 euro ad ettolitro (con punte anche di 110/120 euro/hl) riportando così in equilibrio la produzione.
Lo stesso consumo, è passato dai 690.000 hl del 2009 agli 810.000 del 2011, dato confermato anche nel 2012. Il mercato ci chiede il prodotto e questo fattore sicuramente aiuta il sistema. Ora però, ci dobbiamo dedicare alla ristrutturazione delle nostre aziende e incentivarne la crescita, e qui mi riferisco al rinnovo degli impianti, elemento di fondamentale importanza per le nostre imprese. E’ di questo che oggi vorrei parlare”. Prosegue: “Bisogna fare in modo che tutti gli istituti di credito aiutino noi imprese a far crescere l’economia italiana ma non solo, aiutando il nostro Paese, migliora il sistema economico (europeo) nella sua globalità.
Bisogna fare in modo, inoltre, che gli enti, le istituzioni aiutino e tutelino i loro prodotti: si pensi soltanto alle molteplici problematiche legate all’imbottigliamento ove un prodotto come il Chianti, tra i più rinomati ambasciatori del Made in Italy, può ad oggi essere imbottigliato ovunque, ciò certamente non giova alla qualità che si ritrova nel bicchiere”. E conclude: “Da parte nostra, dovremmo comunque portare in alto la bandiera del tricolore, cercando di difendere questo immenso patrimonio storico culturale che il mondo ci invidia e riconosce nella parola Chianti.
Il concetto di Chianti, deve diventare, nel settore vitivinicolo, di primaria importanza, al punto d’essere di primaria importanza per lo sviluppo economico e sociale.”