Firenze– L’Autorità portuale regionale per gli scali di Viareggio, Isola del Giglio, Porto Santo Stefano e Marina di Campo all’Elba sta per diventare realtà. Il Consiglio regionale ha infatti approvato a maggioranza, con 40 voti a favore, espressi dai consiglieri di tutti i gruppi, e quelli contrari di Dario Locci e Marina Staccioli, entrambi del gruppo Misto, la relativa proposta di legge. Alla nuova legge regionale è stata collegata una risoluzione, approvata anch’essa a maggioranza, che impegna la Giunta ad “intraprendere iniziative politico-istituzionali utili all’avvio dei procedimenti di ridefinizione dei confini dell’area portuale di Viareggio” e ad “attribuire, entro un anno dall’attuazione del federalismo demaniale, i beni del demanio portuale ed a ridefinire i confini delle aree soggette all’Autorità, escludendo quelle di non specifica pertinenza”. La nuova legge si pone l’obiettivo di aumentare l’efficienza e l’efficacia nella gestione delle funzioni concernenti i quattro porti citati, attualmente attribuite alla competenza dei Comuni, tramite la riallocazione delle stesse in base ai principi di adeguatezza, sussidiarietà e differenziazione.
“Il livello più adeguato per l’esercizio delle funzioni di cui si tratta è quello regionale”, si legge nel testo, “in quanto consente la programmazione e la progettazione degli interventi portuali in una visione strategica d’insieme necessaria per consentire il potenziamento e lo sviluppo della portualità toscana, nonché la razionalizzazione delle risorse in funzione dell’efficienza e della competitività del sistema”. Con questo intervento normativo la Regione Toscana intende esercitare le proprie competenze attraverso l’istituzione di un ente dipendente, la nuova Autorità portuale, che svolgerà il ruolo di gestore globale della vita istituzionale, amministrativa ed economica dei porti interessati. Ad illustrare in Aula consiliare la proposta di legge è stato il presidente della commissione Mobilità ed infrastrutture, Fabrizio Mattei, Pd, che ha sottolineato come lo spirito che sta alla base di questa legge tende ad istituire un’Autorità portuale con “capacità programmatorie, di gestione e programmazione dei lavori, al fine di migliorare i rapporti tra enti in un’ottica di collaborazione”.
Si tratta, ha detto Mattei, di uno strumento legislativo che tende a disciplinare in modo più efficace l’esercizio di funzioni quali la pianificazione delle aree portuali, la programmazione dei lavori pubblici, la progettazione e l’esecuzione dei lavori, il rilascio e la gestione di concessioni demaniali”. Secondo Mattei, in particolare, la legge punta a favorire “strategie migliori di programmazione delle opere portuali e una loro più celere realizzazione”. I porti sono definiti “realtà produttive fondamentali” ed “elementi di indirizzo strategico” e perciò, ha sottolineato il consigliere che ha messo in evidenza il contributo dato dai differenti gruppi nelle commissioni, “devono rappresentare un sistema da valorizzare”.
Da qui, ha concluso, la necessità di “sburocratizzare e snellire le procedure”. Soddisfazione è stata espressa anche da Giovanni Santini, Pdl, che della commissione Mobilità e Infrastrutture è vicepresidente. Dopo aver sottolineato “la particolarità del porto di Viareggio, ma non solo di quello”, Santini ha aggiunto che “di strada ne abbiamo fatta” e che “il Consiglio ha lavorato bene”, ha apprezzato “l’indipendenza, la capacità e la sintesi espressa dai consiglieri di diversi schieramenti nelle commissioni competenti”.
Per Santini, inoltre, “il lavoro ha richiesto i necessari approfondimenti, attraverso emendamenti e correzioni, ma alla fine il testo è stato migliorato nel suo assetto complessivo”. Giuseppe Del Carlo, Udc, dopo aver sottolineato che la proposta rappresenta l’assunzione di responsabilità rispetto alle esigenze avanzate dai territori, dopo aver evidenziato il cosiddetto “occhio di riguardo” per il porto di Viareggio, che ha “caratteristiche e peculiarità evidenti”, ha chiesto di superare la previsione di un unico revisore dei conti per l’Autorità. Marco Ruggeri, Pd, ha affermato che “abbiamo fatto tutto meno che tergiversare” e che “se è vero che questa proposta di legge ha il merito di porre un problema concreto, è anche vero che il testo avrebbe potuto rappresentare un terreno di scontro, mentre si è sviluppata collaborazione”.
Ha sottolineato Ruggeri: “Abbiamo fatto un buon lavoro. La proposta va nel senso di soluzione di problemi ed è estremamente importante. Lo abbiamo fatto con sobrietà, da parte di tutti, costruendo strumenti di preventivo coinvolgimento delle parti sociali”. Marina Staccioli, gruppo Misto, ha invece affermato di trovare la proposta di legge “carente nella rappresentanza territoriale” e “tale da non soddisfare le categorie economiche”. Pertanto la consigliera ha affermato di non condividere il testo portato in Aula. Marco Manneschi, Idv, ha dichiarato che il suo gruppo avrebbe votato a favore.
E lo stesso ha fatto Antonio Gambetta Vianna, Lega Nord, annunciando il voto positivo del gruppo da lui presieduto. (mc)