Più spazi (e meno paletti) per le pompe bianche, ovvero le stazioni di servizio non collegate alle marche tradizionali delle compagnie petrolifere, quelle senza logo e in genere low cost. All’estero ce ne sono tante, spesso all’interno di grandi centri commerciali o discount alimentari. In Italia non sarebbero più del 5 per cento: pochissime. In Toscana sono 39, di cui 4 gestite dalla grande distribuzione (1 dalla Conad e 3 dalla Carrefour), su un totale di 1565. Approfittando anche delle liberalizzazioni nazionali, si vuole far crescere questa attività con l’obiettivo di ridurre i costi del carburante ai consumatori.
Così la Regione ha messo a punto un protocollo d’intesa che sarà firmato nelle prossime settimane con Federdistribuzione, l’Accdt (che è l’associazione delle Coop) e la Conad, ovvero le sigle di riferimento della grande distribuzione nella regione. “Questa decisione – ha detto il presidente Enrico Rossi presentando alla stampa il provvedimento – sposa e accelera il processo di liberalizzazione del mercato dei carburanti a tutto vantaggio dei cittadini. Ho scritto al capo del governo Monti e al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani una lettera in cui chiedo di spingere sul terreno della liberalizzazione della rete distributiva.
Per farlo chiediamo una modifica del decreto “Cresci Italia” per consentire a tutti i gestori di distributori di poter acquistare i carburanti sul libero mercato per almeno il 50% di quanto erogato l’anno precedente, in modo da poter favorire lo sviluppo della concorrenza e attraverso questa ridurre i prezzi agli automobilisti. “ L’accordo è semplice. La giunta si impegna a modificare velocemente il Codice del commercio del 2005, in modo che nuovi impianti possano essere aperti anche se privi, ad esempio, della pompa del metano o di altri carburanti.
La stazioni di servizio potranno funzionare 24 ore su 24 ed assieme a benzina e gasolio potranno vendere anche giornali, tabacchi od altri beni. La Regione si impegnerà anche a dare un taglio alla burocrazia e semplificare i passaggi amministrativi necessari per l’apertura di un nuovo impianto nei centri commerciali. In base al protocollo i raggruppamenti firmatari si impegneranno ad aprire nuove stazioni di servizio nei loro punti vendita. Con due clausole. La prima riguarda i prezzi dei carburanti alla pompe, che dovranno rimanere contenuti, con un abbattimento di almeno 10 centesimi al litro rispetto al prezzo medio di mercato.
La seconda ha a che fare con il personale: nel caso infatti il nuovo impianto porti alla chiusura di altre stazioni di servizio nel raggio di quindici chilometri, chi l’ha aperto si impegna a dare priorità, tra le nuove assunzioni, a chi nei tre anni precedenti ha lavorato come benzinaio o in attività commesse, dal lavaggio auto al bar aperto all’interno.