Le commissioni lavoro e cultura stamani hanno ascoltato i lavoratori del Maggio musicale durante l’audizione che si è svolta nella Sala della Miniatura di Palazzo Vecchio. “Si tratta – ha detto la presidente della commissione lavoro Stefania Collesei- di un momento di confronto utile ed è necessario lavorare per un accordo che eviti ogni forma di mobilità non concordata. Non ci deve essere un blocco della trattativa su 20 persone ma è necessario che la differenza fra la proposta aziendale e sindacale venga colmata senza esodi forzosi”.
Sono intervenuti numerosi lavoratori e sindacalisti Rsa del Maggio musicale (Fials Cisal, Fistel Cisl, Uilcom, Slc Cgil). Al centro della questione, secondo i lavoratori, il futuro del Maggio e della Fondazione e il rischio di licenziamenti, ma anche la volontà di rimanere dentro la trattativa e di chiudere con un accordo. “L’incontro di stamani – ha aggiunto il presidente della commissione Cultura Leonardo Bieber- è stato molto importante per approfondire ancora di più la situazione dei lavoratori e conoscere anche i dettagli tecnici e normativi abbastanza complessi.
L’auspicio è quello che si trovi un accordo che tenga conto dell'interesse di tutte le parti al più presto perché questo sarebbe un bel segnale per la città. La Fondazione è Firenze, fa parte dell’identità profonda della nostra città e per questo l’impegno per la salvaguardia della qualità artistica di questa eccellenza deve essere totale”. Bieber ha poi annunciato che presto verrà ascoltata in commissione Cultura anche la sovrintendente Francesca Colombo. “Continua ad essere importante – hanno concluso Bieber e Collesei- tenere alta l’attenzione politica e informare il Consiglio comunale al fine di contribuire al dialogo fra le istituzioni per il raggiungimento di un accordo". Questo invece il commento dei consiglieri PdL Marco Stella, Mario Tenerani e Jacopo Cellai dopo che le commissioni lavoro e cultura stamani hanno ascoltato i lavoratori del Maggio musicale in audizione a Palazzo Vecchio: “Non ci si venga a dire che non ci sono responsabilità politiche nella crisi del Maggio Musicale, che ora rischia di vedere messi in atto corposi licenziamenti.
Le responsabilità ci sono eccome, e sono del centrosinistra che amministra Regione, Provincia e Comune da decenni. Nelle ultime vicende che coinvolgono direttamente i lavoratori poi, è evidente che il ‘killer’ politico del nostro Teatro è il sindaco Renzi. Dopo due anni e mezzo da presidente della Fondazione, siamo davanti ai pessimi risultati di scelte sbagliate, partendo, visti i risultati, dalla nomina della sovrintendente Colombo, fino alla scelta di affidare la trattativa coi lavoratori al direttore di Confindustria, commissariando così di fatto il cda del Maggio.
Vogliamo capire quali sono – se ci sono – le strategie per il rilancio del teatro del Maggio: la Colombo venga a illustrarcele in commissione. Non si scarichino solo sui lavoratori le conseguenze di una annosa mala gestione. Come PdL saremo sempre per difendere l’eccellenza del Maggio, realtà culturale dal valore inestimabile per Firenze, ma mai potremo avallare scelte sbagliate e sprechi che oggi stanno emergendo con evidenza”. Il sindaco Matteo Renzi replica al Pdl sul tema del Maggio Musicale Fiorentino.
“Con la consueta sobrietà istituzionale, il gruppo del Pdl mi definisce ‘il killer del Teatro del Maggio’ – afferma il sindaco - Da presidente della Provincia, la mia amministrazione ha aumentato il contributo al Maggio da 50mila a 1milione di euro. Da sindaco, la mia amministrazione ha aumentato il contributo da 3,1 milioni a 4 milioni. Questo dice la cruda realtà dei numeri, cui volendo si potrebbe aggiungere il taglio di 5 milioni che il ministro Bondi ha operato alla nostra Fondazione, rispetto al periodo in cui il Maggio era seguito dal sottosegretario Marcucci a nome del governo Prodi.
Privo di pudore - ma questo non costituisce novità - il Pdl prova a lucrare un vantaggio elettorale dalla situazione di crisi strutturale di un teatro che deve ridurre personale e cambiare le regole del gioco se vuole salvarsi. Così come organizzato oggi, il Maggio non ha futuro. Noi lo salveremo, difendendone la qualità dai privilegi del passato e dagli avvoltoi della politica. E lo salveremo con il coraggio e la determinazione che servono in questo tempo di crisi”. “Noi abbiamo ereditato una situazione pesante dal passato – conclude il sindaco Renzi - Ci abbiamo messo la faccia.
E non torniamo indietro. È finito il tempo delle assunzioni facili e dei privilegi. Meglio perdere qualche voto oggi che perdere il teatro domani. Questo teatro ha un passato straordinario, noi vogliamo dargli un futuro con la stessa qualità e bellezza. E lo faremo tutti assieme”. “Il Maggio Musicale è un ente di produzione culturale, una delle eccellenze della nostra città. Ci chiediamo: cosa produce? Il rilancio promesso dov’è? La sovrintendente Colombo cosa ha fatto in questi due anni? Dopo aver speso 200 milioni di euro per la costruzione del Parco della Musica, e aver messo alla guida del teatro la Colombo, considerata tra le migliori manager nel suo campo, ora si scopre che si licenziano i lavoratori.
E’ evidente che qualcosa non quadra”. Questo il commento del consigliere di Udc per il Terzo Polo Massimo Pieri dopo che le commissioni lavoro e cultura stamani hanno ascoltato i lavoratori del Maggio musicale in audizione a Palazzo Vecchio. “I biglietti contano solo per l’otto per cento sul bilancio – ha aggiunto Pieri –; il Teatro vive dunque di sovvenzioni pubbliche, anche da parte del Comune che gli ha destinato una corposa quota dei proventi della tassa di soggiorno.
Se le cose restano così, se il Maggio Musicale resta un’entità autoreferenziale che assorbe soldi pubblici e poi licenzia i lavoratori, allora tanto vale chiuderlo. Noi diciamo una cosa chiara: il Maggio Musicale va fatto decollare, abbiamo preso la Colombo dalla Scala per rilanciare il nostro ente lirico sinfonico, ora vogliamo vedere i risultati. Stabiliamo degli obiettivi: si triplicano gli incassi nei prossimi tre anni?” “Vogliamo serietà quando si parla di posti di lavoro. O il rilancio subito oppure ciascuno si assuma le proprie responsabilità davanti a chi oggi rischia la disoccupazione” ha concluso l’esponente dell’Udc. “In un momento di palese difficoltà del Maggio il Pdl non trova di meglio che lanciare accuse al centrosinistra arrivando a usare termini gravi e violenti nei confronti del sindaco Matteo Renzi: si dovrebbe vergognare”.
Lo afferma il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi replicando alle dichiarazioni del Pdl sul Maggio Musicale Fiorentino. “Il sindaco Renzi, insieme ai vertici del teatro - prosegue Bonifazi - è impegnato da sempre e con tutte le sue forze per salvare la prestigiosa istituzione lirica. Non ultimo, ricordo l’aumento del contributo alla Fondazione di cui gli enti locali si sono fatti carico proprio per tentare di ovviare alle difficoltà economiche a fronte di un calo dei fondi derivanti dal Fus”.
“La trattativa con i sindacati - conclude Bonifazi - andrà avanti con responsabilità e con la volontà di salvaguardare stipendi e posti di lavoro. Il Pdl, che a parole sostiene di volere il bene del teatro, assuma un atteggiamento altrettanto maturo e non si limiti a comunicare facili titoli ad effetto”. Anche l'assessore alla cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti, e l’assessore al lavoro della Provincia di Firenze, Elisa Simoni, intervengono sulla questione del Maggio Musicale Fiorentino.
“Salvare il Maggio – sottolinea Cristina Scaletti – è il nostro obiettivo, che si deve raggiungere senza mortificare i lavoratori, dunque senza licenziamenti, ma basandosi solo su esodi volontari”. “Il buon esito della trattativa del Maggio – aggiunge Scaletti – può essere un bell’esempio a livello nazionale di come, collaborando ed unendo le forze, si arrivi ad un’intesa senza attaccare i diritti dei lavoratori. I dipendenti e i sindacati hanno dimostrato un grande senso di responsabilità, così come le istituzioni che si sono impegnate ad incrementare il loro contributo finanziario.
In particolare la Regione ha messo un milione di euro in più e ha dato la piena disponibilità dei suoi uffici per gestire la delicata situazione. Ragione in più per arrivare ad un accordo socialmente sostenibile”. “La Provincia di Firenze – afferma Elisa Simoni – segue con attenzione l’evoluzione della situazione del Maggio fin dall’apertura dello stato di crisi. Ci impegniamo ad attivare quanto prima un tavolo procedurale in Provincia con le parti dove si possa trovare l’accordo tra le posizioni dei sindacati e quelle dell’azienda, nell’interesse di tutti”. "Che il Maggio musicale si trasformi da un soggetto che produce e allestisce spettacoli culturali di altissima qualità a un teatro vuoto di personale che prende in appalto gli eventi e si rifornisce di pacchetti precostituiti di offerte culturali.
Questo Il timore adombrato oggi dai lavoratori del Maggio Musicale in audizione nelle commissioni Cultura e Lavoro; timore più che fondato a vedere le scelte dell'attuale dirigenza che arriva a chiedere la riduzione di 70 unità di personale (ora ridotte a 45) anche in settori già sottorganico, che pensa di far pagare ai soli lavoratori le perdite accumulate negli anni da scelte e gestioni sbagliate, che non presenta un piano di rilancio adeguato alla situazione di crisi della Fondazione e che ha tutta l'aria di voler far saltare una trattativa difficilissima a cui i lavoratori non vogliono sottrarsi." Lo dichiara Ornella De Zordo al termine dell'audizione in cui la situazione del Maggio musicale è stata approfondita dagli interventi dei vari rappresentanti sindacali.
"Come ho avuto modo di dire in commissione, condivido tutte le preoccupazioni di chi lavora al Maggio Musicale e ha già contribuito con una quota del proprio Tfr a far rientrare in bilancio 2 milioni di euro, dando così prova di tenere moltissimo al futuro del Maggio, e cerca di contribuire a trovare soluzioni che non comportino solo il taglio di posti di lavoro", continua De Zordo, che aggiunge: "I problemi del Maggio non riguardano solo i lavoratori, che vanno sostenuti nelle loro proposte e nella loro lotta, ma l'intera città di Firenze che rischia di perdere uno dei rari luoghi di produzione culturale in cambio di un soggetto che si limita a offrire fruizione culturale, inevitabilmente rinunciando all'alta qualità dimostrata finora, e che non garantirebbe comunque automaticamente neanche un pareggio di bilancio, come dimostrano altri esempi di questo modello di teatro, a partire dal Regio di Parma che ha accumulato un buco di 30 milioni di euro pur avendo pochissimi dipendenti." "Il Consiglio comunale deve assumersi la responsabilità di seguire la trattativa in corso, sostenere i lavoratori e adoperarsi per trovare una soluzione che rilanci il Maggio Musicale salvaguardando sia la qualità delle sue produzioni che la stabilità dei posti di lavoro per tutti i comparti che contribuiscono al prestigio di un teatro che è motivo di vanto della città di Firenze nel mondo", conclude De Zordo. Grassi e Lazzerini (Sel): "Dopo la seduta congiunta tra le Commissioni Cultura e Lavoro di Palazzo Vecchio, in cui sono state ascoltate le rappresentanze sindacali del Maggio musicale fiorentino, - affermano i Consiglieri comunale e provinciale, Tommaso Grassi e Riccardo Lazzerini - vogliamo sottolineare positivamente l'atteggiamento positivo mirato alla volontà di chiudere la trattativa sindacale da parte dei sindacati a cui si contrappone invece la rigidità e il pericoloso comportamento della dirigenza del Teatro che sembra intenzionata piuttosto a creare un precedente, sfruttando la norma contenuta nel Decreto Monti, per procedere con veri e propri licenziamenti ad alleggerire l'organico della Fondazione del Maggio Musicale." "Quest'ultimo risulta un atteggiamento assai pericoloso e per niente condivisibile che potrebbe essere facilmente sostituito da un ragionamento e un percorso condiviso con la rappresentanza dei lavoratori che utilizzi gli strumenti convenzionali, quali la cassa integrazione in deroga.
Quando parliamo di un percorso condiviso intendiamo che non solo sia condiviso nel merito dei provvedimenti da adoperare sui dipendenti, ma che proporzionalmente e maggiormente i sacrifici richiesti al personale tecnico-amministrativo e agli artisti siano condivisi anche dalla Dirigenza, che non può assolutamente arroccarsi in una posizione di casta intoccabile." "Indispensabile è adesso provvedere immediatamente a ridurre il numero e l'impatto economico sulla Fondazione degli incarichi assegnati dal binomio Colombo-Renzi negli ultimi anni e - concludono Grassi e Lazzerini - che venga fatta chiarezza una volta per tutte sulla prospettiva di rilancio della Fondazione e che siano definite precisamente le modalità e i tempi per l'uso del Nuovo Teatro dell'Opera."