In scena nel Saloncino del Teatro della Pergola il 17, 18 e 19 aprile l’adattamento che Carlo Lizzani e Massimo Mida hanno fatto del romanzo di Pratolini. La Regia è di Marcello Ancillotti Il teatro racconta pagine di storia in un intreccio di vite, amori e piccoli drammi di un gruppo di uomini e donne mossi dal coraggio, sullo sfondo della lotta contro l’ascesa del fascismo nel cuore di una Firenze degli anni ‘20. L’Associazione culturale Cenacolo dei Giovani, dopo il successo della scorsa stagione al Teatro di Cestello, ripropone lo spettacolo “Cronache di poveri amanti” di Vasco Pratolini, diretto da Marcello Ancillotti.
L’adattamento teatrale di Carlo Lizzani e Massimo Mida andrà in scena, con il patrocinio della Provincia di Firenze, nel Saloncino del Teatro della Pergola il 17, 18 e 19 aprile alle ore 21. “Cronache di poveri amanti” rientra nelle attività che la Pergola intende dedicare al teatro italiano, con un’attenzione particolare alle lingue del teatro, alla valorizzazione dei linguaggi regionali, in questo caso del fiorentino, in un percorso dentro al teatro dei grandi autori italiani. Considerato il valore dell’opera letteraria di Pratolini e dell’adattamento teatrale di Lizzani e Mida, le rappresentazioni del Teatro della Pergola coinvolgeranno anche i ragazzi delle scuole superiori: come l’anno scorso, alcune classi saranno accompagnate a teatro per seguire lo spettacolo dal forte significato storico. Nel 1954 il regista Carlo Lizzani ha diretto un film ispirato al romanzo di Pratolini che vide come interpreti Marcello Mastroianni, Antonella Lualdi e Cosetta Greco.
L’opera cinematografica, malgrado i problemi di censura, si aggiudicò nello stesso anno il premio speciale della giuria al Festival di Cannes e il Nastro d’Argento. Carlo Lizzani e Massimo Mida fecero una riduzione teatrale del film e la rappresentarono, per la regia di Lizzani stesso, una sola volta al Fabbricone di Prato, 38 anni dopo il film, nel marzo del 1992. Da allora soltanto il Teatro di Cestello ha avuto il coraggio di riproporre, con l’autorizzazione degli autori, questa storia di persone, dove la collettività è un valore, dove tutti fanno tutto per amore.
Gli interpreti Michele Donadio, Massimo Galtieri, Emidio Cheli, Jacopo Biagioni, Adriana Vecchio, Michele Balloni, Carolina Pezzini, Rita Iacone, Benedetta Valcareggi, Cristiano Margheri, Olivia Fontani, Jacopo Marretti, Stefano Grifoni, Paolo Biagioni, Elena Baistrocchi, Federiga Ciampi, Nicolas Gheri, Claudia Migliorini, Federica Miniati, Marco Calamandrei, Maurizio Bartoli, Stefano Miniati, Patrizia Manes, Giancarlo Mariani, Alessio Coluccia, Debora Petracchi, Adriana Vecchio. Una storia nel cuore di Firenze Via del Corno, nel centro di Firenze, è la protagonista principale del romanzo, e le cronache che mette in scena sono cronache che diventano storia. La forza di Pratolini è da sempre quella di documentare con un lirismo realistico gli entusiasmi e la fiducia della gente semplice dei rioni, della gente innamorata, giovane o vecchia che sia, sempre con «il cuore sul davanzale della finestra dirimpetto».
Uno scrittore pittore che ha dipinto rioni e abitazioni mettendo in scena in maniera intimista problemi sociali e politici, recuperati anche attraverso i fili delle proprie memorie personali. Quartieri con case dalle finestre aperte, parole dette sottovoce nella lontananza dei davanzali, angoli di una strada che, per molti, rappresentano l’orizzonte. Il testo è diviso in tre parti. La prima presenta i vari personaggi, la seconda contiene la trasformazione dei personaggi con la rottura degli equilibri e la terza compie il ritorno all’antica armonia del mondo popolare. Personaggi Ad incarnare il Potere in via del Corno è la “Signora”, una ex maîtresse, dapprima temuto personaggio della via, in seguito proprietaria degli immobili e alla fine, colta dalla follia, esposta al pubblico disprezzo della folla.
Nel romanzo, accanto alla politica, l’amore ha un ruolo fondamentale, da quello sensuale di Nesi e Aurora a quello più puro di Mario e Milena che finiranno per riconoscersi l’uno nell’altro. La fine del romanzo avviene con l’incontro tra Musetta e il giovane Renzo, da poco arrivato ad abitare nella via. Renzo è lo stesso Pratolini ragazzo che si era trasferito in quella via fiorentina e aveva appreso le storie dagli altri abitanti. Ugo e Maciste sono i due antifascisti, Osvaldo e Carlino i due fascisti.
Pratolini lo dichiara, ognuno di loro ha scelto la propria vocazione, il proprio destino, perché il confine tra il bene e il male è molto sottile. «Infinite sono le strade della Grazia, sterminate come quelle del Peccato». Osvaldo, consapevole di aver tradito, «teme i propri pensieri», Ugo ha paura di aver perso la stima dei propri compagni. Nessun eroe è impavido, ma diviene coraggioso perché ha consapevolezza della sua paura. La vittoria non è mai conclusa, definitiva, ma dietro l’angolo, questo è il fatalismo ottimistico di Pratolini, c’è la possibilità di riscatto e di rivalsa.
Credere nel Destino significa pensare che la Felicità non dipende da noi, ma può essere raggiunta. Un nuovo incontro, un nuovo lavoro, un nuovo «bacio sulla bocca» è ciò che li aspetta come premio, come rivincita sulla vita. Adattamento teatrale di Lizzani Molti si chiedevano, nel 1992, perché Carlo Lizzani avesse fatto questa irruzione nel teatro, dopo gli straordinari successi come regista cinematografico, e perché con questo testo, da cui aveva tratto il film pluripremiato. La sua risposta fu questa, al Corriere della Sera, il 21/2/1992: “Anche se penso che il cinema possa dare al teatro un buon contributo di esperienze, di scrittura, di tecniche, non è neppure per stimolare questo scambio, che mi sono mosso.
Il fatto è che nel teatro può esserci un coinvolgimento diretto del pubblico. I sogni, i pensieri, le minacce del testo possono divenire parte dell’ascoltatore, e magari viceversa. Non grazie a operazioni di regia, in cui del resto tanti registi italiani sono maestri, ma grazie alla resa vitale, alla creatività della vicenda resa al vivo. All’aria respirata, insieme, sopra e sotto il palcoscenico. Ecco, io penso che la storia scritta da Pratolini sia ideale per coinvolgere direttamente la gente nella problematica dell’uomo.
Del suo agire, di quella voglia di bene e di male che non è confinata soltanto nella politica. Il male che dobbiamo individuare, capire, anche ora che le ideologie sono cadute”. Biglietti: Intero 15 € Ridotto 10 € La riduzione è riservata a: Abbonati Pergola, Over 60 e Under 26, Soci Coop (solo martedì e mercoledì), Soci Cral Comune e Regione, Soci Acli, Università dell’Età Libera e Leggere per non dimenticare (a presentazione del volantino promozionale), Soci Controradio Club - Istituto Francese - British Institute (solo martedì e giovedì), iscritti all'Ordine degli Ingegneri. CRONACHE DI POVERI AMANTI 17 - 18 - 19 aprile ore 21,00 Saloncino - Teatro della Pergola adattamento di Carlo Lizzani e Massimo Mida dal romanzo di Vasco Pratolini regia di Marcello Ancillotti