Venerdì 3 febbraio al Teatro Goldoni i figli di Caproni, Silvana ed Attilio Mauro Caproni hanno donato al Comune di Livorno due preziosi violini, appartenuti al poeta. Si tratta nello specifico di un “Maline Pere” di manifattura francese della seconda metà dell’8oo e di un “Tedesco” degli inizi del Novecento. Gli strumenti saranno concessi in comodato alla Fondazione Teatro Goldoni dove rimarranno esposti. La cerimonia di consegna, che ha visto la partecipazione di tutte le autorità cittadine, è stato il primo appuntamento del ricco calendario delle iniziative che il Comune porterà avanti per tutto il 2012 in collaborazione con la Fondazione Teatro Goldoni, con l’obiettivo di portare la poesia in città e far conoscere Giorgio Caproni in particolare ai giovani, nell’ anno in cui ricorre il centenario della nascita dell’illustre poeta livornese.
“Vogliamo darci una iniezione forte di cultura, riunendo la città intorno a un poeta che ha esportato una immagine bella e delicata di Livorno”. Lo ha detto il sindaco Alessandro Cosimi alla cerimonia di consegna dei violini, sottolineando che in una fase come questa, in cui tutti siamo “sospesi” per i tagli del Governo e per la crisi economica che vive il nostro paese, “la cultura offre l’opportunità di stare bene insieme, e di riflettere su come siamo e su come vogliamo essere”. Il 2012 sarà pertanto “L’Anno Caproniano”, con appuntamenti distribuiti nel corso dei mesi e volti ad un pubblico diversificato e più ampio possibile: dai convegni riservati ai poeti e critici letterari sulla centralità della poesia caproniana, a letture pubbliche di poesie in occasione di eventi cittadini, da un festival teatrale rivolto al mondo della scuola fino alle creazione di veri e propri “itinerari poetici”, con la collocazione di pannelli grafici nei vari punti della città, che hanno ispirato il poeta e sono stati immortalati nei suoi versi. La poesia entrerà dunque in città e Livorno si “animerà di note poetiche”.
Un intero anno di iniziative che “daranno continuità –afferma l’assessore alle culture Mario Tredici – ad un rapporto fecondo che la città ha sempre avuto nei confronti del suo poeta per eccellenza, cantore di Livorno, dei suoi colori , delle sue genti ”. Il programma dell’Anno Caproniano
Primi di maggio: Convegno con i più significativi poeti italiani e giovani critici di università straniere sulla centralità della poesia caproniana. Itinerari poetici.Giorgio Caproni Nato il 7 Gennaio 1912 a Livorno, Giorgio Caproni è stato senza alcun dubbio uno dei massimi poeti del Novecento.Nel mese di Giugno installazione nei luoghi cittadini (come il Voltone, la Dogana d’acqua ecc) che hanno ispirato corrispondenti poesie caproniane di pannelli grafici riportanti i versi dedicati. Questi luoghi saranno le varie tappe di un itinerario cittadino poetico, che verrà esplorato dai visitatori assistiti da un accompagnatore e da una guida illustrativa a stampa Inizio estate: Notte bianca – Effetto Venezia: Poet corner: recital di testi no stop a cura di circoli poetici cittadini, specie nella Piazzetta Caproni. Pubblicazione: si intendono pubblicare i risultati di una ricerca di scritti dispersi o rari di Caproni in un volume corredato di un DVD che raccolga le sue interviste video e i filmati Rai. Autunno: Caproni a teatro: coordinati brevi pièces ispirate alla poesia o al personaggio di Caproni da proporre alla Goldonetta e in altri più piccoli teatri della città. Iniziativa rivolta alle scuole: in collaborazione con le autorità scolastiche e gli insegnanti attivazione di laboratori scolastici centrati sull’educazione al linguaggio poetico, sia per la scrittura che per la recitazione. Mostra fotografica a concorso aventi per tema i luoghi caproniani e le atmosfere della città storica in collaborazione coi circoli fotografici cittadini Seconda settimana di dicembre: Festival Caproniano: articolato su più giorni: a) presentazione dei risultati ottenuti dai ragazzi nelle scuole; b) incontro con poeti e critici su Caproni e la fede.
c) proiezione del film di Bernardo Bertolucci su Caproni -- con interventi critici d) concerto di musiche caproniane. Il progetto è promosso dal Comune di Livorno con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno ed é sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Hanno dato il loro patrocinio anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune di Genova (dove Caproni compì i primi studi), ed il Comune di Roma (dove il poeta ha vissuto fino alla morte). L’Anno Caproniano ha il coordinamento scientifico del professor Lorenzo Greco, tra i massimi studiosi della lirica del Caproni e la cura grafica di Anna Laura Bachini ( CoEdizioni ETS L’Altro Verso).
Di origini modeste, il padre Attilio è ragioniere e la madre, Anna Picchi, sarta. Giorgio scopre precocemente la letteratura attraverso i libri del padre, tanto che a sette anni scova nella biblioteca paterna un'antologia dei Poeti delle Origini (i Siciliani, i Toscani), rimanendone irrimediabilmente affascinato e coinvolto. Nello stesso periodo si dedica allo studio della Divina Commedia, dalla quale s'ispirò per "Il seme del piangere" e "Il muro della terra". Nel periodo della Prima Guerra Mondiale si trasferisce insieme alla madre e al fratello Pierfrancesco (più vecchio di lui di due anni) in casa di una parente, Italia Bagni, mentre il padre è richiamato alle armi.
Sono anni duri, sia per motivi economici sia per le nefandezze della guerra che lasciano un profondo solco nella sensibilità del piccolo Giorgio. Finalmente nel 1922 terminano le amarezze, prima con la nascita della sorellina Marcella, poi con quello che sarà l'avvenimento più significativo nella vita di Giorgio Caproni: il trasferimento a Genova. Terminate le scuole medie, s'iscrive all'Istituto musicale "G. Verdi” dove studia violino. A diciotto anni rinuncia definitivamente all'ambizione di diventare musicista e s'iscrive al Magistero di Torino, ma presto abbandona gli studi. Inizia in quegli anni a scrivere i primi versi poetici: non soddisfatto del risultato ottenuto strappa i fogli gettando via tutto.
E' il periodo degli incontri con i nuovi poeti dell'epoca: Montale, Ungaretti, Barbaro. Rimane colpito dalle pagine di "Ossi di seppia", al punto di affermare: "... saranno per sempre parte del mio essere." Nel 1931 decide di inviare alcuni suoi componimenti poetici alla rivista genovese "Circolo", ma il direttore della testata, Adriano Grande, li rifiuta invitandolo alla pazienza, come a dire che la poesia non era adatta a lui. Due anni dopo, nel 1933, pubblica le sue prime poesie, "Vespro" e "Prima luce", su due riviste letterarie e, a Sanremo, dove si trova per il servizio militare, coltiva alcune amicizie letterarie: Giorgio Bassani, Fidia Gambetti e Giovanni Battista Vicari.
Comincia anche a collaborare con riviste e quotidiani pubblicando recensioni e critiche letterarie. Nel 1935 inizia ad insegnare alle scuole elementari, prima a Rovegno poi ad Arenzano. La morte della fidanzata Olga Franzoni nel 1936 dà lo spunto alla piccola raccolta poetica "Come un'allegoria", pubblicata a Genova da Emiliano degli Orfini. La tragica scomparsa della ragazza, causata da setticemia, provoca una profonda tristezza nel poeta come testimoniano molti suoi componimenti di quel periodo, tra cui vanno ricordati i "Sonetti dell'anniversario" e "Il gelo della mattina". Nel 1938, dopo la pubblicazione di "Ballo a Fontanigorda" per l'editore Emiliano degli Orfini, sposa Lina Rettagliata; sempre nello stesso anno si trasferisce a Roma restandovi solo quattro mesi. L'anno seguente è richiamato alle armi e nel maggio del 1939 nasce la sua primogenita, Silvana.
Allo scoppio della guerra è prima inviato sul fronte delle Alpi Marittime poi in Veneto. Il 1943 è molto importante per Giorgio Caproni perché vede una sua opera pubblicata da un curatore di rilevanza nazionale. "Cronistoria" vede le stampe presso Vallecchi di Firenze, all'epoca editore fra i più noti. Anche i fatti della guerra hanno gran rilevanza per la vita del poeta che trascorre, dall'8 settembre alla Liberazione, diciannove mesi in Val Trebbia, in zona partigiana. Nell'ottobre del 1945 rientra a Roma dove resterà fino al 1973 svolgendo l'attività di maestro elementare.
Nella capitale conosce vari scrittori tra cui Cassola, Fortini e Pratolini, e instaura rapporti con altri personaggi della cultura (uno su tutti: Pasolini). La produzione di questo periodo è basata soprattutto sulla prosa e sulla pubblicazione di articoli relativi a vari argomenti letterari e filosofici. In quegli anni aderisce al Partito Socialista e nel 1948 partecipa a Varsavia al primo "Congresso mondiale degli intellettuali per la pace". Nel 1949 torna a Livorno alla ricerca della tomba dei nonni e riscopre l'amore per la sua città natia: "Scendo a Livorno e subito ne ho impressione rallegrante.
Da quel momento amo la mia città, di cui non mi dicevo più...". Le attività letterarie di Caproni diventano frenetiche. Nel 1951 si dedica alla traduzione di "Il tempo ritrovato" di Marcel Proust, cui seguiranno altre versioni dal francese di molti classici d'oltralpe. Intanto la sua poesia si afferma sempre di più: "Stanze della funicolare" vince il Premio Viareggio nel 1952 e dopo sette anni, nel 1959, pubblica "Il passaggio di Enea". Sempre in quell'anno vince nuovamente il Premio Viareggio con "Il seme del piangere". Dal 1965 al 1975 pubblica "Congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopee", il "Terzo libro ed altre cose" e "Il muro della terra". E' del 1976 la pubblicazione della sua prima raccolta, "Poesie"; nel 1978 esce un volumetto di poesie intitolato "Erba francese".
Dal 1980 al 1985 vengono pubblicate molte sue raccolte poetiche ad opera di vari editori. Nel 1985 il Comune di Genova gli conferisce la cittadinanza onoraria. Nel 1986 viene pubblicato "Il conte di Kevenhuller". "La sua poesia, che mescola lingua popolare e lingua colta e si articola in una sintassi strappata e ansiosa, in una musica che è insieme dissonante e squisita, esprime un attaccamento sofferto alla realtà quotidiana e sublima la propria matrice di pena in una suggestiva 'epica casalinga'.
Gli accenti di aspra solitudine delle ultime raccolte approdano a una sorta di religiosità senza fede" (Enciclopedia della Letteratura, Garzanti). Il grande, indimenticabile poeta si è spento il 22 Gennaio del 1990 nella sua casa romana. L'anno dopo veniva pubblicata postuma la raccolta poetica "Res amissa".