"I bilanci delle nostre Asl sono certificati. Chiediamo che anche le altre Regioni facciano lo stesso, che il governo obblighi le Regioni a certificare i bilanci della sanità e che non si limiti a parlare di "certificabilità". Non daremo il nostro assenso a una ripartizione del Fondo sanitario nazionale che non tenga conto di questo aspetto e che, accanto alla valutazione dei costi standard o dei problemi di povertà e di arretratezza che possono colpire una regione, non riconosca anche la certificazione di bilancio.
Per questo chiediamo una premialità per la Toscana". Si è espresso così oggi il presidente Enrico Rossi nel corso della sua comunicazione in consiglio regionale, centrata sul processo di certificazione dei bilanci sanitari da parte di soggetti terzi, individuati con gara, e sul tema del buco di bilancio della Asl di Massa. Il presidente ha ripercorso le tappe di un percorso avviato volontariamente dalla Regione, "straordinario e unico nel panorama italiano, faticoso e anche dispendioso", che oggi presenta questo quadro: 15 aziende già certificate o che concluderanno il loro lavoro nel 2012, una azienda, quella ospedaliera di Pisa, che sta partendo dopo aver introdotto il nuovo sistema contabile, e un'altra, quella di Massa, che inizierà il percorso quest'anno. "Il processo di certificazione delle Aziende - ha proseguito il presidente - ha fatto emergere incongruenze contabili, errori di registrazione e di valutazione, crediti non più esigibili, ammortamenti non coerenti.
E’ questo un fatto assolutamente normale che si verifica anche nelle imprese private e costituisce il senso e lo scopo della certificazione. Le incongruenze riscontrate nei bilanci delle Aziende hanno comportato interventi straordinari di varia entità per eliminare gli errori e le imprecisioni riscontrate e garantirne la certificazione. Si tratta di aiuti alle Aziende che hanno oscillato da cifre minime, di qualche milione, fino a cifre più consistenti, ma sempre di una dimensione fisiologica se rapportata alla consistenza dei bilanci stessi". "Questo processo è stato all’origine dell’emersione del caso Massa, la cui entità dello squilibrio è stata invece assolutamente anomala e rilevante, anche perché, come si è scoperto, frutto di gravi illeciti e di elementi dolosi.
Il senso delle mie affermazioni sulla stampa è quindi chiaro: così come noi ci siamo sottoposti a questo processo anche le Aziende di altre Regioni devono fare altrettanto. Altrimenti la veridicità dei bilanci presentati in pareggio non può che essere approssimativa, comunque basata su fattori non certi e quindi non sostenibili nel lungo periodo. E anche le affermazioni di Monti sulla parità del bilancio dello Stato nel 2013 non sarebbero adeguatamente supportate. La fondatezza di queste mie affermazioni è stata riconosciuta anche dal Ministro Passera in un colloquio telefonico, durante il quale ha espresso piena condivisione con quanto ho affermato.
Non daremo nessun assenso - ha aggiunto il presidente - a una ripartizione del Fondo sanitario nazionale che non tenga conto, oltre che delle valutazione dei costi standard e al riconoscimento delle situazione di povertà e arretratezza, anche della certificazione dei bilanci. Per questo noi chiediamo una premialità per la Toscana". "Quanto al caso di Massa - ha proseguito il presidente - è stata proprio la Regione, nella sua attività di controllo, a portarlo alla luce e sono stato io personalmente a denunciarlo alla magistratura.
Ma, pur doloroso e complesso, è comunque un caso che si colloca nel quadro di una sanità che ha i conti in pareggio e i bilanci certificati. Noi abbiamo reagito ad un evento avverso e in sanità affrontare bene un evento avverso ha come risultato quello di alzare la soglia di vigilanza complessiva del sistema. La solidità dei nostri bilanci ne è infatti uscita confermata e oggi la Toscana è una delle tre Regioni (con Basilicata e Lombardia) a cui il ministero dell'economia riconosce il pareggio di bilancio in sanità, cosa in discussione per tutte le atre Regioni".