Grande attenzione alla qualità dei materiali, standard elevati e controlli puntuali sulla sicurezza nei cantieri. Subappalti ampiamente nei limiti ammissibili. Aumento dei costi dovuto alla scelta di impegnare investimenti aggiuntivi per rendere gli ospedali ancora più funzionali e all’avanguardia e non dovuto ad errori di progetto, né tanto meno ad un non corretto trasferimento dei rischi di impresa dal soggetto privato a quello pubblico. Contenuta la dilatazione dei tempi, laddove c’è stata, e comunque giustificata.
Lo dice l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici a proposito dei quattro nuovi ospedali toscani in costruzione a Massa, Lucca, Prato e Pistoia, una tra le più grandi opere di edilizia ospedaliera affidata in concessione in Italia negli ultimi anni, un investimento di oltre 650 milioni di cui 400 circa, coperti con un contributo pubblico di 265, riguardano i costi di costruzione e gli oneri annessi. La delibera dell’Autorità, approvata il 25 gennaio scorso, contraddice in più punti le conclusioni della Commissione parlamentare sugli errori in sanità presieduta da Orlando e spazza via le ombre gettate di recente sulla costruzione dei quattro presidi, quando non fossero state sufficienti le 23 cause in questi anni vinti dal Sior, con pronunce positive del Tar della Toscana, del Consiglio di Stato, del presidente della Repubblica in sede di ricorso straordinario, della Corte di Cassazione, del tribunale penale di Prato e dell’Unità tecnica di finanza di progetto con con sede a Roma. “Il giudizio che l’Autorità ha emesso dopo una accurata ispezione svolta dai suoi tecnici sui cantieri nel settembre dello scorso anno è più che positivo – sottolinea il presidente della Toscana, Enrico Rossi – e fa giustizia di critiche e attacchi strumentali e basati su dati inesatti.
Invieremo formalmente la relazione anche alla Commissione parlamentare sugli errori in sanità presieduta da Orlando, il cui rapporto fu allora votato dal solo centro destra”. Lo scorso settembre l’Autorità indipendente di vigilanza sui contratti pubblici, che ha sede a Roma ed è composta da sette membri nominati d’intesa dai presidenti di Camera e Senato, ha inviato i propri esperti alla Asl di Pistoia e alla Asl di Prato, dove ha sede il Sior, la società interaziendale costituita per gestire la realizzazione dei quattro nuovi ospedali toscani e sui cantieri di tutti e quattro i nuovi ospedali.
Un’ispezione d’ufficio, per verificare il rispetto di norme e procedure sull’organizzazione dei cantieri, la trasparenza e concorrenza, i tempi di realizzazione e i costi, il sistema delle penali e lo stato dell’arte. Gli esiti dell’ispezione, salutati con soddisfazione dalla Regione, stanno tutti nella delibera che il Consiglio dellAutorità ha adottato alla fine di gennaio e spedito al Sior il 5 marzo: diciassette pagine fitte, ricche di dettagli e valutazioni. Standard elevati e procedure conformi Tecnici ed esperti sottolineano anzitutto un’elevata organizzazione del controllo di qualità sui materiali usati e sull’organizzazione dei cantieri.
Poi rilevano che il procedimento seguito dal Sior per l’affidamento della concessione è stato “conforme alla normativa sugli appalti pubblici”. Per la Commissione parlamentare invece il Sior e la Regione Toscana avrebbero “derogato alle rigorose norme del codice degli appalti e limitato la concorrenza” e ci sarebbe stata una “fase di stallo” nel procedimento di adozione del progetto esecutivo. Subappalti corretti Corrette anche le procedure di subappalto. Per l’Autorità non solo il ricorso all’istituto dell’autorizzazione è legittimo, ma sono corrette le percentuali applicate, che oscillano dal 30 al 100 per cento a seconda della prevalenza ad alta o bassa specializzazione delle opere, mentre per la Commissione parlamentare “nella costruzione dei quattro ospedali non sarebbero state rispettate dal Sior tutte le regole che disciplinano le procedure di affidamento, con particolare riferimento ai limiti percentuali previsti dalla legge”. I costi La stessa Commissione parlamentare aveva sostenuto che, dopo la gara per la scelta del soggetto a cui affidare la concessione, “il Sior sarebbe stato sollecitato a ripristinare costi più elevati e pertanto più convenienti per il concessionario”.
Per l’Autorità il parziale aumento dei costi è solo la conseguenza dell’inevitabile rivisitazione del progetto in sede di conferenze dei servizi: maggiori oneri per la sicurezza, la progettazione antisismica e il risparmio energetico imposti da nuove e più recenti norme al riguardo. C’è stato poi anche un ripensamento sull’organizzazione complessiva degli spazi, a seguito della sperimentazione condotta sugli ospedali che già esistono in Toscana e che ha portato all’ideazione di un nuovo modello in cui i pazienti non si spostano più da un reparto all’altro ma sono i diversi servizi clinici a farlo “intorno” al paziente.
Anche questo ha influito nella revisione del piano economico e finanziario. Ma se l’investimento è cresciuto, sono migliorati anche gli ospedali. Quanto ai ritardi nella consegna dei lavori dovuti al contenzioso sull’aggiudicazione, solo per l’ospedale di Massa si è tradotto in un aumento dei costi. L’associazione temporanea di impresa che ha avuto la concessione per la realizzazione dell’opera ha chiesto un adeguamento di 3 milioni e mezzo. Ma tutto questo rientra nella procedure previste dalla legge. La tempistica Le ultime considerazioni riguardano i tempi di realizzazione delle opere, con ritardi, laddove ci sono, tutto sommato contenuti a giudizio dell’Autorità, visti anche i ricorsi e gli imprevisti in corso d’opera.
Per gli esperti di Roma non ci sarebbero infatti scostamenti significativi rispetto alle convenzioni di concessione: Massa-Carrara a parte, dove il cantiere si è aperto con quasi un anno di ritardo a causa della necessità di procedere alla bonifica del sito. Gli ospedali di Pistoia e Prato si trovano in uno stato più avanzato: a luglio dell’anno scorso erano al 43 e 42 per cento dell’opera, oggi sono al 70 per cento. Per Lucca (l’anno scorso al 30 % ed oggi al 50) c’è stato l’intoppo dei resti archeologici trovati durante lo scavo e la necessità di spostare alcuni volumi.
Massa, sempre a luglio del 2011, era al 9 per cento. Ma il ritardo sul cronoprogramma di due ospedali su quattro viene giudicato dall’Autorità contenuto e in ogni caso giustificato da cause di forza maggiore. L’Autorità annota anche che, “pur in presenza di continui ricorsi, è stato impiegato un solo anno per arrivare all’aggiudicazione della concessione”. Un riconoscimento all’efficienza degli uffici della Regione e delle Asl. Chiesti 64 milioni di risarcimento Aziende sanitarie che hanno intrapreso nel frattempo anche un’azione civile di risarcimento per i danni subiti.
Il Sior e le singole Asl hanno infatti chiesto al Cts, il raggruppamento di imprese perdente che ha avviato i ricorsi, 61 milioni e mezzo di euro per danni patrimoniali e no. Altri 2 milioni e mezzo sono stati chiesti al deputato Lucio Barani per danno all’immagine, a seguito di un’azione risarcitoria avviata per diffamazione. Tra superticket regionali e aumenti sulle visite specialistiche d’origine ministeriale, forse quello era passato un po’ sotto silenzio. Fatto sta che, il 4 agosto scorso, tra tanti balzelli la Regione Toscana ne ha deliberato anche uno (+20%) sulle tariffe per le prestazioni che le Asl, tramite i dipartimenti della prevenzione, erogano alle aziende private per le verifiche periodiche di apparecchi e impianti per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Si è trattato di un aumento sostanziale. Un esempio? Provando a fare una proiezione della variazione di tariffa per la verifica di un impianto elettrico da 3 kilowatt di potenza, si scopre che l’azienda che fino all’agosto scorso pagava 120 euro più il 20% di Iva (più l’adeguamento Istat), dall’agosto 2011 spende 151,01 più il 21% di Iva. Morale: oggi come oggi, spesso per le aziende risulta più conveniente rivolgersi ai privati piuttosto che alle Asl. E quindi oggi, a un semestre abbondante dall’entrata in vigore del ritocco, il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl) vuol sapere come è andata e, per ottenere informazioni, si rivolge all’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia con un’interrogazione per la quale chiede risposta in forma scritta.
Ci sono stati maggiori introiti, per le casse regionali? E quanti? Non solo: sull’utilizzo degli incassi provenienti da questa attività, le Asl hanno discrezionalità decisionale. Per questo Mugnai vuoi sapere anche, Asl per Asl, come quelle risorse siano state impiegate.Prima, però, nel suo documento Mugnai ricostruisce una cornice normativa che, dal 2008 al 2011, segue vari passaggi di adeguamento tariffario per l’attività di prevenzione. Fino, appunto, alla delibera regionale del 4 agosto scorso: «Con le nuove tariffe calcolate sui Kw di potenza e con la nuova Iva al 21% – osserva Mugnai nella sua interrogazione – le aziende pagherebbero fatture esose, anche considerato la durata della visita del tecnico per l’effettuazione della prestazione.
Molte aziende si stanno rivolgendo sempre più ad enti privati che applicano tariffe più convenienti, il che comporterebbe un calo di entrate per la Regione e relativo calo di carico di lavoro per gli uffici». Inoltre, scrive ancora Mugnai: «Risulterebbero diversi isoluti di pagamenti di fatture, e ciò comporterebbe anche ulteriore tempo per recuperare le somme dovute». Per altro, «anche le sanzioni amministrative comminate alle aziende a seguito delle ispezioni negli ambienti di lavoro rappresentano ulteriori entrate per le casse regionali».
Poi, c’è il passaggio successivo: «Le somme – ricorda l’esponente del Pdl – sono gestite in maniera molto diversificata da Asl ad Asl».Per fare il punto, Mugnai formula una serie di quesiti chiedendo di conoscere: «gli introiti avuti in seguito alla delibera regionale dell’agosto 2011 suddivisi per Asl e per mese», «un confronto con gli incassi precedenti», «l’ammontare delle somme fatturate dai dipartimenti di prevenzione da recuperare da agosto 2011 al momento della risposta» nonché, nello stesso arco temporale, «l’ammontare delle somme delle sanzioni amministrative», e – infine – «l’utilizzo fatto di queste somme dalle varie Asl toscane fra assunzioni, fondi speciali, incentivi, etc…»