Al Numero Verde della Tia di Quadrifoglio molti cittadini stanno chiedendo quale sia la procedura per ottenere il rimborso dell’Iva pagata sulla Tariffa d’Igiene Ambientale. Tutto si è messo in moto con l’ultima sentenza della Corte di cassazione che ha stabilito che la tariffa rifiuti (Tia) è considerato un tributo non assoggettabile ad ulteriori tasse, quindi nemmeno all’Iva, inducendo gli utenti a rivendicare la restituzione di quel 10% idi Iva sulle fatture già pagate. Quadrifoglio precisa che su semplice istanza non può essere effettuato alcun rimborso, per attivare il quale è indispensabile una disposizione chiarificatrice e definitiva da parte di Parlamento e Governo su quale debba essere l’ assetto definitivo per la tariffa rifiuti.
Ricordiamo che le sentenze della Corte di Cassazione sull’argomento sono due ed in entrambe è stato affermata la natura tributaria del prelievo, ma se nella prima sentenza (n° 2320/2012) è stato precisato che l’Iva è dovuta, in quella più recente (sent. N° 3294/2012) il concetto è ribaltato, quindi l’Iva non è dovuta.Quel che è certo è che le imprese d’igiene ambientale, che operano in regime di tariffa, non possono restituire ai contribuenti una quota della fattura pagata che di fatto è stata già incassata dallo Stato (nel caso delle utenze domestiche) o è stata compensata con l’Iva praticata ai fornitori delle imprese (nel caso delle utenze non domestiche). Rimborsare direttamente oltre 12 milioni di euro - questa la cifra riferita al 2011 di Iva pagata dalla platea dei contribuenti dei 9 comuni di Quadrifoglio assoggettati a Tia - ed attendere una successiva compensazione da parte dell’erario è un costo spropositato per le imprese ambientali, che si trasformerebbe in un danno per aziende e cittadini poiché per coprire questo costo imprevisto l’unica strada sarebbero aumenti tariffari che graverebbero su tutte le utenze.