In rialzo, a febbraio, le ore di cassa integrazione autorizzate in Toscana, che hanno registrato un + 11,2% rispetto allo stesso mese del 2011 e sono cresciute anche rispetto a gennaio 2012, passando in termini assoluti da 1 milione e 686 mila a 3 milioni e 651 mila. “I dati della cassa – commenta l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – con il forte aumento in febbraio e quasi due milioni di ore in più rispetto al gennaio di quest’anno, sottolineano il permanere delle difficoltà del nostro apparato produttivo che, per altro, nei primi due mesi dell’anno manifesta dati migliori rispetto al panorama nazionale”. Nel primo bimestre 2012 il dato complessivo delle ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga appare, infatti, in flessione: -22% rispetto allo stesso bimestre del 2011.
In Italia, per contro, il bimestre gennaio-febbraio si chiude ancora con un aumento del +5,2%, rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Le ore per addetto sono state in media 12,8 in Toscana, 14,4 in Emilia Romagna, 19,2 in Veneto. “Questi dati – riprende l’assessore – sottolineano l’esigenza di garantire ancora per una fase non brevissima adeguate forme di ammortizzatori e protezione sociale. Di questo deve tener di conto il confronto sul mercato del lavoro a livello nazionale e in tal senso è andata la richiesta delle Regioni”. “Il confronto – dice ancora l’assessore, che partecipa alla trattativa in qualità di coordinatore degli assessori al lavoro delle Regioni – sta producendo risultati positivi per quanto riguarda il tema contrattuale, con l’individuazione di un contratto dominante che vede nell’apprendistato e nel tempo indeterminato i suoi cardini e punta a disincentivare, aumentandone i costi, l’uso distorto del tempo determinato, ma non ha ancora trovato il giusto punto di equilibrio per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali”. È necessario, secondo Simoncini, che il governo definisca con chiarezza le risorse che mette in campo e precisi quale livello di tutela e per quanto tempo si intende garantire in futuro. “È giusto – avverte – porre il tema della universalità delle tutele, cosa che peraltro con la cassa integrazione e la mobilità in deroga, in questi anni, è stata sostanzialmente garantita.
Ma non vi può essere una significativa riduzione delle garanzie rispetto ad oggi, come sembra emergere da alcune simulazioni”. Sulla flessibilità in uscita, “non credo sia accettabile e percorribile una modifica che non passi da un accordo con le parti sociali ed il sindacato – afferma Simoncini – soprattutto per il fatto che l’articolo 18 è uno strumento di tutela contro i licenziamenti discriminatori che deve essere mantenuto nel nostro ordinamento garantendo, anche qui con forme nuove e che tengano conto della specificità della piccola impresa, una universalità di questa protezione”. Le Regioni sono impegnate col Governo ad un confronto che possa portare a definire un percorso di miglioramento e di qualificazione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro “in modo da poter accompagnare la riforma degli strumenti contrattuali e degli ammortizzatori sociali ad una maggiore efficienza e capacità di affiancare i lavoratori e le lavoratrici nei passaggi da lavoro a lavoro e nella ricerca di prima occupazione, anche attraverso un investimento sulla loro formazione”.