Nel processo di unificazione dell’Italia il teatro nelle sue varie forme ha giocato un ruolo fondamentale, e con il teatro i suoi protagonisti, gli attori, vettori di un sentimento patriottico che dai palcoscenici si è sovente diffuso. Non è quindi per caso se l’anno dell’Unità d’Italia si chiude al Teatro della Pergola con una mostra dedicata a un protagonista della scena: dopo Eleonora Duse ecco Tommaso Salvini, vero protagonista dell’età risorgimentale, che fece di Firenze la sua città d’elezione. Promossa da Scandicci Cultura grazie al sostegno della Regione Toscana, realizzata dal Museo dell’Attore di Genova con i materiali del proprio fondo salviniano e allestita in collaborazione con la Fondazione del Teatro della Pergola, la mostra Tommaso Salvini: un attore patriota nel teatro italiano dell’Ottocento, si inaugura venerdì 16 marzo alle 18.00 al Teatro della Pergola.
Curata da Eugenio Buonaccorsi traccia un percorso nella vita del grande attore attraverso le memorie di un’esistenza trascorsa sulle scene, i cimeli, i trofei, gli oggetti personali, le lettere, i copioni e una rarità assoluta di recente acquisizione: la registrazione della voce di Salvini, che sarà possibile ascoltare nell’itinerario dell’esposizione. Rivivrà così l’epopea del grande interprete di Otello, capace di dare battaglia nel 1849 insieme ad altri attori per difendere la Repubblica Romana e di festeggiare nel 1865 il sesto centenario della nascita di Dante declamandolo davanti a Vittorio Emanuele II.
La fama di Tommaso Salvini (1829-1915) nel XIX secolo travalicò l’ambito del mondo teatrale e i confini dell’Italia, tanto da divenire una sorta di “mito”. Alla Pergola saranno visibili documenti di prima mano che descrivono la vita e le scene del grande attore Salvini, tra i quali si segnalano le armi e l'elmo con i quali recitava i personaggi shakespeariani, primi fra tutti il mitico Otello, ma anche documenti unici, che testimoniano la sua trentennale direzione del Teatro Salvini di Firenze.
Oltre ai passaporti con i quali compiva le numerose tournées all'estero, e alle foto riproducenti la Compagnia Salvini, sarà possibile ammirare anche il costume indossato da Adelaide Ristori per Francesca da Rimini di Silvio Pellico, lo spettacolo-evento che debuttò al Teatro Niccolini nel 1865 con Ernesto Rossi e lo stesso Salvini. Il ritorno in Toscana di Salvini è una proposta culturale di evidente importanza: si ripristina la memoria del Grande Attore e lo si fa nella sua città di elezione, offrendo la possibilità ad un vasto pubblico di conoscere da vicino uno dei testimoni più importanti del teatro e della vita risorgimentale dell'Ottocento.
La mostra è il risultato di una positiva collaborazione con l'Archivio Biblioteca dell'Attore di Genova e con il nuovo Teatro della Pergola ed è un esempio di riuscita sinergia che fa ben sperate in politiche culturali di scambio e di reciprocità in area metropolitana. “Nell’Ottocento - scrive Osvaldo Guerrieri su La Stampa a proposito della mostra - quando sostavano a lungo in una città, gli attori avevano in tasca, pronti per l’uso, almeno una dozzina di spettacoli. Non Salvini. I suoi autori erano pochi ed elaboratissimi.
In testa c’erano Alfieri e Shakespeare. Salvini fu fra i primissimi in Italia a riportare in vita il teatro shakespeariano: Macbeth, Re Lear, soprattutto Otello. Furono creazioni assolute con cui l’attore conquistò i palcoscenici inglesi, russi, americani, divenendone la star. Ascoltandolo, Konstantin S. Stanislavskij, creatore del famoso «metodo» che sarà poi ripreso dall’Actors Studio di Lee Strasberg, annotò: «Un poeta disse: “Bisogna creare per l’eternità, una volta per sempre!”.
Salvini creò appunto così “per l’eternità”, una volta per sempre». Henry James scrisse di lui: «È essenzialmente un genio ricco, fecondo. Gli siamo dunque grati per ciò che ci ha offerto, soprattutto per Otello. Se scrutiamo l’orizzonte, non troveremo oggi nessun artista capace di darci una tale prova di potenza». In realtà, per Salvini il termine di paragone non era l’acquerello ma la scultura. I suoi personaggi erano plastici, potevi vederne le vene e lui era così convinto della propria grandezza che non ebbe pudore a dichiarare: «Potrei far piangere il pubblico leggendogli un menu».” Tutta la sua storia può essere oggi ripercorsa, fino al 30 aprile, nelle foto che lo ritraggono con il suo corpo poderoso e i baffoni risorgimentali, con le spade e i costumi, nei documenti che accostano il suo passaporto ai contratti firmati dai più celebri teatri del mondo e alle locandine che annunciavano i nuovi successi. All'inaugurazione di venerdì seguirà un incontro di approfondimento nella Biblioteca di Scandicci (Via Roma 38/A) alle ore 11.00 di sabato 17 a cui parteciperanno Eugenio Buonaccorsi, Curatore della mostra, Eugenio Pallestrini, Presidente Museo dell'Attore di Genova, Gian Domenico Ricaldone, Museo dell'Attore di Genova, Francesca Simoncini, Storica del Teatro (Università degli Studi di Firenze) e Teresa Megale, Presidente di Scandicci Cultura. La mostra rientra nel sistema d’offerta museale della Pergola: il 14 aprile mattinata speciale dedicata a Tommaso Salvini: dalle ore 11 visita speciale al teatro e alle mostra con evocazione dei luoghi salviniani presenti a Firenze (prenotazione obbligatoria). La mostra rimarrà aperta gratuitamente nelle ore di spettacolo fino al 30 aprile, quando sarà visitabile anche durante la Notte Bianca.
Per informazioni e prenotazioni museo@teatrodellapergola.com