E’ partito nel 2010 a Grosseto. Dall’inizio del 2012 la sperimentazione si è allargata a Prato, Arezzo, Lucca e Viareggio. Ed è molto probabile che entro la fine dell’anno il “codice rosa” diventi una realtà in tutti i pronto soccorso della Toscana. Infatti l’esperienza e l’entusiasmo della task force di Grosseto stanno contagiando tutte le Asl toscane, e anche molte di fuori regione. Dal suo avvio, il “codice rosa” ha prestato assistenza a circa 1.000 vittime di violenza: in maggioranza donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, immigrati.
Stamani l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha presentato i primi risultati della sperimentazione, assieme a Francesco d’Andrea, avvocato generale, in rappresentanza della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, Vittoria Doretti, medico della Asl 9, responsabile della task force del codice rosa di Grosseto, e Bruno Cravedi, direttore generale della Asl 4 di Prato, in rappresentanza delle direzioni generali delle aziende che partecipano alla sperimentazione. “Ho creduto fin dall’inizio a questo progetto, quando l’ho visto nascere a Grosseto – ha detto l’assessore Scaramuccia – E ho subito voluto che l’esperienza si estendesse ad altre Asl.
Ora, con un “effetto domino” inarrestabile, il “codice rosa” sta contagiando tutte le aziende, riceviamo richieste da tutta la Toscana e d’accordo con la Procura valuteremo se estenderlo ad altri pronto soccorso. Il percorso rosa, quello che inizia appena la persona viene individuata come vittima di violenza, e l’accompagna poi nell’assistenza medica, psicologica, sociale, legale, è soprattutto un atteggiamento di fronte alle vittime, una rivoluzione culturale-professionale. Grazie al codice rosa, siamo riusciti a far emergere tanti casi di violenza che altrimenti sarebbero rimasti sommersi”. E’ del giugno 2011 la firma di un protocollo (siglato dall’assessore Scaramuccia e dal Procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda) che estendeva la sperimentazione avviata nel 2010 a Grosseto ad altre 4 Asl: Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio.
Il codice rosa prevede nei pronto soccorso in cui è in funzione un percorso riservato alle vittime di violenza, cui vengono immediatamente prestate cure mediche e sostegno psicologico, avviando contemporaneamente le indagini delle forze dell’ordine per identificare e perseguire gli autori delle violenze. Nel codice rosa sono impegnate task force multidisciplinari composte da personale sanitario, magistrati, forze dell’ordine, che si attivano su ogni singolo caso al momento in cui si verifica l’episodio di violenza. I numeri del “codice rosa” Nella Asl 9 di Grosseto sono oltre 800 i codici rosa attivati per altrettanti casi di molestie, stalking o maltrattamenti dall’avvio della sperimentazione, nel gennaio 2010.
Sono stati 309 nel 2010, 503 nel 2011, e 34 nel gennaio 2012 (28 maltrattamenti, 1 violenza sessuale, 5 casi pediatrici). “La media è di oltre 30 casi al mese, più di uno al giorno – spiega Vittoria Doretti – La crescita dei numeri non significa necessariamente un aumento dei casi, ma soprattutto un aumento delle segnalazioni di violenze o molestie. E’ l’”effetto domino”, quello che spinge le vittime ad uscire dall’ombra e a sporgere denuncia, seguendo chi lo ha fatto prima di loro ed è riuscito a porre fine alla spirale di violenza.
Ed è anche il frutto di una maggiore fiducia dei cittadini nelle istituzioni”. L’incremento del 2011 sul 2010 è del 63%. In particolare sono aumentati i codici rosa per casi di maltrattamento. Per quanto riguarda il sesso, si registra un aumento importante di vittime maschili: nel 2010 i casi erano per l’89% femmine e solo l’11% maschi, mentre nel 2011 le femmine sono scese al 75% e i maschi sono saliti al 25%. Per le fasce di età, sono aumentati i casi relativi agli ultra65enni: 34 nel 2011, rispetto ai 15 casi del 2010.
Quanto alla nazionalità, la percentuale di vittime italiane prevale nettamente ed è in aumento: nel 2010 erano il 67%, sono salite al 73% nel 2011. Questi i dati delle altre aziende, relativi ai primi 2 mesi del 2012: Asl 2 di Lucca: 15 casi, in maggioranza donne vittime di violenza. Asl 4 di Prato: 39 casi, di cui 30 donne maltrattate dal proprio partner, 4 uomini, 2 bambini e un adolescente che hanno riportatato segni di violenza da un familiare, e 2 anziani che hanno subìto violenze fisiche e verbali all’interno della propria famiglia. Asl 8 di Arezzo: 38 casi, nella stragrande maggioranza (34) donne.
Ma ci sono anche 3 maschi (di cui un adulto con due accessi) e 2 minori. Trenta i maltrattamenti subìti da persone adulte (26 donne e un uomo); 6 i maltrattamenti su minori (4 femmine e 2 maschi); un tentato abuso su una donna; un sospetto abuso su una bambina. Asl 12 di Viareggio: 2 casi di maltrattamento (qui il codcie rosa è partito a metà febbraio). In Versilia, il percorso per le vittime di violenza si completa con le attività correlate al consultorio transgenere. Il corso di formazione Il 20 e 21 febbraio si è tenuto a Grosseto, nella Fattoria La Principina, il primo corso regionale di formazione per tutti gli operatori coinvolti nel progetto.
Tra i docenti, i sanitari della Asl 9 che fanno parte della task force, rappresentanti della Procura della Repubblica e delle Forze dell’ordine, funzionari regionali, esponenti del volontariato che collaborano nella rete contro la violenza sulle fasce deboli. Una seconda edizione del corso si terrà a fine maggio. Le “sentinelle” Un altro elemento di forza dell’esperienza del codice rosa di Grosseto sono le oltre 500 “sentinelle” formate dalla task force in 24 mesi: 400 operatori socio-sanitari e amministrativi della Asl 9, 40 donne e uomini delle forze dell’ordine, 35 farmacisti e circa 80 insegnanti; addestrate a riconoscere le possibili vittime e a favorirne l’accesso ai servizi di aiuto presenti sul territorio.
“Ognuno può e deve diventare una sentinella – dice Silvia Rispoli, farmacista che ha seguito la formazione a Grosseto – Dire a tutte le vittime della violenza “siamo qui”, le istituzioni sono formate da persone come te che ti tendono la mano per tirarti fuori dall’oscurità che ti circonda”. L’effetto domino Nelle ultime settimane, praticamente tutte le Asl toscane e numerose Società della Salute hanno preso contatti con la task force del “codice rosa” di Grosseto, sia per “visitare” i luoghi del percorso rosa (stanza rosa nel pronto soccorso, Centro coordinamento vittime di violenza, ecc.), sia per avere supporto nella stesura delle procedure.
Ed è molto probabile che entro la fine del 2012 il “codice rosa” sia una realtà in tutti i pronto soccorso della Toscana. Il progetto ha già varcato i confini regionali: per ora, sono interessate a replicare l’esperienza Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Lazio. Il libro “Codice rosa. Il magico effetto domino” Dall’esperienza del codice rosa è nato anche un libro “Codice rosa. Il magico effetto domino”, scritto da un giornalista, Giuseppe Meucci, con la collaborazione di Vittoria Doretti, medico della Asl 9, responsabile della task force del codice rosa di Grosseto, e Giuseppe Coniglio, sostituto Procuratore di Grosseto.
Il libro racconta storie, riporta le testimonianze degli operatori, e dà conto dello spirito di squadra, della sinergia di risorse, della stretta integrazione tra istituzioni che caratterizza il prezioso lavoro della task force. L’effetto domino del titolo fa riferimento al circolo virtuoso che la task force mette in moto, sia “contagiando” tutti gli operatori che ne vengono a contatto, sia stimolando le vittime a denunciare, portando alla luce casi che altrimenti resterebbero sommersi. Il libro, edito da Pacini, verrà presentato alla libreria Feltrinelli di Firenze, via Cerretani 30, lunedì 12 marzo alle ore 17.30.
Con gli autori, ci saranno l’assessore Daniela Scaramuccia e Beniamino Deidda, Procuratore della Repubblica di Firenze. Condurrà l’incontro Maria Cristina Carratù, giornalista di Repubblica.