FIRENZE– “Esprimo grande soddisfazione per l’accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni sulle protesi Pip per il seno. Accordo che sposa la linea indicata dalla Regione Toscana, che è quella di presa in carico totale di tutte le pazienti portatrici di queste protesi. Soddisfazione perché ritengo corretto che tutte le pazienti italiane abbiamo diritto alla stessa completa presa in carico, indipendentemente dalla regione in cui risiedono”. E’ la dichiarazione dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, che oggi pomeriggio ha partecipato a Roma alla seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni sulle “Linee guida di carattere clinico ed organizzativo per la gestione clinica dei casi di persone portatrici di protesi mammarie prodotte dalla Ditta Poly Implant Prothèse (P.I.P)”.
“E’ già pronta la delibera, che lunedì porterò in giunta – prosegue Scaramuccia -, che contiene tutte le indicazioni per la presa in carico delle pazienti e, se necessario, espianto delle protesi Pip, e successivo reimpianto di nuove protesi, più sicure”. Dal censimento effettuato dalla Regione, risultano essere 294 le protesi Pip impiantate in Toscana. Le Aziende sanitarie toscane stanno richiamando tutti i pazienti ai quali, tra il 2006 e il 2010, sono state impiantate protesi d’anca della ditta DePuy.
Su tutti verranno fatte visite di controllo e accertamenti clinico-diagnostici. “Ci siamo mossi non appena è arrivata la circolare del Ministero, e abbiamo già fornito al Ministero l’elenco di tutti i pazienti, in Toscana 808″. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia fa il punto sulla vicenda delle protesi d’anca DePuy risultate difettose, e ritirate dal mercato in tutto il mondo. Ma avanza anche una proposta: “Si stanno verificando troppi casi di protesi difettose: prima quelle al seno, ora quelle d’anca.
In tutta Europa, per immettere in commercio un prodotto impiantabile nel corpo umano è sufficiente la certificazione CE, negli Stati Uniti invece è necessario superare le verifiche della Food & Drug Administration. Come ho già detto al Ministro, è ora di affrontare con decisione il problema a tutti i livelli, nazionale ed europeo. La salute del cittadino viene prima di tutto, e sicuramente prima delle esigenze di mercato. In ogni caso, in Toscana stiamo lavorando per la realizzazione, su tutto il territorio regionale, della tracciabilità e follow up continuo di tutti i dispositivi impiantabili”. In questi giorni le aziende sanitarie toscane stanno richiamando uno per uno tutti i pazienti sui quali sono state impiantate le protesi De Puy ASR.
“Nei principali ospedali toscani esiste già un sistema di controllo, grazie al quale i chirurghi valutano periodicamente i pazienti che hanno avuto impianti: a 3, 6 e 12 mesi, poi ogni anno – spiega il professor Massimo Innocenti, direttore della clinica ortopedica dell’Università di Firenze – Quindi un monitoraggio avviene già, e gli eventi avversi vengono rilevati. Ora, in seguito alla circolare del Ministero e alle direttive della Regione Toscana, chi le ha impiantate sta richiamando tutti i pazienti con protesi DePuy ASR (io personalmente non ho mai impiantato protesi di questi tipo), per sottoporli a screening clinico: visita, esame radiografico, accertamenti diagnostici.
Se dovesse rendersi necessaria una sostituzione della protesi, verrà sostituita. Ma questo va verificato caso per caso”. In Regione è stato costituito un gruppo di esperti, del quale il professor Innocenti fa parte, per monitorare la situazione e dare le indicazioni necessarie. Per la prossima settimana è previsto un incontro del Consiglio Sanitario Regionale con gli esperti chirurghi ortopedici. Le protesi d’anca De Puy ASR impiantate in Toscana nel periodo 2006-2010:
dato complessivo toscano: 808 dato disaggregato per Asl: Asl 1 Massa Carrara: 77 Asl 2 Lucca: 19 Asl 4 Prato: 355 Asl 5 Pisa: 40 Asl 7 Siena: 16 Asl 8 Arezzo: 54 Asl 10 Firenze: 218 Asl 11 Empoli: 23 Asl 12 Viareggio: 1Le protesi d’anca “Le protesi d’anca – spiega il professor Innocenti – possono essere costituite di diversi materiali: metallo (cromo-cobalto), ceramica, metallo con rivestimento di polietilene.
Quelle della DePuy ASR sono completamente metalliche, sia la coppa che la testa femorale, e hanno dato problemi inaspettati: rilasciano ioni metallici, soprattutto di cobalto. I microgranuli di cobalto – spuega ancora Innocenti – possono creare una reazione da corpo estraneo, che può determinare lo scollamento della protesi. In più, il cobalto è un metallo che, a determinate concentrazioni, può essere tossico, e causare problemi neurologici e dolori muscolari. Ma attenzione, non è detto che chiunque ha queste protesi abbia poi necessariamente questi problemi – chiarisce il chirurgo ortopedico – E poi, è stato verificato che gli eventuali sintomi neurologici sono scomparsi immediatamente non appena le protesi sono state tolte”.