Firenze, 3 marzo 2012 – “Vendola e Di Pietro? Sulla Tav in Val di Susa sono entrambi densi di contraddizioni”. Lo afferma l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, intervenuto a Settignano alla VII edizione di Eunomia Master, corso di alta formazione politico istituzionale rivolto a 50 amministratori e professionisti under 40 provenienti da tutta Italia. Chiamparino ha svolto una lezione sul tema “Qualità della leadership locale” insieme al professore di Scienze politiche e direttore della Scuola di governo all'università LUISS, Sergio Fabbrini.
Tra i tanti temi toccati in aula, anche la Tav in Val di Susa. “Della Tav si parla solo come di un problema, ma nessuno ricorda la grande opportunità che rappresenta. Avere l'Italia più vicina all'Europa vuol dire più opportunità”, ha detto l'ex presidente dell'Anci. Quanto alla posizione dei leader di Sel, Nichi Vendola, e dell'Idv, Antonio Di Pietro, Chiamparino afferma: “Sono entrambi densi di contraddizioni. Vendola dice che la Tav buona è la 'sua', quella che collegherà Bari a Napoli, mentre è 'cattiva' quella in Val di Susa.
In un'ottica non localistica ma europea, credo invece sia molto più importante il corridoio internazionale creato con la Tav da Torino a Lione. Non capisco perché Vendola difende la sua Tav e va a manifestare contro quella degli altri”. Quanto a Di Pietro: “Da ministro – ricorda Chiamparino – il leader dell'Italia dei Valori aveva firmato uno dei tanti progetti della Tav”. “La coerenza – aggiunge l'ex sindaco di Torino - non è il forte di alcuni politici italiani. Dobbiamo uscire dalla logica dell' 'arraffavoti' che non è credibile come logica di governo”.
Per Chiamparino “la Tav si deve fare”. “Lo ritengo il modo di viaggiare in ferrovia del ventunesimo secolo. Se cent'anni fa qualcuno non avesse fatto cose assai più sfidanti per la tecnologia dei tempi di quanto oggi non sia la Tav, noi adesso viaggeremmo a dorso di mulo”. Interpellato a margine della lezione dai giornalisti riguardo all'ipotesi di un referendum sulla Tav avanzata da Adriano Sofri dalle pagine di Repubblica, Chiamparino afferma: “E' fuori tempo massimo. L'avevo proposto anche io anni fa per l'intera area torinese, dove l'impatto della Tav sarà anche maggiore.
Non lo hanno voluto fare. Adesso, dopo 20 anni che si parla del progetto e dopo che il progetto è stato completamente cambiato anche in seguito al dialogo con la popolazione, su cosa si potrebbe fare? Sulla decisione europea? Sulle modalità attuative già cambiate?”. Il tunnel Tav di Firenze, della Val di Susa, e quello che attraverserà Stoccarda, in Germania; il terremoto dell'Aquila e la strage di Viareggio, l'Expo di Milano e i tanti comitati che in tutta Italia sono attivi nella difesa dei diritti della persona e del territorio, contrapponendosi, con proposte efficaci e ben ponderate, ad un modello di sviluppo che non funziona più, non produce benessere e devasta l'ambiente.
Un sistema infrastrutturale, quello delle Grandi Opere, figlio di una mancata programmazione politico-economica, che favorisce l'ingresso privilegiato delle mafie nell'economia globale e produce corruzione nei rapporti tra politica e imprese. Sono questi gli argomenti trattati oggi nel convegno “Grandi opere inutili e la progettazione alternativa diffusa” che si è tenuto oggi presso il Dopolavoro ferroviario di Firenze alla presenza di oltre 200 persone e che da' appuntamento a domani per la seconda sessione di confronto e discussione.
La sessione mattutina era intitolata “Le Grandi Opere Inutili causa e/o effetto della crisi economica” ed è stata coordinata da Mariarita Signorini di Italia Nostra con una panoramica sulle campagne fatte contro infrastrutture inutili e dannose a partire dalla Tirrenica e la Tav fino al Ponte sullo Stretto di Messina e al Mose Venezia. Sono poi intervenuti Tiziano Cardosi degli organizzatori che ha dato il benvenuto agli ospiti della giornata, a partire dalle donne valsusine Eleonora Ponte e Sabine Brautingam e dalla toscana Simona Baldanzi, scrittrice e ricercatrice, che ha raccontato il pessimo lavoro nei cantieri TAV del Mugello e in quelli della Variante di Valico.
E' intervenuta una delegazione dei lavoratori della Breda Ansaldo che vivono sulla loro pelle la drammaticità della crisi e proprio su crisi e lavoro ha poi parlato Giorgio Cremaschi legando le lotte per i diritti alle campagne di ristrutturazione del pesantissimo debito pubblico italiano. Su tema dell'incidenza delle grandi opere nel debito e nella crisi europea è intervenuto anche il tedesco Winfried Wolf, economista dei trasporti. La mattinata si è poi conclusa con le parole di Vincenzo Simoni dell'Unione Inquilini, di Teresa Liguori di Italia Nostra che ha raccontato il dramma infrastrutturale in cui versa il Sud Italia e un rappresentante del Comitato No S21 Stoccarda; Cristiano Gasparetto ha parlato del Comitato No Mose e No Grandi Navi di Venezia mentre lvano Tagliavini si è soffermato sulla Cispadana e Angelo Baracca sui movimenti contro il nucleare civile e militare.
Dopo il pranzo e un intermezzo musicale dei Crozip, Ornella De Zordo, della lista di cittadinanza perUnaltracittà, ha coordinato la sessione pomeridiana intitolata “Le Grandi Opere Inutili, la truffa del modello TAV e della Legge Obiettivo, un quadro normativo da rivoluzionare.” in cui Winfried Wolf ha parlato dell'Europa e la politica delle infrastrutture, il caso Italia e Germania, prospettive per il futuro. Ha poi preso la parola Fabrizio Bertini del Coordinamento ATO Centro Toscana e Ivan Cicconi, esperto lavori pubblici che ha affrontato il tema dell'appalto come strumento di ristrutturazione economica e di finanziarizzazione delle grandi opere.
Dopo i Comitati attivi nel post terremoto aquilano, l'urbanista Alberto Ziparo ha illustrato tutti i limiti della Legge Obiettivo che permette di costruire infrastrutture contro ogni pianificazione urbanistica. Mauro Chessa, vice presidente Rete dei comitati toscani per la difesa del territorio ha preceduto Domenico Gattuso che ha ragionato dell'assenza di una pianificazione dei trasporti e di come le grandi opere distruggano in realtà il sistema di mobilità italiano. A conclusione del pomeriggio si è parlato del grande lavoro fatto dai Comitati No Expo di Milano; il giornalista Antonio Mazzeo ha avvertito gli intervenuti su come le grandi opere privilegino l'ingresso delle mafie nell'economia globale.
Hanno poi parlato gli esponenti del Comitato terza corsia A11, del Comitato contro il Corridoio Roma-Latina, le vittime dei famigliari della Strage di Viareggio, del Comitato Tangenziale Est Torino. Ha concluso i lavori Mauro Chessa. Un insegnante di Istituto professionale propone da Firenze una ‘interrogazione pubblica’ sul dossier TAV al premier Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi fino al giorno dell’accettazione dell’incarico alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Girolamo Dell’Olio lavora da quasi trenta anni nell’Istituto Professionale “Leonardo da Vinci” di Firenze, ma presiede l'associazione di volontariato Idra e si occupa da quasi venti anni di informazione ambientale. Stupito per le dichiarazioni rilasciate dal premier al termine del vertice sulla TAV a Palazzo Chigi, l’insegnante fiorentino gli ha scritto invitandolo a rispondere in pubblico ad alcune domande sul tema TAV: “Sono rimasto stupito del contenuto rassicurante delle Sue affermazioni circa le conseguenze che la realizzazione della tratta TAV-TAC Torino-Lione determinerebbe – anche in proiezione europea - sul piano dell’efficienza dei trasporti, del buon governo della spesa pubblica, della ricaduta occupazionale, della protezione del territorio, della coesione sociale”, scrive l’insegnante.
E aggiunge: “Mi metto a Sua disposizione per contribuire a sgombrare il campo da dubbi e illazioni che non gioverebbero, temo, al successo delle scelte del Governo. Le propongo pertanto una interrogazione pubblica (sui media che Ella vorrà scegliere: radio, TV, carta stampata o web), in occasione della quale Ella possa rispondere da subito, in modo esauriente e accessibile ai più, con la competenza che garantisce il Suo prestigioso curriculum, ad alcune domande cruciali su taluni dei nodi critici più importanti dell’impalcatura finanziaria, dell’impostazione progettuale, della valutazione trasportistica e ambientale, dell’accettabilità sociale del progetto TAV-TAC Torino-Lione e dell’intero sistema TAV-TAC in Italia, che anche a Firenze sembra promettere, col doppio bypass contro-falda sotterraneo, benefìci discutibili e temutissimi costi”.