Un patto tra il mondo dell’artigianato e l’Amministrazione Comunale per la definizione di una serie di provvedimenti da adottare con urgenza. È questa, per CNA, la strada con cui Firenze può finalmente passare dal dire al fare e rendere l’artigianato nuovamente protagonista dello sviluppo economico cittadino. La richiesta è stata lanciata al Vice Sindaco, Dario Nardella, in occasione del confronto aperto con le imprese della città che si è svolto ieri nell’Oltrarno, quartiere simbolo della Firenze artigiana.
A fornire al Vicesindaco spunti e suggerimenti per dare vita a questo nuovo percorso sono stati gli stessi artigiani che, uno dopo l’altro, hanno presentato idee e proposte indirizzate, da un lato, ad aiutare le imprese esistenti a ”resistere” e, dall’altro, ad agevolare la nascita di nuove imprese da parte delle giovani generazioni, dando prova di voler contribuire, in modo propositivo, alla risoluzione dei problemi. Filo conduttore delle numerose richieste, la necessità che Palazzo Vecchio riporti al centro della sua agenda politico progettuale il lavoro e il valore della creatività artigiana. Come? Diventando innanzitutto ambasciatore, nel territorio e nel mondo, dell’artigianato locale, facendo conoscere e apprezzare i prodotti realizzati a mano dagli artigiani locali, acquistando direttamente prodotti e servizi che nascono sul territorio e smettendo di cercare altrove conoscenze, competenze e “saper fare”.
Dicendosi stanchi delle celebrazioni sulla unicità e l’eccellenza dell’artigianato locale, gli intervenuti hanno chiesto meno “tappeti rossi” e corsie preferenziali verso le grandi firme presenti in città, e più investimenti, concreti e mirati, a favore delle piccole botteghe, invocando anche una politica di governo del territorio più attenta alla valorizzazione e alla fruibilità del centro storico. Con lo sguardo rivolto ai mestieri di nicchia, come ad esempio i liutai, stretti tra la crisi economica e una concorrenza sleale sempre più agguerrita, l’Amministrazione è stata poi sollecitata ad elaborare progetti specifici per valorizzare e tutelare il patrimonio rappresentato da quanti continuano a far sopravvivere tradizioni plurisecolari.
Prendendo spunto dal museo parigino delle Arti e Mestieri, al Vicesindaco è arrivata anche la proposta di creare un museo interattivo delle arti minori di Firenze dove raccogliere la memoria storica di ciò che l‘abilità dei maestri artigiani ha saputo creare nel corso dei secoli. Un archivio delle opere realizzate dalle migliaia di botteghe artigiane, una struttura all’avanguardia con filmati, immagini, video, descrizioni dei processi di lavorazione, un laboratorio alchemico dedicato alle sperimentazioni, ai materiali ecologici ed ecocompatibili che possa anche essere fonte di ispirazione per quei giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo.
Per rivitalizzare e riqualificare aree della città, facciate di palazzi, volte e stradine, è stata invece lanciata l’idea di creare un concorso internazionale destinato a giovani artisti, disposti, gratuitamente, ad apporre la propria firma su un palcoscenico tanto importante, realizzando decori e tromp l’oeil. Con l’obiettivo di agevolare la nascita e la diffusione di nuove imprese capitanate da giovani, a Nardella è stato proposto di dare vita ad una “Silicon Valley” fiorentina dell’artigianato e della piccola impresa innovativa, un luogo in cui le idee circolano liberamente, si confrontano con altre per moltiplicarsi e sprigionare tutta la loro potenzialità, sul modello di quanto accaduto in California al giovane fondatore di Facebook.
Infine, sempre allo scopo di incentivare la nascita di nuove imprese, gli artigiani hanno proposto di assegnare i fondi commerciali di proprietà del Comune, al momento inutilizzati, a chi apre una nuova attività, a un canone calmierato per i primi tre anni.