Firenze– “Nell’ambito dell’autonomo e responsabile esercizio del potere di pianificazione, spetta ai comuni l’attribuzione delle corrette destinazioni urbanistiche del territorio mediante la formazione e variazione dei propri strumenti”. Così l’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson ha risposto all’interrogazione del consigliere Udc Marco Carraresi in merito alla “contestazione di profili di illegittimità del premesso a costruire rilasciato dal Comune di Firenze” per l’area ex Fiat di viale Belfiore. Una risposta che ha lasciato “parzialmente soddisfatto” il consigliere: “Permangono ancora troppe nubi sul futuro di un ‘cratere’ che ha una rilevanza e un impatto notevoli e riguarda uno dei punti strategici di Firenze”.
A suo tempo la Regione, come ha ricordato l’assessore, aveva presentato un’osservazione alla variante con contestuale piano di recupero evidenziando una serie di rilievi. In particolare, veniva rilevato che il Piano regolatore generale non conteneva la disciplina sul patrimonio edilizio esistente, e pertanto non risultava adeguatamente valutato l’aspetto documentario degli edifici esistenti; ciò avrebbe dovuto comportare l’applicazione dell’art.39 della legge regionale 5/1995, limitando gli interventi ammessi alla sola ristrutturazione edilizia. Si trattava peraltro di una variante non certo di “minima entità” (come veniva definita dal Comune) vista l’ampiezza dei perimetri interessati.
Inoltre l’introduzione di una consistente previsione di carattere ricettivo (242 camere), un centro congressi, una galleria commerciale e altro, in un’area che presentava forti elementi di criticità per gli aspetti infrastrutturali, avrebbe dovuto essere adeguatamente supportata da uno studio sulla mobilità. Quanto alla deroga per consentire la realizzazione dell’albergo con un’altezza di quasi 20 metri, la Regione aveva rilevato che sia sul fronte del Viale Belfiore che su quello di Via Benedetto Marcello le altezze degli edifici esistenti risultavano molto inferiori.
Veniva inoltre valutato che la prevista realizzazione di un fronte continuo edificato avrebbe generato un considerevole impatto rispetto alla situazione in atto. “Risulta evidente – dice Marson – che il Comune non ha tenuto conto di quanto osservato dalla Regione. Peraltro rilevare profili di illegittimità degli strumenti urbanistici non è compito della Regione. Solo la Procura della Repubblica può eccepire profili di illegittimità dei permessi a costruire rilasciati dal Comune (come è avvenuto in questo caso)”. L’assessore Marson ha fatto presente che pertanto, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, gli uffici della Giunta regionale hanno attivato (art.
39 del D.P.R. 380/20001) la procedura di contestazione del permesso a costruire con delibera della Giunta regionale del dicembre scorso. Conseguentemente gli Uffici regionali hanno inviato ai soggetti interessati (progettista, proprietario e titolare del permesso di costruire e Comune) la contestazione, dando loro 45 giorni a partire dal ricevimento, per presentare memorie o controdeduzioni. Ad oggi è pervenuta solo la memoria del progettista, oltre alla richiesta di proroga dei suddetti termini da parte del proprietario e titolare del permesso a costruire, permesso nel frattempo decaduto.
Il tempo massimo per completare l’istruttoria regionale è fissato in 18 mesi. “Daremo comunque una risposta – assicura Marson – in tempi assai più rapidi”.