In un’intervista al “Corriere fiorentino” del 19 maggio 2011 il sindaco Matteo Renzi ha annunciato l'idea di una sala congressuale da 4000 posti sotto la Vasca dei cigni nel giardino realizzato da Giuseppe Poggi all’esterno della Fortezza da Basso, in viale Spartaco Lavagnini: «E’ un progetto molto bello che il team guidato dall’ingegner Luigi Ulivieri ha proposto. Una sala di 4mila posti, un disegno intelligente proposto dai tecnici di Comune, Provincia e Regione».
«Le città devono anche cambiare: nessuno butta giù la Cupola del Brunelleschi. Ma accanto ad una Firenze dell’Ottocento abbiamo diritto di avere una Firenze del 2010. Il marciapiedi in una strada pedonale peggiora la pulizia ed è un non senso. Checché ne pensino gli storici, la città serve per i cittadini, non per gli studiosi d’arte. Difendere il marciapiede come elemento culturale della città mi sembra una elucubrazione da salotti». "La competente Soprintendenza è stata informata del progetto? -domanda Maria Rita Signorini di Italia Nostra- la Vasca dei cigni costituisce la parte centrale di quello straordinario episodio di giardino pubblico progettato da Giuseppe Poggi e realizzato dal giardiniere Attilio Pucci che ancora oggi, salvo qualche parziale modifica, ci è arrivato nella sua redazione originaria ed è inserito a ragione nell’area di vincolo diretto che tutela tutto il complesso della Fortezza da basso all’interno del perimetro dei viali". "Gli amministratori fiorentini hanno permesso che l’ex Cinema Apollo di Via Nazionale (opera dell’architetto Nello Baroni del quale è stato già fatto fuori l’ex-Cinema Capitol) -spiegano dai Comitati dei Cittadini di Firenze- a due passi dall’attuale palazzo dei Congressi, fosse trasformato in appartamenti e centro commerciale invece di utilizzarlo, se c’era questa necessità, secondo la sua vocazione naturale come seconda grande aula congressuale.
Hanno permesso che si distruggesse l’agenzia FIAT di viale Belfiore in cambio di un nuovo albergo progettato da Jean Nouvel che doveva contenere anche nuove sale congressuali e oggi è solo una grande buca a cielo aperto; in cinque anni il progetto ha, tra l’altro, provocato il dissesto finanziario della società che ha rilevato le tre più importanti imprese edili fiorentine. Difendere la Vasca dei cigni e il giardino (che sarebbe inevitabilmente distrutto dalla presenza di una sottostante costruzione in cemento) significa anche promuovere un’idea di città effettivamente moderna, che non segua solo mode che vivono solo nei media, e che non sono né antiche né moderne, ma solo vane e vuote, quando non interessate".