A Fiesole (Firenze), nel convento dei frati francescani, si è spenta la triste storia terrena dell'ex parroco Lelio Cantini, sacerdote ridotto allo stato laicale nel 2008 dopo essere stato riconosciuto colpevole di "abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori" da parte della Congregazione per la dottrina della fede. I reati sono stati denunciati quando erano già prescritti e dunque non si è potuto procedere all'iter processuale pervenendo così all'archiviazione su richiesta dei pm fiorentini. Don Lelio Cantini, è stato parroco della chiesa della Regina della Pace di Rifredi. "Abusi sessuali ai danni di bambini dai 10 ai 17 anni perpetrati per circa 20 anni" - questo scriveva il pm fiorentino Paolo Canessa nella richiesta di archiviazione dell'inchiesta, poi accolta dal gip.
Una richiesta di archiviazione sulla quale si è trovato ad esporsi lo stesso Procuratore Quattrocchi, dopo le polemiche sollevate dagli ambienti cattolici che avevano ravvisato nelle parole del pm una sorta di "accusa impropria", e che ha precisato come i fatti elencati nella stessa fossero elementi di prova veri e propri accompagnati dalla fattispecie dell'estinzione del reato per prescrizione. "Denunce fatte nel tempo anche all'allora cardinale di Firenze Silvano Piovanelli" questo è emerso nel corso dell'attività della Procura.
Ma a carico dell'autorità religiosa esiste solo un dovere morale e non giuridico di segnalare i potenziali reati alla giustizia ordinaria. Forse è un po' come dire che della correttezza morale si risponde in altra sede? Pur riconoscendo il parroco colpevole di "delittuosi abusi sessuali, falso misticismo e dominio delle coscienze", il cardinale Ennio Antonelli, dopo aver addotto in un primo momento la prescrizione anche secondo il dettame del diritto canonico, aveva condannato il parroco al divieto di celebrare messa in pubblico per cinque anni ed all'obbligo di recitare litanie alla Madonna.
Una pena giudicata 'leggera' da parte delle vittime degli abusi che insistentemente si sono rivolte alla Santa Sede dove hanno trovato infine la risposta di Benedetto XVI che ha 'spretato' Cantini. Impossibile procedere anche contro il vescovo ausiliario di Firenze Claudio Maniago per mancanza di querele poiché anche i testimoni che hanno raccontato, nel corso degli anni, le violenze subite hanno omesso di sporgere regolare querela che resta, ad onor di cronaca e per informazione, l'unico atto propedeutico all'attivazione in una azione giudiziaria ai danni del querelato. Una drammatica vicenda che vede un capitolo conclusivo sul quale sicuramente scendono delle lacrime, emotive e spontanee che spesso solcano il viso di chi ha il cuore dolce e indifeso come quello dei bambini.
Bambini che sono cresciuti portandosi dietro un'ombra impenetrabile e spesso imbarazzante che come un filo spinato li ha trattenuti ai margini di un cammino sereno e tranquillo. Ad oggi, il pensiero di molti è rivolto a chi quel cammino ha ancora tutto il diritto di compiere, di crescere e di credere ancora in qualcosa o in qualcuno. AntLen