di Aldo Piombino Oggi nella fin troppo gremita sala di Palazzo Strozzi Sacrati è stato presentato il “continuum geologico della Toscana”. Dietro questo termine si cela un progetto importantissimo, la armonizzazione e la completa digitalizzazione del patrimonio cartografico geologico in scala 1:10000 della Toscana, l'unica Regione in Italia ad aver raggiunto questo traguardo. Oggi è accessibile a tutti tramite il sito della Regione Toscana. La cartografia geologica regionale era stata completata nel 2006 ma non era digitalizzata e soprattutto mancava di criteri di uniformità nella terminologia, essendo rilevata da ricercatori diversi fra di loro e appartenenti a “tradizioni” geologiche differenti: ancora ci sono molte incertezze sulla storia geologica degli Appennini e i ricercatori delle 3 università toscane, Firenze, Pisa e Siena hanno interpretazioni diverse dei dati.
Ne consegue che confrontando una carta rilevata da una scuola e una rilevata da un'altra alle volte ci sono delle differenze terminologiche che possono ingenerare confusioni. Adesso la cartografia geologica regionale risponde ad un criterio di rigorosa uniformità nella terminologia. Il tutto è costato circa 7 milioni di euro, meno dei danni che un singolo evento alluvionale può provocare: la carta geologica, con annessi i rilevamenti su franosità ed altre criticità ambientali, è lo strumento essenziale per poter correttamente usare il territorio (certo, poi da aprte di politici e pianificatori occorre usare anche il cervello, ma questo ci porterebbe molto lontano...).
Inoltre l'accesso via web contribuisce ad una fruizione rapida ed economica: si può navigare con un WEB-GIS, un programma che consente di consultare le carte come se fossero sulla scrivania, ma anche scaricarle in pratici file PDF. L'ingegner Masi, della Regione ha sottolineato come questo progetto abbia un significato particolare per le zone più marginali, che sono trattate come quelle più baricentriche: in ogni zona la qualità delle informazioni è la stessa e non ci sono “buchi”. Un aspetto importante che hanno sottolineato tutti gli intervenuti è che questa realizzazione non costituisce un punto di arrivo: la cartografia geologica di base verrà via via perfezionata all'aumentare delle conoscenze.
Un atteggiamento molto costruttivo e che soprattutto è una garanzia per il futuro: la cartografia geologica non resterà imbalsamata allo stato di oggi (e sicuramente l'uso di strumenti informatici che permettono di modificare facilmente le carte senza costosi processi di stampa e di farlo “in tempo reale” aumentano l'agilità dello strumento cartografico). Per il futuro ci sono diverse prospettive: a scala regionale la produzione di una serie di carte tematiche, fra le quali sono state già completate la “carta della radioattività naturale” e quella delle pietre ornamentali, Altre sono in via di completamento e si va dalle risorse idriche alla franosità, alle potenzialità geotermiche etc etc.
C''è poi un progetto più ambizioso: estendere il continuum a Emilia – Romagna, Marche ed Umbria: con queste regioni è stato firmato un protocollo per la realizzazione di questo progetto che sarà estremamente utile per la pianificazione territoriale: unificare per tutto l'Appennino Settentrionale la terminologia e i riferimenti è quanto di più utile si possa avere per un geologo. Al proposito va fatta una precisazione importante per i non addetti ai lavori: in Geologia per “Appennino Settentrionale” si intende una zona molto più ampia e non solo la catena propriamente detta: tutta la zona compresa fra la catena appenninica ed il Tirreno, isole comprese, anche la Corsica orientale) tra Genova e l'Umbria: anche l'Elba, le Apuane e la Maremma fanno parte, da un punto di vista geologico, dell'Appennino Settentrionale.