“Prima di dare il via a una deregulation totale sarebbe saggio analizzare i livelli di equilibrio raggiunti in Toscana tra grande e piccola distribuzione e tenere conto dei vantaggi che questo equilibrio ha comportato e comporta per i cittadini, per i consumatori, per l’intera rete commerciale”. E’ questa la riflessione del presidente Enrico Rossi, riferita alla problematica delle liberalizzazioni in materia di commercio. “Per quanto riguarda la grande distribuzione – prosegue il presidente – autorevoli esperti hanno già sottolineato la grande espansione avvenuta anche nella nostra regione nella prima parte degli anni 2000.
Una crescita rilevante e tuttavia avvenuta alla luce di politiche più equilibrate che altrove. Grazie a ciò, e ai meccanismi di concorrenza favorevoli per il consumatore, attualmente la Toscana è la regione più conveniente d’Italia. Da noi la spesa costa meno”. Ecco alcuni dati (fonte Nielsen 2010). Nella nostra regione, anche se il tasso di presenza di grande distribuzione è inferiore alla media nazionale (187 metri quadri per 1000 abitanti contro una media di 225) i prezzi della grande distribuzione sono in assoluto i più bassi d’Italia: fatta 100 la media prezzi in Italia, la Toscana ha un indice di 95,8.
In una recente indagine di “Altro Consumo” ben tre province toscane (Pisa, Firenze e Arezzo) si collocano ai primi posti (rispettivamente il secondo, terzo e sesto) per convenienza della grande distribuzione, su 61 province monitorate. Se una famiglia spende in media 6300 euro l’anno per fare la spesa le possibilità di risparmio a Firenze sono di 1179 euro, a Pisa di 897 e ad Arezzo di 1040. “Dunque mantenere in Toscana un equilibrio tra supermercati e la piccola distribuzione di quartiere, di vicinato, in città e nei piccoli paesi, è fondamentale non solo per le ragioni che gli esperti sempre ricordano, la tutela dell’ambiente e della qualità urbana, l’equilibrio sociale, la sicurezza e l’accesso ai servizi da parte delle persone anziane, ma anche per la convenienza dei prezzi.
Noi – prosegue il presidente Rossi - siamo per le liberalizzazioni che ci aiutano a combattere le rendite di posizione, a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, a diminuire i costi per i consumatori. Tutto questo in nome dell’interesse generale, non di un’astratta ideologia liberista come quella che si annida nella decisione di dare la possibilità di una apertura indiscriminata, 365 giorni l’anno 24 ore al giorno. Questo ovviamente finisce per colpire la piccola distribuzione, i negozi di vicinato, quella rete così importante nelle città, nelle periferie, nei piccoli paesi e che rappresenta un vero presidio sociale per la popolazione più anziana e debole”. “Ancora una volta – conclude il presidente Rossi – se si lasciano da parte le fumisterie ideologiche e si guarda al concreto, il modello toscano mostra tutta la sua validità.
Un modello riformista, che è riuscito a combinare i vantaggi del dinamismo economico e della concorrenza con i legittimi interessi delle categorie, con la tutela dell’interesse generale e, soprattutto, con gli interessi sociali della parte più debole della popolazione. E’ per questo che in Toscana i conti della spesa parlano da soli. E tornano”.