Confartigianato Taxi Firenze dice no alla liberalizzazione del settore, senza se e senza ma “Se il Governo non aprirà alla categoria, ma anzi produrrà il testo del provvedimento in modo autonomo, la scelta del fermo diverrà inevitabile - spiega Simone Andrei, presidente di Confartigianato Taxi Firenze - Non sempre le liberalizzazioni portano i benefici sperati ed oggi, per il rilancio dell’economia, appare ben più cogente eliminare monopoli su carburanti, assicurazioni ed utilities che, tra l’altro, interessano non solo le imprese, ma i cittadini tutti”. La deregulation del settore e l’aumento del numero delle licenze non porteranno assolutamente dei vantaggi economici per la clientela: le tariffe taxi, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non sono determinate dagli operatori di settore, bensì imposte dal Comune e pertanto un aumento delle licenze non porterebbe alcuna significativa utilità per i cittadini, ma solo più taxi in circolazione, per un servizio che a tutt’oggi nella nostra città, ma anche nel resto d’Italia, è già ampiamente coperto. Il modello italiano risulta non dissimile da quanto esistente in Europa e se il Governo, che ancora non ha espresso una linea definita su questo settore, continuerà su quella della liberalizzazione le azioni di protesta e di mobilitazione saranno una diretta conseguenza. Gli oltre 60 tassisti aderenti a Confartigianato Taxi Firenze annunciano quindi la loro adesione al fermo di settore in programma per il 23 gennaio, una volta confermata tale data dalla Commissione Garanzia degli Scioperi.
Taxi pronti a fermarsi il 23 gennaio a Firenze: ''Tariffe imposte dal Comune''
Andrei, presidente Confartigianato Taxi: se il Governo proseguirà su questa strada il fermo è una scelta inevitabile.