Gara dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) per affidare le fase A e B1 del programma Opsis per un satellite ottico di osservazione della terra ad alta risoluzione: il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi chiede al ministro per l’Istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, procedure selettive eque e trasparenti. Dopo che si è diffusa la notizia che l’Asi ha inviato una richiesta di offerta a due sole aziende – la Thales Alenia Space Italia (joint-venture tra la francese Thales al 67% ed il Gruppo Finmeccanica al 33%) e la Compagnia Generale Spazio (CGS) della tedesca OHB Company – ignorando l’esistenza di altri operatori qualificati sul territorio nazionale, come la Selex Galileo che opera anche in Toscana con circa 800 addetti, il presidente Rossi ha inviato una lettera al ministro. La preoccupazione del presidente della Regione Toscana, condivisa anche dalle organizzazioni sindacali, è che le attività di sviluppo e sub-fornitura connesse al programma Opsis dell’Asi possano privilegiare tecnologie straniere o essere trasferite in altri paesi, senza quindi il riconoscimento di professionalità presenti anche in Toscana e con possibili conseguenze negative sul piano occupazionale. La richiesta specifica al ministro Profumo è pertanto di valutare l’opportunità di sospendere la richiesta di offerta e procedere ad un nuovo bando che garantisca una regolare competizione tra le competenze e le capacità industriali del segmento ottico spaziale realmente presenti in Italia. Questo il testo integrale della lettera: Caro Ministro Profumo, vorrei sottoporre alla tua attenzione una vicenda paradossale, già segnalata per lettera dal direttore dell’Istituto di Fisica Applicata “N.Carrara-IFAC” del CNR di Firenze, e riguardante una procedura dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per l’affidamento delle fasi A e B1 del programma OPSIS – satellite ottico di osservazione della terra ad alta risoluzione per un valore di circa €15 milioni, a cui dovrebbero seguire altri affidamenti industriali per ordini di grandezza ben superiori. Ebbene, lo sviluppo in campo nazionale di tecnologie così critiche (alta risoluzione ottica per futuri satelliti italiani di rilevamento) ha preso avvio il 28 ottobre 2011 con una richiesta di offerta indirizzata unicamente a due aziende, Thales Alenia Space Italia (joint-venture tra la francese Thales al 67% ed il Gruppo Finmeccanica al 33%), con sede a Roma, e Compagnia Generale Spazio (CGS) con sede a Milano, ma di proprietà della OHB Company, con sede a Brema in Germania. Ovviamente la questione non attiene, in prima battuta, alla nazionalità delle due società, quanto semmai al fatto che la loro selezione sia avvenuta sulla base di un duplice presupposto esplicitato nella stessa richiesta di offerta dell’ASI, ovvero che “…l’osservazione della Terra nel campo ottico non è attualmente una capacità autonoma dell’Italia” e che tale sviluppo “porterà importanti ricadute di tipo tecnologico ed economico, consentendo alle PMI italiane l’accesso a tecnologie attualmente non esistenti a livello nazionale”. Ora, non solo in base agli esperti del settore tali affermazioni appaiono confutabili, ma non tengono conto neanche dell’esistenza di altri operatori qualificati sul territorio nazionale, come ad esempio Selex Galileo (l’azienda italiana con maggiori competenze nel campo dell’elettro-ottica e radaristica satellitare) operante anche in Toscana con circa 800 addetti e, incidentalmente, di proprietà dello stesso Gruppo Finmeccanica. In quest’ottica vorrei anche far presente che proprio Selex Galileo è stata beneficiaria tra 2009 e 2011 di due finanziamenti regionali toscani su fondi europei, per complessivi €3 milioni, destinati a progetti di ricerca in campo ottico e per sensori satellitari.
Possibile quindi che lo stesso azionista Finmeccanica non sappia cosa fa la mano sinistra rispetto alla destra? Oppure occorre pensare male visto che la richiesta di offerta dell’ASI favorisce interessi industriali in precise aree geografiche? D’altronde, limitandosi alla sola Toscana, sono attive più di 30 imprese ed un’associazione largamente rappresentativa (Toscana Spazio), per un fatturato di comparto nel 2010 pari a €310 milioni e 2.200 addetti, con attività di alto valore aggiunto e prevalentemente orientate all’export. Rispetto a queste potenzialità non nascondo il timore, condiviso anche dalle organizzazioni sindacali, che le attività di sviluppo e sub-fornitura connesse al programma OPSIS dell’ASI possano privilegiare tecnologie straniere o essere trasferite in altri paesi, senza quindi il riconoscimento di professionalità presenti anche in Toscana e con possibili conseguenze negative sul piano occupazionale. Alla luce di quanto riportato, sono quindi a chiederti di valutare se non sia opportuno sospendere la richiesta di offerta e procedere ad una riemissione che garantisca una regolare competizione tra le competenze e le capacità industriali del segmento ottico spaziale realmente presenti in Italia.
La Toscana e le sue imprese non chiedono favoritismi, ma certamente desiderano potersi giocare le proprie qualità professionali in procedure selettive eque e trasparenti. Certo della tua attenzione, un cordiale saluto, Enrico Rossi