Finalmente sull'assassinio dei ragazzi senegalesi a Firenze anche un rappresentante delle istituzioni esce allo scoperto. Oggi il Presidente del Quartiere 1, Stefano Marmugi, in una radio locale ha definito Casaggì un ‘centro di formazione di violenza’. “La frase di Marmugi –ribatte il consigliere del PdL, Francesco Torselli, esponente di Casaggì– è vergognosa e indecente. I ‘centri di formazione di violenza’ non appartengono alla nostra cultura politica, che è quella della destra istituzionale ed identitaria italiana.
Se nel corso della sua storia politica il presidente Marmugi ha conosciuto dei ‘centri di formazione di violenza’, non li ha certo conosciuti a destra, ed in ogni caso lo inviterei, se in possesso di informazioni a riguardo, a rivolgersi alla magistratura”. “Casaggì, come in passato Azione Giovani ed oggi la Giovane Italia – aggiunge ancora il consigliere PdL – sono movimenti puliti e sani; ai nostri giovani tramandiamo la passione e l’amore per la nostra identità di italiani ed europei, ma al tempo stesso il rispetto per le culture differenti dalla nostra.
E le armi che diamo ai nostri ragazzi sono esclusivamente quelle della dialettica, del confronto e del dibattito, armi che mettiamo in bella mostra, ogni giorno, nelle scuole, nelle università e nelle istituzioni. In un momento di incommensurabile dolore per tutta la comunità cittadina, mentre esponenti delle istituzioni, evidentemente di altro spessore rispetto al Presidente del Quartiere 1, e penso in primis al sindaco Renzi, hanno mantenuto un comportamento impeccabile di fronte al tremendo fatto, Marmugi ha pensato bene di utilizzare i microfoni di una radio per puntare il dito contro una comunità giovanile che con la violenza ed il razzismo non ha assolutamente niente a che fare”.
“Casaggì, come in passato Azione Giovani ed oggi la Giovane Italia – aggiunge ancora il consigliere PdL – sono movimenti puliti e sani; ai nostri giovani tramandiamo la passione e l’amore per la nostra identità di italiani ed europei, ma al tempo stesso il rispetto per le culture differenti dalla nostra. E le armi che diamo ai nostri ragazzi sono esclusivamente quelle della dialettica, del confronto e del dibattito, armi che mettiamo in bella mostra, ogni giorno, nelle scuole, nelle università e nelle istituzioni.
In un momento di incommensurabile dolore per tutta la comunità cittadina, mentre esponenti delle istituzioni, evidentemente di altro spessore rispetto al Presidente del Quartiere 1, e penso in primis al sindaco Renzi, hanno mantenuto un comportamento impeccabile di fronte al tremendo fatto, Marmugi ha pensato bene di utilizzare i microfoni di una radio per puntare il dito contro una comunità giovanile che con la violenza ed il razzismo non ha assolutamente niente a che fare”. “Dopo questa pessima caduta di stile – conclude Torselli – Marmugi dovrebbe rendersi conto di quanto male possano fare le parole che ha usato e rimettere immediatamente il suo mandato da amministratore.
Ma siccome siamo ben consapevoli del valore che le poltrone hanno assunto nella politica di oggi, chiediamo almeno al Presidente del Quartiere 1 di scusarsi pubblicamente per quanto affermato nei confronti di quello che lui chiama “Casaggi”, ma che in realtà si chiama Casaggì. Se le scuse non arriveranno, provvederemo immediatamente a sporgere querela verso questa persona”. “Ritengo di avere fatto delle considerazioni che rientrano nella normale dialettica politica” replica il presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi “Io, tanto per far capire da dove provengo- ha aggiunto Marmugi -, sono uno di quelli che pensa che chi è nato in Italia debba essere italiano e che la città non debba essere imbrattata con affissioni abusive come quelle targate Casaggì di cui a periodi è piena Firenze.
Vorrei poi chiarire a Torselli che in merito alle poltrone la mia non è poi tanto comoda né specialmente renumerativa. Quindi pregherei Torselli di informarsi meglio". “Come si può arrivare a dire che accusare le persone di essere un ‘centro di formazione di violenza’, in special modo all’indomani di quanto accaduto in Piazza Dalmazia e San Lorenzo, sia una normale espressione che rientra nella dialettica politica? Le parole con le quali il Presidente del Quartiere 1, Stefano Marmugi, ha risposto alla mia richiesta di scuse nei confronti delle ragazze e dei ragazzi di Casaggì sono a dir poco deliranti”.
ha controreplicato il Consigliere Comunale del PdL Francesco Torselli “Paragonare un’accusa del genere all’affissione abusiva di manifesti – spiega l’esponente del PdL - è quanto poi di più grottesco si possa leggere. Affiggere manifesti abusivi è un reato amministrativo e se Casaggì sbaglia, pagherà le adeguate sanzioni pecuniarie, ma indicare un movimento politico di essere un ‘centro di formazione di violenza’ e per giunta in un periodo come quello che sta vivendo Firenze in questi giorni è un qualcosa di una gravità assoluta”.
“Quando ho ascoltato le parole del Presidente Marmugi in radio – sostiene Torselli – ho pensato che si fosse fatto prendere dalla tensione del momento, che si fosse lasciato scappare una simile castroneria per errore, ecco perché ho pensato che dovesse pubblicamente fare ammenda e chiedere scusa. Invece Marmugi ha rincarato la dose, dicendo che per lui, accusare Tizio o Caio di essere un ‘centro di formazione di violenza’ è normale dialettica politica. Non posso permettere che le centinaia di ragazze e di ragazzi che ogni giorno impegnano il loro tempo in una militanza politica sana priva di secondi fini utilitaristici, fatta per il solo piacere di donare il proprio impegno al futuro della propria città e della propria nazione, venga così brutalmente offesa”.
“Domani mattina – conclude il consigliere PdL – incontrerò i miei legali e studieremo un’azione contro quanto dichiarato dal Presidente Marmugi. In un momento come quello che stiamo vivendo in questi giorni, Firenze non ha certo bisogno di ulteriori polemiche verbali: ecco perché, per quanto mi riguarda, le parole finiscono qui. Se il Presidente Marmugi ha gli elementi per valutare che a Casaggì si formano dei violenti li presenterà di fronte al magistrato, altrimenti risponderà delle proprie affermazioni che considero non solo lesive per l’immagine della destra giovanile, ma anche pericolose ed irresponsabili”.