"È assolutamente inaccettabile l'introduzione dell'Ici sulla prima casa con l'aumento delle rendite catastali del 60% che è un vero e proprio furto - così Marchiani di Uil Toscana - si tratta di un semplice valore teorico, privo di un effettivo beneficio reale. Le famiglie non vendono la casa di abitazione, ci abitano. Così come è inaccettabile la manovra sulle pensioni. Presentata come un risparmio, ma in effetti non lo è. Si tratta semmai di ulteriori prelievi parafiscali, perché non saranno capitalizzati dall'INPS nel fondo lavoratori dipendenti.
Sicuramente serviranno allo stato per abbassare il deficit e per utilizzarli per altre iniziative. Il blocco delle indicizzazioni per le pensioni superiori ai 935 Euro è un provvedimento odioso, un vero furto a danno delle persone che con anni di contributi si sono assicurati la pensione. Ed è cinico il comportamento del Presidente del Consiglio che dopo aver ricevuto un ricco stipendio da Senatore a vita che si aggiunge agli altri redditi, si rende disponibili a rinunciare al reddito di Presidente del Consiglio.
La Ministra Fornero ha pianto in TV, pensino a quanto soffriranno le persone per questi tagli. Insomma, con questi provvedimenti non ci sarà crescita dell'economia e dell'occupazione. Saranno sacrifici che non produrranno benefici per il sistema produttivo del nostro Paese. Le imprese incassano dallo Stato ca. 30 miliardi di euro l'anno, con l'aggiunta di altri 11 nei prossimi 3 anni probabilmente si pagheranno l'acquisto di altri beni pubblici e continueranno ad investire all'estero. Diamo quindi pieno appoggio alle mobilitazioni promosse dalla Uil Nazionale, perché dobbiamo mobilitare i lavoratori contro questa manovra ingiusta anche attraverso iniziative di sciopero, con la prospettiva di organizzare mobilitazioni analoghe in concerto e insieme con la Cisl e la Cigl in Toscana". Manovra Monti: mercoledì 7 dicembre sciopero dei metalmeccanici Cisl “Mobilitazione per cambiare una manovra iniqua e recessiva che colpisce ancora una volta chi ha sempre pagato” Anche in Toscana mercoledì prossimo, 7 dicembre, la Fim-Cisl chiama i lavoratori metalmeccanici allo sciopero contro la manovra varata dal governo Monti che, ancora una volta, fa cassa a spese dei ‘soliti noti’. “Questa manovra grava su chi ha sempre fatto i sacrifici e per tutti: lavoratori dipendenti e pensionati”, dice Marco Tesi, segretario Fim-Cisl della Toscana.
“La manovra non fa invece abbastanza per la lotta all’evasione e per tassare i grandi patrimoni. La Toscana risentirà particolarmente di questi provvedimenti perché duramente colpita da cassa integrazione e mobilità su un tessuto di imprese per lo più piccole. Innalzare l’età pensionabile significa per tante di queste persone, soprattutto di aziende piccole e piccolissime dove le reti di tutela sono minori e manca la possibilità di rivalutare i percorsi di uscita che erano stati disegnati, restare senza pensione e senza alcun ammortizzatore sociale.” Per questo la Fim-Cisl toscana aderisce allo sciopero di due ore dei lavoratori metalmeccanici proclamato a livello nazionale.
Nella nostra regione l’astensione dal lavoro si effettuerà mercoledì 7 dicembre, nelle ultime 2 ore di ogni turno, salvo diverse modalità decise a livello aziendale. Durante lo sciopero i delegati Fim illustreranno ai lavoratori le ragioni della contrarietà a questa manovra e li informeranno sulle iniziative di pressione della Fim e della Cisl per cambiarne i contenuti. «Quella presentata da Monti è una manovra omicida. Siamo pronti ad alzare le barricate». È così che l'onorevole Gianni Fava, commissario della Lega Nord Toscana, commenta le misure anticrisi presentate dal premier Mario Monti, augurandosi che il Pdl «stacchi la spina e dimostri un po' di coerenza.
Dobbiamo restituire il Paese alla democrazia perché questo Esecutivo è stato voluto e scelto dalla Merkel e da quattro banchieri. Non serve andare a toccare le pensioni e l'Ici, servono piuttosto delle scelte strutturali come può essere il blocco del turnover del pubblico impiego». Il parlamentare leghista si sofferma sulle modifiche del sistema pensionistico, definendo le misure «surreali e drammatiche per i cittadini. Penso a chi è in cassa integrazione – asserisce – e gli manca un anno per andare in pensione o a quelle persone che stanno pagando i propri contributi perché costretti ad assistere familiari con disabilità.
Cosa risponde Monti a tutta questa gente? Siamo ostaggi dell'Europa – chiosa – e non basteranno le lacrime di coccodrillo del Ministro Elsa Fornero per intenerire i cittadini». Infine, il commissario della Lega Nord Toscana si sofferma sull'alleanza con il Pdl nelle realtà toscane che andranno al voto evidenziando che «l'alleanza non è scontata. Vedremo cosa sapranno fare a Roma e poi decideremo». Il presidente della Provincia di Grosseto Leonardo Marras, che domani sarà a Roma all’assemblea nazionale delle Province italiane, commenta a caldo i provvedimenti per il contenimento della spesa pubblica e il rilancio economico approvati ieri sera dal Consiglio dei ministri.
«Da un primo esame – dichiara il presidente – mi pare che a fronte di un quadro economico decisamente preoccupante il Governo abbia compiuto dei passi piuttosto timidi in direzione dell’equità. Capisco che la situazione è grave e che i soldi servono subito, motivo per cui si vanno a prendere a chi si conosce bene: in questo caso pensionati e proprietari di prima casa. Tuttavia penso che si sia esagerato, rinunciando a fare scelte più dure nei confronti degli evasori fiscali, a partire da chi ha “scudato” i propri capitali illecitamente esportati, che pagherà un bollo dell’1,5% al pari di chi si è fatto una polizza vita integrativa per la pensione o ha investito i risparmi in Bot e Cct.
Mi piacerebbe capire anche perché non si è introdotto una patrimoniale vera e propria, non si è applicata l’Ici sugli edifici a destinazione commerciale di proprietà della Chiesa, né si è messo mano all’asta per l’aggiudicazione onerosa delle frequenze televisive. Tutte misure che avrebbero attenuato gli effetti della pressione fiscale su meno abbienti e ceto medio». Marras, poi, dà una stoccata al primo ministro rispetto alla scelta di eliminare le giunte provinciali e ridurre a dieci componenti i membri del consiglio.
«Caro professore – interloquisce a distanza Leonardo Marras – sulle misure che riguardano le Province ha commesso un errore grave, di quelli che una volta sarebbero stati sottolineati con la matita blu. Si tratta di una norma “ruffiana” con l’opinione pubblica, ma che non incide per nulla sulla spesa pubblica e che soprattutto è incostituzionale, perché non si possono scardinare organi previsti dalla Costituzione per decreto legge.Non voglio tornare a ribadire nel dettaglio i miei motivi di opposizione allo smantellamento delle Province come enti di area vasta – là dove non esistono aree metropolitane – ma pensare al presidente della Provincia come alla doppia copia di un prefetto, mi pare davvero una soluzione approssimativa.Se proprio vogliamo disarticolare l’architettura costituzionale dello Stato, allora è bene farlo fino in fondo.
Per cui, invece di sottrarre rappresentatività politica ai territori, cominciamo a chiederci quanto costano e quale sia l’effettivo ritorno per le comunità locali di articolazioni dello Governo come le Prefetture». L’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino ha deciso di rinviare la discussione sul bilancio di previsione 2012. Lo schema di bilancio approvato dalla giunta nei giorni scorsi dovrà essere rivisto alla luce della nuova manovra economica varata ieri sera dal governo Monti, soprattutto per quanto riguarda l’ulteriore aggravio dei vincoli del Patto di stabilità.
“I comuni sono stati ulteriormente penalizzati per quanto riguarda il Patto - ha affermato il sindaco Gianassi - in pratica il rischio è quello di diventare esattori per conto dello Stato”. “Pensioni, casa, iva: il grosso della manovra è in queste tre parole, poi c'è la foglia di fico delle tasse su alcuni beni di lusso – dice il coordinatore regionale di Sel Toscana Giuseppe Brogi sulla manovra del governo -. A pagare sono sempre gli stessi: ceti popolari e ceti medi e quelli che le tasse le hanno sempre pagate.
Il risultato sarà di impoverire ancor più milioni di persone che stanno già male, salvare ricchi ed evasori, deprimere l'economia in una fase già recessiva. I riflettori del governo sono puntati sul debito pubblico, buio assoluto sulle ricchezze private: grandi patrimoni e ricchezze accumulate grazie a evasione, economia sommersa e illegale, un pozzo senza fondo dal quale attingere tutte le risorse per salvare l'Italia e garantire lavoro ed uno sviluppo equo e sostenibile, di cui nella manovra non c'è traccia”.
“La manovra va cambiata – conclude Brogi -, nel Parlamento e nella società: le alternative ci sono, bisogna volerle”. "Non posso che condividere le riflessioni del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in merito alla manovra che verrà oggi illustrata alla Camera dei Deputati ma che è stata già presentata ieri dal Presidente del Consiglio Mario Monti". Lo dichiara, in una nota, Daniela Sgambellone, Responsabile Comunicazione Idv Toscana. "Quello che emerge forte infatti è che, sebbene i servizi siano stati parzialmente salvati, quell'equità sostanziale che tutti cittadini reclamavano a gran voce di fatto manca.
Di fatto non vengono colpite, come sarebbe opportuno, le grandi ricchezze ma il grosso è imperniato sull'aumento delle tasse e dell'Ici. Una vittoria dimezzata dunque, che, se da un lato ci fa gioire per i tanto temuti tagli alla sanità e ai trasporti, dall'altro ci fa soffrire perché le risorse per questi due fondamentali comparti arriveranno dall'aumento dell'Irpef, per quanto attiene ai servizi sanitari, e dall'aumento della benzina, per quanto attiene ai trasporti". “In un momento in cui si chiedono lacrime e sangue ai cittadini e si pretenderebbe anche di pagare le Pmi, già in forti difficoltà, con titoli di Stato", prosegue Sgambellone, "sarebbero opportune misure più stringenti e, come direbbe il nostro Presidente Di Pietro, di buon esempio.
Rinunciare allo stipendio da premier, da parte di Monti, è senz'altro un atto non dovuto e non formale che muove in questa direzione, ma si può fare senz'altro di più". "Sarebbe per esempio auspicabile - conclude Sgambellone - in coerenza con il buon senso, ripensare l'assegnazione delle frequenze digitali televisive che, di fatto andrebbero gratis a rai e Mediaset. Se fossero assegnate con asta pubblica, come si è fatto con le frequenze di telecomunicazioni, ne deriverebbero milioni di euro da investire a beneficio della collettività”.