I recenti tragici eventi che hanno colpito duramente il territorio toscano hanno acuito l’urgenza di nuove disposizioni in materia di governo del territorio e di difesa del suolo per una maggiore sicurezza dal rischio idraulico. Enrico Rossi, il presidente della Regione che conta ben 263 Comuni a rischio, si è recato immediatamente nei territori colpiti dalle ultime emergenze e già dai primi istanti aveva paventato questa scelta che sarebbe arrivata a breve. Per accelerare ulteriormente i tempi le nuove regole passano in Finanziaria e vengono portate all'attenzione del Consiglio regionale senza attendere il Piano ad hoc sulla difesa del suolo. In particolare, viste le caratteristiche degli eventi meteorologici che colpiscono con sempre maggiore frequenza il territorio regionale amplificandone le condizioni di fragilità, la Regione ritiene indispensabile adeguare le vigenti disposizioni in materia di governo del territorio e di difesa del suolo per individuare metodologie di analisi e valutazione relative alla sicurezza idrogeologica rispetto a tali fenomeni, nonché criteri per la verifica di efficacia degli interventi connessi e, nell’ambito dell’approvazione delle nuove disposizioni, dettare norme che consentano di soddisfare da un lato le esigenze di massima sicurezza per le costruzioni e dall’altro di assicurare il mantenimento, la gestione e la riqualificazione ambientale delle aree di pertinenza fluviale. Queste le basi delle norme contenute negli articoli 137 e 138 della proposta di legge finanziaria per il 2012, approvate di recente dalla Giunta regionale e inoltrate al Consiglio. Eccole nel dettaglio: in base alle nuove disposizioni per l’edilizia nelle aree a rischio idrogeologico sono vietate (art.138 della pdl finanziaria, “Tutela dei corsi d’acqua”), nuove edificazioni o trasformazioni morfologiche negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una larghezza di dieci metri dall’esterno dell’argine. Vietati anche i “tombamenti” dei corsi d’acqua, vale a dire qualsiasi intervento di copertura di fiumi e torrenti, così come interventi che comportino il restringimento o la rettificazione dell’alveo, impermeabilizzazioni del fondo nonché trasformazioni che possono ostacolare il deflusso delle acque. Il divieto non si applica a ponti o passerelle purché questi non interferiscano con esigenze di regimazione idraulica, ampliamento e manutenzione del corso d’acqua e non ostacolino il deflusso delle acque in caso di esondazione.
Quanto a opere sotterranee, va prima valutata la loro compatibilità con le opere idrauliche esistenti, nonché la stabilità del fondo e delle sponde. Per quanto riguarda progetti come ad esempio l'idroelettrico? Il programma prevede infatti, sul piano studiato per Firenze, il ripristino delle briglie ed ove necessario la realizzazione di nuove paratie e restringimenti. A rispondere è l'Assessore Anna Rita Bramerini: "Nel caso delle briglie, ben vengano, sviluppano infatti una doppia funzione, oltre a fornire energia, riducono e rallentano il flusso delle acque in caduta" Nelle aree classificate “a pericolosità idraulica molto elevata” (art.138) – si tratta di una superficie complessiva di 973 km quadrati (che riguarda 263 su 287 Comuni toscani), pari al 4% circa del territorio regionale e al 7% delle zone pianeggianti – è consentita esclusivamente la realizzazione di infrastrutture di tipo lineare non diversamente localizzabili, a condizione che sia garantita la realizzazione, preventiva o contestuale, di interventi di messa in sicurezza senza aggravare la pericolosità idraulica a monte e a valle. Nelle aree edificate sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e gli interventi di restauro e risanamento conservativo. Gli interventi di ampliamento e di ristrutturazione edilizia sono consentiti solo a condizione che il progettista garantisca l’assenza o l’eliminazione di pericolo per le persone e i beni, anche tramite sistemi di autosicurezza.
Va anche garantito che l’intervento non determini aumento dei rischi e delle pericolosità a monte e a valle. Con l’articolo 139 si modifica invece la legge regionale in materia di bonifica, al fine di prevedere procedure più rapide per l’erogazione di finanziamenti da destinare alla realizzazione di interventi urgenti per la funzionalità delle opere di bonifica a seguito del verificarsi di eventi imprevedibili. “Abbiamo condiviso questo importante provvedimento con l’Anci – ha proseguito il presidente – E voglio ringraziare per la disponibilità e la volontà, che ho molto apprezzato, il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, presidente dell’Anci ragionale, e il sindaco di Scandicci, Simone Gheri, responsabile dell’Area Governo del Territorio di Anci.
Se il Governo nazionale e il Parlamento seguissero questo esempio, l’Italia tutta sarebbe più sicura e ci sarebbe una data cerca per impedire edificazioni a rischio.” “A chi osserva che norme e vincoli esistevano già – ha proseguito il presidente – ricordo che alcuni di questi si potevano aggirare con opere di cosiddetta messa in sicurezza. Il nostro principio non ha deroghe, abbiamo eliminato i ‘se, ma, però’. Lo stesso Consiglio regionale – ha concluso il presidente – ha compreso pienamente queste motivazioni”.
Bramerini: “Presto procedure più veloci per finanziare le opere urgenti” – “Per gli interventi urgenti in caso di eventi imprevedibili di competenza dei Consorzi di bonifica modificheremo la legge in modo da superare gli effetti del blocco del Patto di stabilità e finanziare direttamente i Consorzi. In questo modo avremo procedure più veloci”. Lo ha detto l’assessore regionale all’ambiente e energia, Anna Rita Bramerini nel corso della presentazione delle nuove norme che impediranno l’edificazione nelle zone ad elevato rischio idraulico. “Nei prossimi mesi – ha aggiunto Bramerini – saremo impegnati a concludere lo studio sugli argini dei corsi d’acqua in Toscana che sappiamo essere una delle opere strategiche per la difesa per i nostri centri abitati.
E nel 2012 metteremo mano anche a un altro elemento conoscitivo prezioso, la ricognizione dei tombamenti esistenti per valutare e risolvere, dove possibile, quelle situazioni in cui si può ristabilire lo stato dei luoghi ante tombamento oppure, dove non è possibile, cercare di individuare gli interventi che migliorano la funzionalità dei tombamenti stessi. “Tutto questo – ha concluso l’assessore – mentre stiamo lavorando al Testo Unico per la difesa del suolo, un testo in cui l’acqua viene concepita come risorsa da difendere e al tempo stesso come una risorsa Marson: “Dopo gli articoli in finanziaria, il lavoro proseguirà sulla legge 1” – Le nuove disposizioni regionali che vietano le edificazioni nelle zone ad alta pericolosità idraulica, inserite nella pdl finanziaria per il 2012 per accorciarne i tempi di entrata in vigore, saranno riprese nell’ambito della revisione della legge 1 del 2005 per il governo del territorio, che sarà portata a termine nel corso del 2012. “Rispetto a sei anni fa, quando fu approvata la legge 1 – afferma l’assessore Anna Marson – si sono verificati forti cambiamenti del clima, e di conseguenza nella portata e frequenza degli eventi meteorologici, che impongono di ripensare l’impianto di una legge che si confronta con molteplici situazioni di pericolosità idraulica e geomorfologica del territorio.
L’adeguamento normativo cui stiamo lavorando sarà pertanto integrato con nuove disposizioni che si pongono l’obiettivo da un lato di un atteggiamento più precauzionale nei confronti delle trasformazioni del territorio, e dall’altro di un adattamento degli edifici che già insistono in aree a pericolosità idraulica”. L’assessore al governo del territorio ha anche sottolineato quanto le norme approvate dalla Giunta siano avanzate rispetto al contesto italiano. “Se ci fossero provvedimenti analoghi a livello nazionale – dice Marson – la situazione sarebbe certamente migliore”.