Fare il punto dello stato dell’arte con un obiettivo: ribadire l’importanza e l’opportunità di nascere naturalmente in un momento in cui il parto cesareo in Italia è aumentato in modo esponenziale. È questa la finalità del convegno internazionale “Nascere naturalmente” organizzato dall’Azienda sanitaria di Firenze e che oggi aprirà i lavori nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. A fare gli onori di casa l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi.
“Ancora una volta Firenze svolge un ruolo di punto di riferimento su una tematica importante come quella della nascita. Non è un avvenimento casuale, visto che a Firenze esiste una scuola di primo piano in grado di fare attività ‘educativa’ soprattutto per quanto riguarda l’incidenza dei parti cesarei rispetto alle nascite naturali”. La Toscana, e Firenze non fa eccezione, è una delle regioni dove l’incidenza del parto cesareo è tra le più basse in Italia con una percentuale di circa il 27%.
Ben lontana quindi dalla Campania (64%) e dalla città di Roma dove ben otto nascite su dieci avviene con il cesareo. E tutto questo a fronte di una chiara indicazione del Ministero della Salute a contenere il numero degli interventi anche perché, come spiega Alfio Frizzi direttore della struttura ospedaliera di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Santa Maria Annunziata, “il parto cesareo non è sempre la risposta migliore. L’apparente sicurezza del taglio cesareo ha modificato completamente il modo con cui questo intervento chirurgico viene percepito dai ginecologici e dalle donne in gravidanza.
Questo potrebbe spiegare, almeno in parte, il notevole incremento di questa metodica chirurgica nelle aree a elevato reddito, nonostante le evidenze scientifiche affermino il contrario: ovvero che i rischi ci sono sempre e anzi le complicanze gravi superano quelle dei parti naturali”. È lo stesso Frizzi a illustrare le possibili cause alla base del forte aumento del ricorso al parto cesareo, passato a livello nazionale dall’11% del 1980 al 37,4% del 2009 tanto che l’Italia è diventata il secondo paese al mondo per incidenza dopo il Brasile.
Tra queste sicuramente l’età più avanzata delle donne in gravidanza, poi l’aumento delle percentuali di fecondazione assistita e quindi le gravidanze multiple, il timore di problemi medico-legali, l’incremento dei tagli cesarei su richiesta e il fatto che ad un primo parto con cesareo seguirà quasi certamente un secondo effettuato con la stessa metodologia. “La decisione di praticare un taglio cesareo dovrebbe essere considerato non soltanto nell’ambito della gravidanza in corso ma anche valutando ulteriori fattori quali eventuali altre gravidanze, la salute complessiva della donna e via dicendo.
Bisogna ricordare infatti che si tratta di un intervento chirurgico con i rischi ad esso connesso, ad iniziare dall’anestesia”. Contenere l’incidenza del parto cesareo non è un miraggio. Lo dimostrano le percentuali di incidenza della Toscana e di Firenze. E soprattutto quelle dell’ospedale di Santa Maria Annunziata dove i cesarei sono sotto il 15%, centrando in pieno l’obiettivo indicato dalla Regione del 15,4%. Una percentuale in linea anche con le raccomandazioni dell’WHO (World Health Organization).
Anche di questo, quindi, si parlerà nel convegno che dopo l’apertura ufficiale a Palazzo Vecchio, domani e sabato si sposterà all’Istituto degli Innocenti. Un convegno non solo per addetti ai lavori ma che anzi nelle intenzioni degli organizzatori vuole essere aperto alle donne e a tutta popolazione. L’obiettivo è infatti fare il punto sull’evento nascita, anche alla luce delle moderne tecnologie applicate alla medicina, creando l’interesse e stimolando il dibattito. (mf)