«Negli scorsi giorni sono stati bocciati i progetti di tre impianti eolici proposti nei Comuni di Pontremoli, Badia Tedalda, Firenzuola, a cui si aggiunge lo stop della Soprintendenza a quello di San Godenzo. E’ un pessimo segnale per chi ha a cuore una Toscana più sostenibile e moderna. Soprattutto, a preoccupare sono le motivazioni per lo stop ai progetti e la mancanza di qualsiasi confronto trasparente e pubblico con le aziende e con i Comuni coinvolti. Il mancato recepimento delle Linee Guida nazionali sulle fonti rinnovabili rischia di produrre uno stop all’eolico in Toscana, lasciando una discrezionalità di decisione enorme nella procedura e di subire le pressioni dei soliti Don Chisciotte».
Questo il commento di Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, e di Edoardo Zanchini, responsabile nazionale energia di Legambiente. Nel corso della conferenza stampa presso il Consiglio Regionale della Toscana alla presenza di Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, di Edoardo Zanchini, responsabile nazionale Energia di Legambiente, di Cecilia Armellini, responsabile Commissione Energia di Legambiente Toscana, di Fabio Roggiolani Liberi Imprenditori Ecologisti, e di Gabriele Cevasco e Marco Renzi, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione Italia Nostra di Sestino, l’associazione ambientalista ha presentato i progetti bocciati dagli uffici regionali e le motivazioni alla base delle decisioni, mettendo in evidenza l’assenza di vincoli ambientali nelle aree e la difficoltà di comprendere l’atteggiamento preso nei confronti degli impianti.
«Stupisce come nelle bocciature degli impianti di Pontremoli e Badia Tedalda non ci sia stata alcuna interlocuzione con i proponenti, non sono state richieste integrazioni né è stato proposto di attivare la procedura pubblica di partecipazione prevista dalla Legge Regionale nei casi di conflitto. Semplicemente è stato deciso di bocciare i progetti, con motivazioni che appaiono debolissime e che evidenziano un NO pregiudiziale nei confronti degli impianti eolici». - Hanno dichiarato Baronti e Zanchini - «Chiediamo al Governatore Rossi e all’assessore Bramerini di fare chiarezza rispetto alla situazione che si sta producendo in Toscana nei confronti dell’eolico e, soprattutto, se condividono questo tipo di atteggiamento nei confronti dei progetti».
«Il settore delle energie rinnovabili deve essere considerato alla stregua di una palestra specializzata nel potenziamento della sensibilità verso e per i territori, specie quelli rurali e marginali, da accompagnare necessariamente a un rafforzamento della capacità di lettura e interpretazione degli stessi. Leggere, interpretare e capire un territorio significa rispettarne i segni distintivi, cioè la natura, l'ambiente, la storia, la tradizione, la cultura e l'economia, e quelli costituenti, rappresentati dall'insieme dei cittadini che, vivendoli ogni giorno, contribuiscono tra non poche difficoltà a mantenerne intatte le specificità e a scongiurare la minaccia distruttiva e devastante dello spopolamento».
- dichiarano Gabriele Cevasco e Marco Renzi, rispettivamente presidente e vicepresidente della sezione Italia Nostra di Sestino. «Sembra che non sia cambiato nulla da quando sono partiti gli iter dei primi progetti eolici in Toscana». - Commenta Cecilia Armellini, responsabile Commissione Energia Legambiente Toscana - «Siamo sempre a combattere tra tutele e paure, sulla cui fondatezza bisogna contrattare, e che, per gli operatori del settore, vuol dire una estenuante produzione di integrazioni e studi aggiuntivi, la cui conclusione non è tanto quella di risultati oggettivi, ma di una inutile perdita di tempo.
A chi serve tutto ciò? Quello che preoccupa di più è il crescente allontanarsi dagli obiettivi di produzione energetica sostenibile e diminuzione di immissione di CO2 in atmosfera. Mentre stiamo ancora cercando di trovare parametri di giudizio sugli impianti eolici, il cambiamento climatico avanza e la dipendenza energetica cresce. Serve un cambiamento radicale: gli impianti di produzione da FER, fatte salve tutte le premesse per la buona progettazione, non sono una scelta ma una conditio sine qua non per aver diritto a un futuro».
Anche il Consigliere Regionale Mauro Romanelli (FdS/Verdi) è stato presente: “Sinceramente, pur non entrando nel merito delle singole situazioni, pare anche a me di notare un’eccessiva severità verso i progetti di energie rinnovabili da parte degli uffici regionali preposti alla valutazione d’impatto ambientale, anche in considerazione del fatto che i medesimi uffici hanno dato il via a tunnel, inceneritori, rigassificatori, autostrade, insediamenti urbanistici, non certo meno impattanti”.“Certamente rimango molto perplesso quando sento affermare che certi progetti sono negativi poichè farebbero raggiungere troppo presto il "tetto" previsto per l’energia eolica in Toscana nel Piano Energetico Regionale: questo è un ribaltamento politico e culturale veramente grave, poiché l’obiettivo della Regione è da considerarsi un minimo, auspicabilmente da superare, non certo un massimo invalicabile, visto anche che fior di scienziati ci dicono che le quote stabilite dagli accordi internazionali cui la Regione si riferisce sono largamente insufficienti a rispondere adeguatamente ai problemi del cambiamento climatico”.
“Credo che di fronte all’intervento del livello nazionale di una così autorevole associazione ambientalista il Presidente Rossi debba dare una risposta e anzi convocare subito quest’associazione e le rappresentanze dei soggetti interessati”. “Da parte mia sto lavorando ad un testo condiviso con tutta la maggioranza per approvare una mozione che inviti la Giunta a definire in modo definitivo la mappatura del territorio, chiarendo dove si può e dove non si può realizzare l’eolico: dove sarà vietato, non devono neppure essere presentati progetti, ma ove sarà permesso, devono essere garantiti tempi certi e procedure snelle, e soprattutto che la discussione sia sul "come" realizzare gli interventi, ma non certo più sul "se"" L’analisi dei progetti ha messo in evidenza come l’energia elettrica pulita e rinnovabile prodotta dagli impianti sarebbe stata sufficiente a soddisfare i fabbisogni di 400mila cittadini toscani e di attivare investimenti nei territori per alcune centinaia di milioni di Euro.
Legambiente ha inoltre evidenziato la preoccupazione rispetto alla possibilità che le vicende di queste settimane vengano lette come un segnale di stop all’eolico in Toscana da parte delle imprese, rendendo di fatto irraggiungibile l’obiettivo di 300 MW installati come prevede il piano energetico regionale rispetto agli attuali 45 MW. Per Legambiente occorre fare chiarezza, le vicende di questi 4 progetti evidenziano un pregiudizio negativo in Toscana nei confronti dell’eolico. Un pregiudizio inaccettabile perché gli impianti eolici, come tutte le infrastrutture, devono essere progettati bene e nei luoghi giusti, ma rispetto ai quali non è ammissibile leggere pareri delle Soprintendenze che invece di entrare nel merito criticano la "ciclopica verticalità".
Né è accettabile un atteggiamento da parte dei funzionari della Commissione VIA che applicano solo e unicamente per l’eolico un principio di precauzione radicale e anche in aree non vincolate e in assenza di specifici riscontri. Di fronte a una situazione di questo tipo, diventa fondamentale approvare le Linee Guida regionali per gli impianti eolici, adattando al territorio toscano le indicazioni nazionali e recuperando il ritardo rispetto ai tempi previsti dalla normativa, in modo da dare certezze per le aree da tutelare, per gli studi da effettuare, ma anche per lo sviluppo degli impianti nelle aree compatibili.
Non si deve fermare lo sviluppo dell’eolico, a maggior ragione in un momento di preoccupazione come quello che stanno vivendo moltissime famiglie rispetto alle prospettive economiche e sociali, e per il favore con cui la stragrande maggioranza dei toscani in tutti i sondaggi guarda a questi impianti e alle fonti rinnovabili. Infatti secondo un indagine ISPO 2011[1] condotta tra i residenti della provincia di Firenze sulla loro percezione dell'energia eolica risulta che: il 90% dei fiorentini è favorevole all'opportunità di sviluppare l'energia del vento in Toscana e l'85% vede nello sviluppo del settore eolico benefici economico-sociali, mentre il 72% pensa che l'energia eolica possa riqualificare località dimenticate.
I risultati dell'indagine sono stati presentati dal Professor Renato Mannheimer nel corso di un Convegno "Verso una valutazione completa dell'eolico in Italia" promosso da Infrastrutture S.p.A. lo scorso 10 febbraio ed hanno evidenziato che a Firenze la conoscenza delle principali energie rinnovabili è fortemente diffusa. Per quanto riguarda l'eolico, infatti, i conoscitori arrivano al 91% (4 punti percentuali in più che nel resto d'Italia) di cui oltre la metà affermano di conoscere bene il settore; quasi 2/3 dei fiorentini intervistati hanno avuto esperienza diretta di un parco eolico e l'impressione che ne hanno ricavato è stata molto positiva: moderno per l'86% e suggestivo per il 57%, mentre il 79% non lo considera rumoroso (dato decisamente superiore se confrontato con il 65% risultante dall'indagine condotta sull'intera Italia).
Il 44% dei fiorentini intervistati ritiene, infatti, che possano dare lustro a un territorio (con positive ricadute anche per il turismo). Coerentemente con quanto emerso precedentemente, i fiorentini si configurano come dei forti assertori dell'opportunità di sviluppo dell'energia eolica in Italia (90% Firenze vs 80% penisola).