Firenze– Oggi il giudizio sui contratti derivati stipulati dalla Regione Toscana dato in passato va rivisto, alla luce delle nuove analisi finanziarie effettuate; in particolare “la presenza di commissioni occulte applicate impropriamente dalle banche al momento della stipula del contratto impone una diversa valutazione sulla convenienza economica di qualche contratto derivato”. A dirlo è stato l’assessore regionale al Bilancio Riccardo Nencini, che ha risposto in aula a un’interrogazione in merito presentata dai consiglieri della Lega nord Gian Luca Lazzeri e Antonio Gambetta Vianna.
Quindi, se fino al 2009 il costo del debito coperto dai derivati risultava inferiore al costo che la Regione avrebbe sostenuto se avesse stipulato da subito contratti di debito a tasso fisso, adesso lo scenario è mutato. Nencini ha spiegato che il 21 marzo 2011 la Procura, concludendo le indagini preliminari, ha evidenziato “il reato di truffa aggravata ai danni della Regione, a carico di alcune banche con cui la Regione ha sottoscritto i derivati finanziari”. Per questo l’amministrazione ha proceduto prima ad affidare analisi finanziarie a società esterne, e poi, tramite selezione pubblica, all’individuazione di esperti legali e tecnici cui affidare la gestione del contenzioso, che si svolgerà davanti all’Alta Corte di Londra.
Dal 2006, ha concluso l’assessore, la Regione non ha più stipulato altri contratti derivati. Gian Luca Lazzeri si è detto “preoccupato di questo sistema di cause e contenziosi”. “Se va bene per la Regione Toscana sarà un buon investimento – ha commentato ancora Lazzeri – ma se va male i costi delle cause saranno altissimi. Rilevo che si pone una grande attenzione alla questione ora, affidando analisi finanziarie ad esperti, mentre quando furono stipulati i contratti la Regione ha agito con grande faciloneria.
E oggi se ne vedono i risultati”. (cem)