La banda di criminali arrestati questa mattina dai finanzieri del Gico (Gruppo Investigativo Criminalita' Organizzata) di Firenze portava avanti le sue estorsioni con un metodo grottesco che ricorda le 'zingarate' di Amici Miei, quando i ragazzacci di Monicelli si trovano ad inscenare la lotta fratricida con i temibili Marsigliesi. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip di Firenze, Angelo Pezzuti, su proposta del sostituto procuratore Pietro Suchan, nei confronti di 12 persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni e usura, aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso. Utilizzavano intimidazioni in puro stile mafioso, minacciando e creando un clima di terrore per le vittime e le loro famiglie.
L'organizzazione criminale aveva base in Toscana, nelle province di Firenze (Vinci e Scandicci), Pistoia (Buggiano) e Prato. Quasi tutti erano di origine napoletana, aggregati ai clan Misso e Lo Russo. C'era un solo straniero, un albanese. Il falso omicidio è stato realizzato a metà dell'anno scorso, vittima della 'burla' un carrozziere di Prato a cui la banda aveva fatto credere di aver regolato i conti con il finto emissario di un pericoloso clan mafioso che aveva minacciato l'ignara vittima. I criminali hanno finto di sparare al mafioso, l'albanese loro complice.
Non contenti lo hanno legato e messo in una fossa, nei pressi di Bagno a Ripoli. Il carrozziere ha pagato 60mila euro per il 'servizio'. All'attore albanese sono spettati tremila euro per la recitazione magistrale che non è valsa nessun premio della critica. Altro episodio quello in cui sono incappati due professionisti fiorentini, operanti nel settore dell'infortunistica stradale, che hanno commissionato ai criminali il recupero di un presunto credito vantato nei confronti di un operatore finanziario, la richiesta è nata dall'idea di poter così abbreviare i tempi della giustizia. Il gruppo ha lavorato anche nel nord Italia, Trento e Bolzano al soldo di un boss della zona che voleva regolare alcuni conti aperti. Nessuno di loro aveva un lavoro, ma avevano un alto tenore di vita.
Il gruppo era dedito anche ai prestiti di somme di denaro con tassi usurai, del 10% al mese: il caso di un vigilantes fiorentino che ha chiesto un prestito di 3mila euro. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate due auto, un rolex d'oro, conti correnti per oltre 70mila euro, 10mila euro in contanti e una moto.