Firenze– Passa con 27 voti a favore (gruppi di maggioranza: Pd, Idv, Fds-Verdi, il consigliere Pieraldo Ciucchi del Gruppo misto) e 18 voti contrari (Pdl, Lega Nord, Udc, e i consiglieri Marina Staccioli e Dario Locci del gruppo misto) la modifica alla finanziaria regionale che, di fatto, sblocca la vicenda della Eaton di Massa, la cui chiusura rischia di lasciare senza lavoro circa 300 persone. La Regione Toscana, attraverso Fidi Toscana, in attesa delle modifiche statutarie di quest’ultima, potrà partecipare a società, costituite dalla stessa Fidi, che abbiano la finalità di realizzare interventi per la riconversione di aree che “in atti nazionali o negli stessi strumenti di programmazione regionale, sono riconosciute in stato di crisi, tale da prospettare rilevanti problemi occupazionali e sociali, con possibili ricadute sulla realizzazione degli obiettivi generali della programmazione regionale”.
La modifica alla Finanziaria regionale reintroduce, con una serie di correzioni e di limitazioni, un articolo che era stato in precedenza stralciato. Lo strumento di intervento disposto con il provvedimento passato oggi in Aula era stato affinato dal lavoro delle commissioni Affari istituzionali e Sviluppo economico. La soluzione prescelta è quella che ad acquistare in blocco l’area della ex Eaton sia una società costituita da Fidi, alla quale potrà partecipare anche la Regione, che poi la rivenderà, in lotti, ai soggetti imprenditoriali che hanno progetti di reindustrializzazione. L’atto che permette a Fidi Toscana di costituire società per l’acquisto di aree deindustrializzate, per promuoverne il rilancio, è stato illustrato in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv).
Manneschi ha ricordato che il dibattito “è stato ampio e approfondito” e ha sottolineato che “di fronte a situazioni di gravità tale come la Eaton occorre assumersi la responsabilità di conseguire risultati utili per il territorio”. Secondo Alessandro Antichi (Pdl) il provvedimento “presenta aspetti problematici e di grave importanza”. Antichi ha ricordato che l’atto, stralciato in un primo momento in commissione, è poi tornato all’attenzione delle commissioni Affari istituzionali e Sviluppo economico “dopo le insistenze del presidente della Giunta Rossi, che ha forzato la mano alla maggioranza”.
Sul caso Eaton, ha detto, “siamo tutti d’accordo, ma la legge apre la possibilità di altri interventi in futuro in altre aree della Toscana”. Per Antichi si tratta quindi “di un pretesto per procedere all’occupazione pubblica dell’economia” contravvenendo all’ordinamento sulle privatizzazioni e liberalizzazioni e “dando di fatto il via, sull’onda delle vecchie partecipazioni statali, alla costituzione di una Iri regionale” funzionale “alla manutenzione del consenso da parte della Giunta”.
Antichi ha concluso che si sarebbe potuto compiere la stessa operazione con le norme regionali esistenti, in particolare la legge 20 del 2008. Paolo Marini (Fed. Sin-Verdi) ha ricordato che l’articolo stralciato in commissione Affari istituzionali era stato approvato in commissione Sviluppo economico e che “senza questa norma non si può intervenire sulla vicenda Eaton”. Marini ha affermato che “con questo atto creiamo la condizione per sperare di reindustrializzare e far ripartire il territorio di Massa”.
Ad Antichi Marini ha risposto: “Magari si potessero rifare le Partecipazioni statali, perché la domanda cui dobbiamo rispondere è questa: ci sono privati che vogliono fare interventi per la reindustrializzazione?”. Si deve fare qualcosa, ha aggiunto, “per non assistere passivamente al declino inesorabile dell’economia”. Per Marco Spinelli (Pd), “di fronte a una crisi che peserà sul futuro, la Regione ha finora messo in campo interventi che hanno lasciato inalterato il livello di tenuta sociale”, ma adesso, ha aggiunto, “serve un’accelerazione a sostegno dell’economia e del suo rilancio”.
Spinelli ha ricordato che la discussione svolta nella seduta congiunta delle Commissioni si era concentrata a riflettere “sullo strumento che si è deciso di mettere in campo, e non sulla sua finalità, che è quella di compiere l’intervento sull’area della ex Eaton di Massa”. Lo strumento affidato a Fidi, ha spiegato, “è utile e può aprire un percorso capace di dare risposte positive all’economia toscana”. Di atto che “stupisce e sconcerta” ha parlato Dario Locci (gruppo Misto).
“È un intervento di stampo marxista e dirigista”, ha aggiunto, “che mortifica e ingabbia l’economia toscana”. Locci ha sottolineato che la politica non deve scendere nell’economia “perché gli imprenditori non si trasformino in intercettori di fondi pubblici a scapito della loro missione che è invece quella di fare impresa”. Giuseppe Del Carlo (Udc) ha premesso di essere d’accordo sulla necessità di intervenire nella vicenda Eaton, “ma lo si poteva fare con la legislazione regionale vigente, cioè con la legge 20 del 2008”.
Secondo Del Carlo, “l’ingresso del pubblico così come definito nella legge è un intervento di carattere assistenziale” e inoltre “preoccupa che si apra la strada per interventi simili in altre parti della Toscana”. Marco Taradash (Pdl) ha chiesto se quella presentata sia “la soluzione alla crisi Eaton, e in futuro alla crisi di altre aziende, o invece l’atto di nascita di un altro istituto pubblico, come lo è stata la Gepi, che si prefigge di intervenire nell’economia senza avere una precisa idea di cosa fare”.
Taradash ha criticato la scelta di affidare a Fidi questo strumento di intervento, ricordando che Fidi, a Livorno, da cinque anni, “per salvare la Delphi, sta sostenendo i costi delle promesse di Rossignolo senza che ancora si sia concretizzato il progetto industriale”. In risposta al consigliere Antichi, che aveva tirato in ballo le Partecipazioni statali, Pieraldo Ciucchi (gruppo Misto) ha detto che in “Italia si sono fatte le privatizzazioni, sì, ma come fossero saldi, e senza riflettere sulle vocazioni strategiche che il paese doveva mantenere”.
Annunciando il voto favorevole sull’atto, Ciucchi ha aggiunto: “sarei ancora più convinto se si desse seguito all’ordine del giorno che impegnava la Giunta a definire le nuove missioni di Fidi Toscana, a cominciare dalla sua trasformazione in banca di garanzia”. “Sono vicino al pensiero del consigliere Ciucchi e penso che sulle privatizzazioni dovremmo riflettere a fondo, perché è chiaro che servono forti interventi dello Stato per il rilancio dell’economia”, ha detto il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi, intervenendo nel dibattito e respingendo l’idea “di voler costituire una Iri regionale”.
“Noi non produciamo panettoni”, ha detto. Rossi ha ricordato che Fidi è uno strumento che la Regione Toscana ha creato, ormai da molti anni, “per aiutare l’accesso al credito delle piccole imprese e poi, con il rilancio voluto dall’ex presidente Martini, per dare supporto alle imprese che volevano svilupparsi o alle imprese con fasi di ristrutturazione”. Nel futuro, ha aggiunto, Fidi dovrà subire altre evoluzioni. Rossi ha ricordato che Massa, come Prato, è stata riconosciuta area di crisi dal Governo nazionale.
In questo contesto, svanita l’ipotesi che fosse un solo imprenditore a rilevare l’area Eaton, si è cercato “di capire come poter permettere l’acquisto alle piccole e medie imprese che hanno manifestato il loro interesse”. La soluzione individuata è quella di far acquistare l’area a una società costituita da Fidi, che potrà essere partecipata dalla Regione, “per poi rivenderla, in lotti, alle aziende interessate”. Secondo Nicola Nascosti (Pdl), “il provvedimento non riguarda solo la Eaton, che è una priorità per tutti, e per questo è potenzialmente un intervento pericoloso, proprio perché vicende come quella della Eaton si possono replicare ovunque”.
Paolo Bambagioni (Pd) ha parlato di un “provvedimento straordinario messo a punto per affrontare una situazione di eccezionalità”. E ha aggiunto: “Si tratta di un’assunzione di responsabilità importante, che riafferma il grande impegno della Giunta di fronte alla crisi gravissima di un’area che deve essere reindustrializzata”. Favorevole al provvedimento si è dichiarato Rudi Russo (Idv), “perché al di là delle discussioni teoriche sullo statalismo, siamo chiamati a riflettere sulle singole situazioni”.
“Inoltre - ha aggiunto - l’atto circoscrive con chiarezza i casi in cui la Regione potrà intervenire attraverso Fidi e, comunque, non prima di essere passata dal voto del Consiglio regionale”. “L’intervento straordinario per la Eaton ci trova d’accordo”, ha dichiarato Gian Luca Lazzeri (Lega nord), “ma la legge prevede altri possibili interventi e questo ci lascia perplessi, anche perché la Regione non ha la competenza adeguata per affrontare questo tipo di interventi”. Vittorio Bugli (Pd) ha chiesto ai consiglieri di esprimersi chiaramente sulla volontà di “fare qualcosa per la Eaton”.
Con questa norma, ha spiegato, “rendiamo possibile un intervento che è già sottinteso nell’accordo di programma tra Stato e Regione”. Bugli ha sottolineato che “intervenire a favore della Eaton è necessario perché la Eaton rappresenta il simbolo della situazione drammatica in cui versa la nostra economia”. Bugli ha chiarito anche che “Fidi potrà intervenire, così come prevede la norma, finché non saranno riviste le stesse funzioni di Fidi”. Jacopo Ferri (Pdl) ha respinto “le provocazioni di Bugli, perché non c’è nessuno che sia contro i lavoratori della Eaton”.
Ferri ha però rimarcato che “lo strumento messo in campo per intervenire non è quello giusto e, per di più, non dà la soluzione al problema Eaton”. L’assessore al Lavoro Gianfranco Simoncini ha dichiarato che “il riferimento all’Iri regionale è incomprensibile, visto che Fidi Toscana già può partecipare, da tempo, al capitale sociale delle imprese, mentre in questo caso si tratta di costituire società per favorire operazioni immobiliari volte alla reindustrializzazione di aree in crisi”.
In sede di dichiarazione di voto Alessandro Antichi (Pdl) ha ricordato che “né la legge né la scheda di accompagnamento parlano mai del caso Eaton. Quindi la legge serve a creare uno strumento che faccia travasare risorse laddove la Regione vuole”. Paolo Marini (Fed. Sin-Verdi) ha richiamato l’accordo di programma fra Stato e Regione e ha annunciato il voto favorevole dicendo che “si apre finalmente uno spiraglio importante per dare soluzione al caso Eaton”. Vittorio Bugli (Pd), infine, ha detto che “anche le dichiarazioni di voto non hanno chiarito se l’opposizione sia d’accordo sull’operazione Eaton” e rispondendo ad Antichi ha affermato “che la legge non è un atto di governo privato, perché le scelte della Giunta dovranno comunque passare al vaglio del Consiglio regionale”.