"Ci sono due visioni diverse: quella completamente liberista del centrodestra, che ha trascinato il paese nella crisi economica, produttiva e occupazionale più disastrosa, e la nostra, che cerca tutte le strade e si dota di tutti gli strumenti per farvi fronte e rilanciare lo sviluppo. Noi vogliamo trovare una soluzione per i 300 lavoratori della Eaton, sull’orlo della disoccupazione, cercando di dare una risposta alle aspettative delle zone della Toscana più colpite dalla recessione. La questione è troppo importante e troppo urgente, non possiamo permetterci esitazioni”. Così il presidente Enrico Rossi commenta l’esito della discussione che si è tenuta oggi nella sede della prima commissione del consiglio regionale sulla proposta di legge in materia di sostegno e rilancio dell’economia toscana. All’interno della proposta di legge un articolo relativo agli interventi di reindustrializzazione consegna a Fidi Toscana spa il compito di costituire società o partecipare a società finalizzate alla riconversione delle aree in situazione di crisi, come la Eaton di Massa Carrara.
La proposta di legge è stata approvata, con il voto negativo del centrodestra. “La situazione della Eaton – aveva detto tra l’altro il presidente Rossi intervenendo in apertura dei lavori della commissione – si qualifica in modo specifico. La multinazionale ha deciso improvvisamente di delocalizzare le produzioni, lasciando letteralmente per la strada 300 lavoratori. Quella di Massa è un’area di crisi, sui cui sono in corso attività per la reindustrializzazione, anche da parte del Ministero dell’industria, attraverso un pacchetto di investimenti e agevolazioni che vedrebbero impegnati sia il Governo sia la Regione.
Né Invitalia né la Regione sono riuscite a trovare, in ambito nazionale e regionale, una soluzione unica per il rilancio. Ad oggi disponiamo di un elenco di gruppi che potrebbero realizzare interventi aggiuntivi. Lo scoglio è costituito dal fatto che la Eaton è ancora proprietaria dell’area”. “Assumendoci in pieno la responsabilità di governare questa situazione così difficile – ha proseguito il presidente – abbiamo pensato di acquisire il sito e di riassegnarlo alle imprese disposte a utilizzare gli incentivi per l’insediamento.
E’ molto chiaro, mi pare, il rilevo che una operazione di questo genere assumerebbe per quest’area della Toscana martoriata dalla crisi, sotto il profilo concreto e, perchè no, anche simbolico. Abbiamo individuato Fidi come lo strumento per realizzare il progetto. Oggi parliamo della Eaton, ma di questo tipo di intervento potremmo aver bisogno anche per altre situazioni. Ecco la ragione della proposta di legge. Sappiamo il rischio che corrono le area deindustrializzate: quello di diventare terreno per l’espansione edilizia o delle attività commerciali.” “Comunque – ha concluso il presidente – io non mi innamoro di uno strumento, di una “scatola”.
So che il problema è urgente, che i lavoratori sono ormai sull’orlo della disoccupazione, che dobbiamo darci una possibilità per intervenire. Quindi interveniamo e parallelamente avviamo una riflessione, una discussione più generale sugli strumenti di cui vogliamo dotarci per il futuro”. Nel corso della discussione è intervenuto anche l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. “Non c’è nessuna volontà – ha affermato – di creare un’Iri o una Gepi regionale.
Vogliamo uno strumento molto più leggero, limitato che possa funzionare in situazioni specifiche, in piane trasparenza e con il controllo e sotto le direttive del consiglio regionale”. La risposta: “Per contrastare efficacemente il disimpegno della multinazionale sul territorio apuano – chiariscono i Consiglieri regionali PdL Alberto Magnolfi (Capogruppo), Alessandro Antichi, Nicola Nascosti e Marco Taradash - il PdL è sempre stato favorevole ad un piano di salvataggio che tutelasse in primis l’occupazione e ponesse solide basi per una vera reindustrializzazione dell’area evitando ripercussioni socio-economiche sull’intera provincia di Massa Carrara già fortemente provata.
Questa attenzione si è concretizzata attraverso gli interventi del Governo, la visita dal Ministro Matteoli, ed un costante monitoraggio al fianco delle maestranze.” “Da questo a spalancare la porta ad una espansione, teoricamente illimitata, della gestione pubblica nell’economia toscana, come ha fatto furbescamente la Giunta Rossi, ce ne corre e non poco. Mentre infatti da tutte le parti si invocano le liberalizzazioni e la creazione di meccanismi a sostegno dell'imprenditoria privata per facilitare l’afflusso di capitali freschi – attacca Magnolfi - in Toscana si rispolverano idee degli anni sessanta che rinnovano «i fasti» di carrozzoni quali la GEPI e l' IRI.” “Anziché definire in maniera organica e puntuale il ruolo, le funzioni e le azioni da affidare a Fidi Toscana, si attribuisce a quest’ultima la possibilità di «costituire società e di assumere partecipazioni in società esistenti con l'obiettivo di realizzare interventi di conversione di aree produttive e per facilitare l'insediamento di nuove imprese anche attraverso l'acquisizione delle aree»".
“In questo modo la Regione che è già presente in maniera rilevante (40%) nel capitale di Fidi toscana, «si riserva la facoltà di assumere anche partecipazioni dirette nelle costituende società»". Si aprono scenari vasti e, di fatto, illimitati verso una possibile moltiplicazione d’interventi economico-finanziari, sotto mentite spoglie di "salvataggi", attuati direttamente o indirettamente dalla Regione con i soldi dei cittadini toscani senza chiari, certi e trasparenti meccanismi di selezione.
Una oliata metodologia statalista destinata a incidere fortemente sulle dinamiche del mercato industriale, immobiliare ed economico toscano.” “Evidentemente – conclude il Presidente Magnolfi - il pregiudizio dell'onnipotenza dell'intervento pubblico rimane insuperabile per una Giunta che non a caso, proprio in questi ultimi tempi con le ripetute dichiarazioni di Rossi, ha confermato la scelta di orientarsi ad inglobare tutte le frange della sinistra, a costo di perdere credibilità e consensi nei settori riformisti.”