La Regione Toscana, attraverso Fidi Toscana, in attesa delle modifiche statutarie di quest’ultima, potrà partecipare a società, costituite dalla stessa Fidi, che abbiano la finalità di realizzare interventi per la riconversione di aree che “in atti nazionali o negli stessi strumenti di programmazione regionale, sono riconosciute in stato di crisi, tale da prospettare rilevanti problemi occupazionali e sociali, con possibili ricadute sulla realizzazione degli obiettivi generali della programmazione regionale”.
Lo prevede la proposta di legge licenziata a maggioranza (a favore Pd, Idv e Sin-Verdi; contrari Pdl, Udc e Staccioli del gruppo Misto) dalle commissioni Affari istituzionali e Sviluppo economico, riunite in seduta congiunta, e che, di fatto, sblocca la vicenda della Eaton di Massa, la cui chiusura rischia di lasciare senza lavoro circa 300 persone. La proposta di legge licenziata modifica la Finanziaria regionale e reintroduce, con una serie di correzioni e di limitazioni, un articolo che era stato in precedenza stralciato.
“Si tratta di un risultato proficuo”, hanno dichiarato a margine della seduta i presidenti delle due Commissioni consiliari, Marco Manneschi (Idv) e Caterina Bini (Pd), “grazie anche alla presenza del presidente della Giunta, Enrico Rossi, e all’assessore al Lavoro, Gianfranco Simoncini”. I due presidenti hanno sottolineato che lo stralcio deciso in sede di modifiche della Finanziaria regionale era stato deciso di fronte ad una situazione di confronto nella quale “tutti riconoscevano l’obiettivo di intervenire per dare risposte alla crisi della Eaton così come tutti riconoscevano la necessità di intervenire in tempi rapidi, ma allo stesso tempo erano stati sollevati dubbi sulla gestibilità dello strumento di intervento proposto.
Il lavoro delle Commissioni ha permesso sia di affinare lo strumento di intervento sia di salvare l’obiettivo che tutti giudicavamo necessario”. A spiegare i motivi del nuovo testo presentato dalla Giunta è stato lo stesso presidente Enrico Rossi. “La multinazionale Eaton”, ha ricordato, “ha deciso di chiudere lo stabilimento di Massa all’improvviso e 300 persone sono rimaste senza lavoro. La cassa integrazione sta finendo e per loro si prospetta la mobilità e, poi, l’inoccupazione”.
Quella della Eaton, ha sottolineato, è una crisi dentro un’area di crisi, riconosciuta tale dall’accordo di programma tra Regione e Ministero dello Sviluppo economico, che prevede “che il ministero e la Regione, ciascuno attraverso i propri strumenti, promuovano interventi, anche di carattere straordinario, per reindustrializzare l’area”. A proposito della vicenda Eaton, il presidente della Giunta ha ricordato che l’ipotesi che l’area venisse rilevata da un unico soggetto imprenditoriale è svanita dopo le verifiche effettuate.
C’è invece l’interesse di una serie di soggetti di medie e piccole dimensioni, ma l’assegnazione delle aree deve superare “lo scoglio rappresentato dal fatto che la proprietà dell’area è Eaton e che dobbiamo trovare il modo di poterla fare acquistare a lotti. La soluzione più veloce è quella che ad acquistare in blocco l’area sia una società costituita da Fidi, alla quale potrà partecipare anche la Regione, e che poi la rivende, in lotti, ai soggetti imprenditoriali che hanno progetti di reindustrializzazione.
Sarebbe quindi un’operazione a costo zero, fatti salvi alcuni interventi di bonifica che sono necessari”. Rossi, infine, ha ricordato che la Regione potrà intervenire anche in altre aree della Toscana, anche se ogni caso andrà studiato e poi affrontato nella sua specificità.