Firenze - 43.117 imprese, oltre la metà delle quali (51,3%) si concentrano nell’Area Vasta Centro-Meridionale della Toscana (province di Arezzo, Grosseto e Siena) costituiscono l’universo delle imprese del settore agricoltura al 30 giugno 2011. Un numero che negli ultimi dodici mesi ha subito una riduzione dell’1,5% delle imprese registrate, che si inserisce nel più ampio fenomeno di abbandono delle campagne testimoniato dai dati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura. Parallelamente alla diminuzione del numero delle imprese, cala anche la Superficie Agricola Utilizzata in Toscana, che si è ridotta del 11,7% negli ultimi 10 anni, a fronte di una contrazione molto più contenuta a livello nazionale (-2,3%).
Questi alcuni dati di partenza dell’indagine sul mondo agricolo dal titolo Un’analisi del ruolo delle imprese agricole nel contesto regionale alla luce dell’evoluzione degli scenari internazionali elaborata dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana e presentata oggi nell’ambito di Expo Rurale 2011 durante il convegno organizzato con la Regione Toscana, nel corso del quale sono state anche premiate le Imprese Storiche dell’agricoltura toscana che svolgono ininterrottamente la loro attività da oltre un secolo.
L’indagine, realizzata attraverso interviste somministrate nel mese di luglio ad un campione di 500 imprese rappresentative dell’universo delle imprese agricole toscane, conferma un panorama di piccole imprese: nonostante dal Censimento emerga una crescita della dimensione media delle aziende toscane in termini di Superficie Agricola Utilizzata da 7 a 10 ettari per azienda, il numero medio di addetti rimane estremamente contenuto: 2,3 addetti non stagionali per impresa. Un dato positivo riguarda la multifunzionalità dell’agricoltura toscana, con oltre il 21% delle imprese agricole che svolge attività di agriturismo, percentuale che sale al 32,8% quando il titolare è donna e al 39,6% quando l’imprenditore è laureato.Quanto al ritratto dell’imprenditore agricolo tipo, si tratta di un uomo di età compresa fra i 50 e i 64 anni, con al massimo un titolo di studio di scuola media inferiore.
Venendo al rapporto con i mercati si scopre che consorzi e cantine fanno mediamente realizzare il 37,7% del fatturato delle imprese, mentre il 27,5% del fatturato è realizzato attraverso la vendita diretta al consumatore finale. Molto poco utilizzato il commercio elettronico (0,7%). L’export rimane una eccezione: la quota di imprese esportatrici è infatti pari all’11% del totale. Diverso il caso dei viticoltori (il 37,1% vende all’estero) e dei florovivaisti (24%). Da segnalare la rilevanza delle certificazioni di qualità, utilizzate dal 60% delle imprese e che riescono ad alzare nettamente i livelli di redditività.
Infine, fra le funzioni ambientali e sociali dell’agricoltura al primo posto nella percezione degli agricoltori si colloca la conservazione e la tutela del paesaggio (64,7% degli agricoltori), seguita da tutela e sicurezza della qualità degli alimenti (39,8%), dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali (36,9%) e dalla prevenzione dell’erosione del suolo (30,8%). Fra le richieste avanzate dal mondo agricolo, invece, spicca la necessità di politiche per favorire la tracciabilità del prodotto, ritenute molto utili dal 47,4% e abbastanza utili dal 27,6% degli intervistati, seguita dalla richiesta di interventi a sostegno dell’accesso al credito, molto o abbastanza utili per il 70% delle imprese.
“In linea generale – dichiara Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Siena - , alla luce dei dati provvisori offerti dal 6° Censimento generale dell’agricoltura, rileviamo che il quadro dell’agricoltura toscana è in profonda trasformazione. Il numero di aziende agricole censite in Toscana, si è infatti ridotto in 10 anni del 38,4%, superando quindi la già consistente contrazione registrata a livello nazionale nello stesso periodo (-32,2%), un dato estremamente preoccupante, tenuto conto del ruolo sociale ed ambientale interpretato dall’agricoltura nella salvaguardia del suolo e del paesaggio, nella lotta contro lo spopolamento delle aree rurali e nella costruzione dell’identità paesaggistica e culturale della nostra regione, un ruolo che conferisce all’agricoltura un peso complessivo ben maggiore rispetto a quello rappresentato dalla quota del valore aggiunto del settore sul totale del valore aggiunto regionale (1,8% nel 2010)”. “Analizzando poi i dati proposti dall’indagine condotta da Unioncamere Toscana – continua Guasconi - su 500 imprese agricole toscane, non possiamo che prendere atto della debolezza delle imprese agricole nel rapporto con il mercato finale ed in particolare proprio con i mercati esteri, certamente da ricondurre anche alle caratteristiche del tessuto imprenditoriale che nell’87% dei casi ha meno di tre addetti, mentre il 57,4% degli imprenditori ha un titolo di studio pari o inferiore al diploma di scuola media inferiore, dato naturalmente correlato all’avanzata età media della classe imprenditoriale, con il 71% degli imprenditori di oltre 50 anni.
Questa è la classe imprenditoriale che si trova ad affrontare le sfide globali del secolo appena iniziato, sfide sulle quali si gioca non solo la sopravvivenza delle singole imprese e la tutela di posti di lavoro, ma anche la salvaguardia di “beni pubblici” quali la sicurezza alimentare collettiva, sfide di fronte alle quali ogni soggetto istituzionale può giocare un ruolo importante”. “Ma l’indagine ci offre anche altri spunti di riflessione – prosegue Guasconi - , il primo dei quali è rappresentato per esempio dalle politiche per la tracciabilità del prodotto, considerate molto utili dal 47% degli agricoltori ed abbastanza utili dal 27,6%; mentre al secondo posto tra gli interventi considerati importanti si collocano le politiche per facilitare l’accesso al credito (molto utili per il 35,4% degli imprenditori), in risposta ad una difficoltà nell’accesso agli strumenti creditizi connessa alle conseguenze della crisi finanziaria globale, ed aggravata dalla difficoltà degli operatori bancari non specializzati nel valutare il merito di credito in relazione alla particolare forma di rischio fronteggiata delle imprese agricole.
“Ma oggi – conclude Guasconi - è anche l’occasione per offrire un riconoscimento alla storia e alle tradizioni testimoniate dalle 65 aziende agricole toscane che svolgono ininterrottamente la loro attività da oltre un secolo e, insieme alla Regione, abbiamo pensato di premiarle, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, conferendo loro uno speciale attestato di riconoscimento.”