«Anche il cammino verso il crac della Asl 1 di Massa Carrara iniziò così: con i fornitori che venivano pagati con ritardi sempre crescenti. Anche allora, rispondendo in commissione a una nostra interrogazione sull’argomento, l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia affermò che tutto era sotto controllo. Poche settimane dopo scoppiò il caso Massa, con la Asl in default, il commissariamento e l’inchiesta della procura. Così tutti capirono come mai i fornitori non venivano pagati.
Così tutti seppero che nulla, in verità, era sotto controllo». A parlare così, ricordando fatti avvenuti solo pochi mesi fa, è il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai. Non un amarcord fine a se stesso, quello di Mugnai, bensì la sensazione di assistere a un film già visto dopo che l’Asfot (Associazione Fornitori ospedalieri della Toscana aderenti a Confcommercio Toscana e a Fifo, la Federazione italiana di fornitori ospedalieri) ha annunciato di voler ricorrere alle vie legali contro gli Estav, insolventi ormai da circa un anno: «La verità – afferma Mugnai – è che ancora una volta i silenzi della Regione piovono sul bagnato di una situazione già gravissima.
Sono mesi che richiamiamo l’attenzione dell’assessore sulla gravità delle notizie che si rincorrono, dal deficit inizialmente di 165 milioni, ridotto poi a circa 100, previsto nei bilanci 2011 delle Asl toscane fino ai mille segnali di disfunzioni che provengono dai vari territori. Anche la lacerazione tutta giocata a sinistra, con il sindaco di Pistoia che si fa capofila del dissenso verso le Società della Salute, è il sintomo di disagio e sfiducia nel sistema costruito attorno alla sanità toscana lungo anni di governo regionale da parte della sinistra». Cosa serve? Primo: che la giunta esca dall’indifferenza e, in un sussulto di responsabilità, dica chiaramente ai cittadini come stanno le cose.
«Al contrario – osserva Mugnai – Scaramuccia tende ancora una volta a minimizzare. Anzi, a tacere proprio. Ma così i problemi non si affrontano. Soprattutto, poi, non si risolvono. Per non parlare di quel palazzo di cristallo che Rossi, in campagna elettorale, prometteva dovesse essere la Regione da lui guidata. Invece, alla faccia della trasparenza».