In principio fu San Lorenzo, o meglio, sarebbe il caso di rispolverare la frase: "Quando il dito indica il cielo lo stolto guarda il dito". Il vice sindaco Dario Nardella parla di semplice "proposta" avanzata agli ambulanti. Ma quali ambulanti? Sembravano quelli di un mercato specifico in cerca di riqualificazione, tanto che alle riunioni ha preso parte un rappresentante del clero per quel complesso che sorge nell'omonima piazza. "Le problematiche sono diverse, - ha spiegato Nardella - sì, c'è la volontà di ristabilire il decoro urbano ed offrire una immagine commerciale di Firenze che punti sulla qualità.
Ma non dimentichiamoci dell'aspetto importante: il suolo pubblico non è privatizzabile. Se decidiamo di intendere le licenze come una concessione eterna allora mettiamoci una pietra sopra ed accettiamo le cose in questi termini, ma significherebbe andare contro la legge e la logica. Le "licenze" in quanto tali hanno una scadenza. Caso vuole che la scadenza capiti durante il governo di Matteo Renzi e quindi abbiamo noi l'onere di occuparcene" Con la volontà di tagliare circa la metà delle attuali postazioni si rischia di incidere pesantemente sul lavoro di centinaia di persone tra venditori ed indotto: "Ma tra questi abbiamo dei proprietari che vivono in pantofole - tuona l'assessore con delega alle Attività produttive - e percepiscono l'affitto da ambulanti che a loro volta percepiscono un subaffitto, è una situazione inconcepibile.
Allora vendiamo un pezzo di piazza del Duomo o di piazza della Signoria, qualcuno si sente di stabilire un prezzo? Esiste un prezzo di vendita per un banco in piazza del Duomo a Firenze?" "Sarà l'occasione per azzerare tutto e mettersi in regola. Coloro che non pagano le tasse saranno così penalizzati ed invitati a regolare i conti, per gli altri ci sarà modo di recuperare la licenza partecipando ad un regolare bando di assegnazione". Ma i posti saranno la metà. "Privilegiare giovani e qualità della merce esposta" questo un altro punto cardine dell'operazione, che però vede porsi di traverso la categoria che si è già mossa in tal senso senza ricevere un riscontro positivo da Palazzo Vecchio.
"Abbiamo eliminato le magliette - raccontano in tanti - quelle taroccate dei calciatori, se guardate sui banchi trovate più ceramica, pelle, oggettistica che in altre zone. La lavorazione è fatta a Prato, all'Osmannoro ma sono prodotti realizzati in Italia in modo artigianale con tanto di fatturazione regolare" A preoccuparsi non sono più solamente gli ambulanti di San Lorenzo mentre gli altri restavano ad osservare a distanza. Quel che sembrava un piano di recupero per il Mercato Centrale si è 'improvvisamente' allargato a tutto il centro storico.
Le bancarelle che verranno messe in discussione sono tutte quelle presenti nell'area Unesco. Anche gli ambulanti del Mercato del Porcellino, che in un certo senso si sono sentiti ''tutelati'' dal luogo elitario che li ospita si dichiarano adesso preoccupati al pari dei colleghi disposti accanto alla Basilica. Perché se è vero che si azzera tutto, i posti saranno a disposizione dei migliori offerenti e non di chi prima li ha occupati. Un mondo ben presente ai fiorentini ed ai turisti eppure mai approfondito fino ad oggi dall'occhio dei media locali che nelle ultime ore hanno imparato a conoscere il dietro le quinte delle bancarelle con gli affittuari dei posti che hanno investito nel banco la propria vita, pagando profumate mensilità a chi detiene da anni (con il tacito rinnovo) le licenze che sono diventate un ''bene'' di famiglia ereditato dai figli. "Ci chiediamo - gridano a gran voce gli ambulanti - come Palazzo Vecchio abbia potuto permettere che per anni ci fossero banchi irregolari.
Loro sono colpevoli quanto gli evasori, perché se uno non paga la tassa gli mandi l'avviso e lo fai chiudere. Invece per anni hanno tollerato questo scempio ed ora ci additano come evasori. A rovinare i mercati sono stati coloro che hanno permesso di tutto, compreso l'arrivo degli abusivi" Quando regna l'incertezza per il proprio futuro la lotta diventa aspra: "Siamo noi che controlliamo il territorio. Ogni mercato gestisce autonomamente la sicurezza interna con un codice dettato dal rispetto dei clienti che devono sentirsi a proprio agio altrimenti non ritornano.
Dove sparisce il mercato arrivano il degrado e l'anarchia e lo si è visto". Il Comune si dichiara disposto ad accogliere proposte valide, apre a possibilità di spostamento in altre aree e Nardella non ha escluso nessun luogo, neppure l'area dedicata all'ex Mercato Multietnico. "Aspettiamo proposte da parte loro" ha concluso. Alla domanda se siano o meno disposti a spostarsi, gli ambulanti rispondono in coro "Un mercato spezzettato non ha lunga vita, è necessario un contesto che definisca l'area del Mercato, non è che possiamo portarci i banchi a casa e metterci sul marciapiede a vendere" Ant.
Len.