Firenze - Un milione di tonnellate di rifiuti prodotte nel 2009 nell’Ato Toscana Centro. È uno dei dati emersi nel corso del convegno “Chi, dove, quanti. Rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani e speciali”, organizzato dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi. Nel corso dell’incontro è stato presentato il rapporto realizzato da Arpat su commissione della Provincia di Firenze, dal quale è emerso che l’Ato Toscana Centro incide per il 41% sulla produzione regionale di rifiuti.
In particolare, di quel milione di tonnellate di rifiuti complessivo, 620mila sono indifferenziati e 380mila differenziati.Se confrontati con i dati del 2004, anno di riferimento nel rapporto, quelli del 2009 mostrano una lieve contrazione nella produzione dei rifiuti solidi urbani nell’Ato Toscana Centro (-0.57%), contro un meno 2.36% dell’Ato Toscana Costa, un -1.31% dell’Ato Toscana Sud e una media regionale del -0.85%.Interessante il dato relativo alla produzione procapite di rifiuti nel 2009: in termini di rifiuti solidi urbani totali la provincia di Firenze ha una produzione procapite pari a 631 Kg/ab contro i 632 Kg/ab della provincia di Pistoia ed i 775 Kg/ab della provincia di Prato.
Va comunque sottolineato che Prato, nonostante gli elevati valori di RSU totali procapite detiene anche il primato sulla raccolta differenziata procapite con 317 Kg/ab, contro i 196 Kg/ab della provincia di Pistoia ed i 245 Kg/ab della provincia di Firenze. Relativamente alla raccolta differenziata (RD), la posizione dell’Ato Toscana Centro si attesta al 41.47% di RD certificata, contro un 39.20% dell’Ato Toscana Costa e il 35.86% dell’Ato Toscana Sud.Analizzando in modo specifico la produzione di rifiuti area per area emerge che relativamente a quella fiorentina esistono quattro zone di raccolta: Fiesole e Chianti riunisce otto Comuni con un tasso di incidenza pari al 14%; Valdisieve e Valdarno con i suoi dieci Comuni ha un tasso dell’8%; Piana e Mugello che mette insieme 15 Comuni incide per il 63%; l’Empolese Valdelsa, con i suoi undici Comuni, incide invece per il 15%.
In merito alla provincia di Pistoia le aree di raccolta sono tre: la Montagna Pistoiese riunisce sette Comuni ed incide per il 12%; la Piana Pistoiese (cinque Comuni) ha un’incidenza maggiore con il 52% ed infine la Valdinievole, con dieci Comuni, sfiora il 36%. Infine, per completezza si segnala che la provincia di Prato possiede una sola area di raccolta, per cui il dato non è scorporabile.“Il rapporto di oggi – ha detto l’Assessore all’ambiente della Provincia di Firenze, Renzo Crescioli – è un passaggio necessario per la formulazione della proposta del Piano rifiuti che stiamo portando ormai a termine.
Si tratta di dati utili anche perché incontrovertibili e dunque capaci di tenere insieme visioni ideologiche e politiche differenti. Inoltre i dati confermano la necessità, per raggiungere gli obiettivi del 65% di differenziata entro il 2014, l'autosufficienza dell'ATO nello smaltimento dei rifiuti ed il progressivo superamento delle discariche, di accelerare sulla strada delle politiche contestuali di differenziazione, riduzione, e realizzazione degli impianti”. “Il prossimo passo – ha aggiunto Crescioli di concerto agli Assessori all’ambiente della Provincia di Prato Stefano Arrighini e di Pistoia Rino Fragai – è quello di arrivare entro luglio all’approvazione di un accordo formale tra le tre giunte provinciali in modo che i rispettivi Consigli possano esaminare il Piano già da settembre 2011”. “Negli ultimi due anni – ha spiegato Rossella Francalanci, della Sezione Regionale Catasto Rifiuti Arpat – si è verificata una leggera contrazione, sicuramente legata alle dinamiche economiche: la crisi mondiale ha inciso anche in questo ambito.
Tuttavia, è opportuno riflettere su questi dati per capire se la riduzione sia legata anche a scelte più sostenibili e virtuose attuate a livello locale e nazionale come, ad esempio, una più attenta politica sugli imballaggi e sul trasporto delle merci”. Nel corso del convegno è emersa anche la necessità di rivalutare il ruolo degli Osservatori Provinciali dei Rifiuti, soprattutto alla luce delle realtà territoriali di Ato, prevedendo l’istituzione di un Osservatorio Interprovinciale dei Rifiuti, per gestire a livello di Area Vasta le attività di monitoraggio della pianificazione (Piano Interprovinciale, Piano Straordinario) e di controllo della gestione dei rifiuti.