Firenze - E’ iniziata la “turtle-week” del WWF, una non-stop di iniziative speciali dedicate alle tartarughe marine, scelte come simbolo di un Mediterraneo in cui uomo e natura vivono in armonia, che fino a domenica 19 giugno invaderà spiagge, porti e mercati del pesce dal nord al sud Italia, per far conoscere al grande pubblico una delle specie più amate e più minacciate del mare nostrum, e spiegare a pescatori e operatori del mare come ridurre gli impatti della propria attività sulla salute delle tartarughe marine.
Un recente studio coordinato dal WWF Italia ha infatti dimostrato che le attività umane, e in particolare la pesca accidentale, rappresentano la principale causa di morte delle tartarughe, con un aumento di almeno 2-3 volte rispetto alla mortalità per cause naturali. In tutto il Mediterraneo si stima che ogni anno più di 130.000 tartarughe vengano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre 40.000 non sopravvivono. Mentre in Italia la pesca accidentale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno.
A queste vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse, che vengono colpite dalle imbarcazioni mentre galleggiano per scaldarsi al sole, i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali di coste sempre più urbanizzate, i nidi distrutti dai mezzi meccanici utilizzati per la pulizia delle spiagge e da un’attività turistica incontrollata. Eppure la tartaruga marina, rettile antichissimo che nuota sul nostro pianeta da 150 milioni di anni, è tra i tesori più preziosi del nostro mare.
Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto il mondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) frequentano anche il Mediterraneo, che ogni anno ospita circa 7.200 nidi. Sulle spiagge italiane si contano circa 30-40 nidi di Caretta caretta ogni anno, concentrati in Calabria e Sicilia. “Dalla deposizione delle uova alla vita in mare, la sopravvivenza di ogni singola tartaruga è una sfida che necessita dell’aiuto di tutti i ‘frequentatori’ del mare, siano essi pescatori, istituzioni o turisti – ha detto Paolo Casale, responsabile Progetto Tartarughe del WWF Italia - Solo trent’anni fa, si sapeva pochissimo sulla presenza delle tartarughe marine nel Mediterraneo.
Oggi, grazie anche ai vent’anni di lavoro del network tartarughe del WWF in collaborazione con i pescatori, le autorità locali, le università e gli istituti di ricerca, le tartarughe sono tra gli animali più conosciuti e amati dei nostri mari, che emozionano ogni anno migliaia di volontari e turisti coinvolti nel monitoraggio delle spiagge o nelle liberazioni di esemplari salvati, oltre che centinaia di pescatori che collaborano con i centri di recupero per aiutare gli esemplari in difficoltà.” Per tutta la settimana, con il momento clou domenica 19 al porto di Molfetta, gli esperti e i volontari del WWF incontreranno i pescatori e il grande pubblico lungo le spiagge, nei porti, nei mercati del pesce e nei centri di recupero dell’Associazione.
Tutti possono unirsi alla festa e partecipare alle tante attività: sulle spiagge si cercano le tracce delle tartarughe o nuovi nidi da proteggere, porte aperte nei centri di recupero che curano le tartarughe ferite, dalle spiagge o dalle imbarcazioni gli esemplari ormai guariti vengono liberati in mare, e poi conferenze, mostre e laboratori per bambini, mentre ai pescatori verranno distribuite le speciali magliette WWF che illustrano come comportarsi quando si pesca accidentalmente una tartaruga.
Info e programmi su www.wwf.it. In Toscana: il 19 giugno al Centro didattico del WWF dei Ronchi verranno inaugurate nuove strutture del nostro Centro recupero tartarughe marine, ci saranno proiezioni di filmati tra cui il dvd: “musei e laboratori: un lavoro comune per la salvaguardia delle tartarughe marine”, mostre fotografiche, pannelli informativi, banchetto con depliant, conferenza di funzionari dell’Arpat Toscana: “Spiaggiamenti e catture accidentali di tartarughe marine in Toscana: resoconto delle attività della rete regionale”. INFO centrodidatticoronchi@wwf.it cell.
360.234789 Alla turtle-week partecipa anche Costa Crociere, partner storico del WWF per la tutela del Mediterraneo, che domenica 19 allestirà presso l’evento centrale di Molfetta la mostra “Do you love the sea?” per sensibilizzare il grande pubblico sul valore del Mediterraneo, il turismo e il consumo sostenibile delle risorse del mare, e i progetti di tutela portati avanti dal WWF grazie all’aiuto di Costa Crociere. MEDITERRANEO D.O.C. SECONDO IL WWF In occasione della turtle-week, il WWF ha lanciato il “manifesto” per un Mediterraneo di qualità, una fotografia di com’è e di come potrebbe essere il mare nostrum con il contributo di tutte le persone che godono delle sue risorse materiali e immateriali.
La qualità ‘non è acqua’, ma può essere un mare, se le attività umane rispettano la natura e garantiscono risorse che sono indispensabili anche alla vita e al benessere dell’uomo. Il Mediterraneo è un mare estremamente ricco ma altrettanto vulnerabile, come ricorda il WWF nel suo Manifesto. Pur occupando meno dell’1% di tutti gli oceani del pianeta, con le sue 8500 specie conserva il 7,5% di tutte le specie marine, tra cui animali simbolo come la tartaruga marina, la foca monaca e 18 diverse specie di cetacei.
Ma solo l’1% della sua estensione è protetta e la sopravvivenza di specie e habitat è quotidianamente minacciata. L’80% dei pesci è “sovra sfruttato” e ogni anno vengono pescati 1,5 milioni tonnellate di pesce con metodi per lo più distruttivi o addirittura illegali. Con i suoi 300 porti e le 200.000 navi di stazza uguale o maggiore a una tonnellata, ospita il 30% del traffico marittimo mondiale. Viene frequentato ogni anno da 220 milioni di turisti (pari al 30% del turismo internazionale), che affollano 46.000 chilometri di coste di cui oltre la metà è urbanizzata.
E sul fronte dell’inquinamento, ogni anno oltre 600.000 tonnellate di greggio vengono deliberatamente scaricati nel mare, l’80% degli scarichi fognari urbani viene riversato senza essere trattato, e nella sola area tra Italia, Spagna e Francia galleggiano circa 500 tonnellate di plastica. Per non parlare delle navi dei veleni che ancora giacciono sui nostri fondali. “Il Mediterraneo potrebbe essere la risorsa più preziosa per tutti i Paesi che vi si affacciano, ma deve fare i conti con una gestione insostenibile che sarà presto controproducente per le stesse attività che oggi ne traggono beneficio – ha detto Marco Costantini, responsabile Mare del WWF Italia – Un Mediterraneo di qualità, come quello descritto nel Manifesto del WWF, ha acque pulite e senza rifiuti, relitti affascinanti ma non velenosi, aree marine protette che funzionano, pesca e turismo sostenibili, biodiversità rigogliosa e libera di vivere, spiagge libere invece del cemento.
Con azioni mirate e la collaborazione di tutti i portatori di interesse - istituzioni, pescatori, industriali, commercianti, turisti e consumatori - il nostro mare potrebbe davvero diventare un ‘mare di qualità’. E’ l’obiettivo a cui mirano tutte le attività svolte dal WWF in Italia e nel bacino del Mediterraneo.”