Si alza la soglia di attenzione per le vigne nella provincia fiorentina, con un nuovo allarme legato all’arrivo della Tignoletta della vite. Parte così l’offensiva ‘sessuale’ dei feromoni femminili per debellare l’insetto. La Lobesia botrana, questo il nome scientifico del temuto insetto, è un lepidottero tortricide che depone le sue uova sulla vite e le larve si nutrono dei fiori o degli acini della pianta, provocando un calo di quantità e creando le condizioni idonee a successivi attacchi fungini. “La presenza della seconda generazione della Tignoletta della vite – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia – è stata segnalata in vaste aree della provincia di Firenze, nelle zone dell’Empolese Valdelsa, in particolare nel comune di Montespertoli, in Valdisieve ma anche a Pontassieve e Monteriggioni.
I nostri tecnici, dove hanno evidenziato la presenza del lepidottero, invitano a intensificare i monitoraggi per verificare la necessità o meno dei trattamenti. Infatti, la larva di questo insetto fora l’acino d’uva e si nutre di esso, provocando una perdita di peso consistente nel grappolo, e aprendo la strada a pericolosi attacchi di patogeni come la botrite e il marciume acido”. La ‘Lobesia botrana’ è un nemico consueto delle vigne toscane e i metodi di contrasto assumono anche forme singolari, seppur molto efficaci.
“Esistono metodi naturali – ricorda Tofani – ad esempio usando il metodo della ‘confusione sessuale’. In pratica si utilizzano diffusori di feromoni che impregnano l’aria dell’odore della femmina della Tignoletta e i maschi, attratti non riconoscono più le possibili compagne, inseguendo invece una “falsa” presenza. Questo impedisce l’accoppiamento e quindi la deposizione delle uova. E’ fondamentale che questo sistema sia attuato su interi comprensori, altrimenti rischia di essere vanificato dalla deposizione di uova da parte di femmine che arrivano da aree limitrofe.
In generale è comunque essenziale effettuare i monitoraggi con le trappole a feromoni, per verificare il livello di presenza della Lobesia Botrana e per decidere il tipo di intervento da effettuare per salvaguardare la prossima vendemmia”.